Il Presidente ucraino, giunto a Bruxelles per la prima volta dopo l’inizio dell’invasione russa, incassa il sostegno delle istituzioni comunitarie e ribadisce la prospettiva europea di Kyiv.
Una guerra per distruggere “lo stile di vita europeo”. Così, parlando in un gremito Parlamento europeo, Volodymyr Zelensky ha descritto l’aggressione militare intrapresa dalla Russia lo scorso 24 febbraio. Accolto da una calorosa standing ovation, il capo di Stato ucraino ha avuto modo di sottolineare il significato del conflitto in corso, di ringraziare i Paesi dell’Unione per il sostegno offerto, di avanzare nuove richieste dettate dalla delicatezza della situazione e, soprattutto, di ribadire la prospettiva europea di Kyiv.
Tra Unione Europea e Ucraina, dunque, non solo valori condivisi, ma anche un futuro comune, ha affermato Zelensky. In questo senso, egli ha incassato il supporto tanto della Presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, quanto del Presidente del Consiglio Charles Michel, il quale ha assicurato “massimo supporto” politico e militare. Il capo di Stato ucraino ha espresso la speranza di progressi nel processo di adesione all’UE già nel corso del 2023, in particolare con riguardo all’avvio dei negoziati di accesso.
Oltre agli obiettivi concernenti l’integrazione europea, Zelensky ha affrontato il delicato tema delle forniture militari. In un contesto in evoluzione, che potrebbe vedere un rinnovato sforzo da parte della Russia volto a occupare maggiori proporzioni di territorio ucraino, egli ha ribadito la necessità di aiuti consistenti e rapidi. Sbloccatasi, dopo una lunga impasse, la situazione riguardante i carri armati, sul tavolo c’è soprattutto la fornitura a Kiev di caccia. Zelensky ha affermato l’importanza di rafforzare la dimensione securitaria nel continente europeo, la cui costruzione comunitaria, intrapresa con successo da personaggi quali Monnet e Schuman da lui citati, viene direttamente minacciata dall’aggressione di Mosca. Da questo punto di vista, secondo il Presidente ucraino, la reazione europea all’attacco ha rappresentato un “esempio storico” di azione volta a fronteggiare un Paese aggressore.
Ursula von der Leyen, da parte sua, ha annunciato la messa a punto di un decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il quale riguarderà specifiche figure politiche, militari e propagandistiche del regime di Mosca, ma che colpirà anche le sue esportazioni e, di conseguenza, la sua possibilità di reggere finanziariamente lo sforzo militare in Ucraina. Non ha delineato, invece, una timeline precisa circa il percorso di adesione di Kyiv all’UE, pur elogiando i progressi compiuti nell’ambito del percorso di riforme necessario in questo senso.
In seguito alle visite al Parlamento europeo e al Consiglio, Zelensky ha incontrato i Capi di Stato e di governo presenti a Bruxelles, al termine di una due giorni iniziata con gli appuntamenti di Londra e di Parigi; nella capitale francese, il Presidente ucraino ha avuto modo di incontrare Emmanuel Macron ma anche il Cancelliere tedesco Scholz. Se l’incontro parigino è stato all’origine di un dissidio tra Francia e Italia, la necessità di proseguire il sostegno alla causa di Kyiv ha visto i Ventisette, così come i vertici delle istituzioni comunitarie, uniti in un fronte unitario. Sotto questo profilo, il Presidente Zelensky può tornare in Patria forte di un sostegno politico e materiale, importante tanto più delle complesse sfide che l’Ucraina si appresta ad affrontare.