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Rubriche#USA2020Who is Who: Michael Bloomberg

Who is Who: Michael Bloomberg

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Nome: Michael Rubens Bloomberg, detto Mike
Nazionalità: Statunitense
Data di nascita: 14 febbraio 1942
Ruolo: Candidato alle primarie del Partito Democratico per le elezioni presidenziali

Bloomberg nasce a Boston il 14 febbraio del 1942. Laureato nel 1964 in ingegneria elettronica alla John Hopkins, consegue successivamente un master in Business Administration ad Harvard. Al pari dell’attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Bloomberg entra in politica dopo aver costruito un impero finanziario, grazie al quale oggi stima un patrimonio di più di 50 miliardi di dollari che lo classifica tra gli uomini più ricchi del mondo. Dopo esser stato general partner della banca Salamon Brothers, nel 1981 fonda la Bloomberg LP, multinazionale operante nel campo dell’informazione finanziaria. La piattaforma Bloomberg fornisce dati in tempo reale dei mercati finanziari, costituendo un punto di riferimento per coloro che operano nel settore finanziario.

La sua carriera politica comincia con l’elezione a sindaco di New York nel 2001. Dopo aver fatto parte del Partito Democratico, si candida con i Repubblicani e vince contro il democratico Mark J.Green, due mesi dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Bloomberg succede al sindaco uscente Rudy Giuliani, impossibilitato a ricandidarsi per via della legge che impedisce di essere rieletti dopo due mandati consecutivi. L’operato di Bloomberg verrà premiato con la rielezione nel 2005. Concluso il secondo mandato nel 2008, il miliardario di Boston riesce ad ottenere dal consiglio comunale di New York l’abolizione del limite di due mandati consecutivi, riuscendo ad essere eletto una terza ed ultima volta. Questa volta Bloomberg vince da indipendente, dopo aver lasciato i repubblicani nel 2007.

Durante il suo periodo da indipendente, Mike Bloomberg aveva già considerato di correre per la Casa Bianca, alle elezioni presidenziali del 2016, quelle che videro trionfare Donald Trump. Candidatura che non si verificò, in quanto l’ex sindaco di New York decise per un endorsment ad Hillary Clinton, l’unica secondo lui in grado di sconfiggere il tycoon. Il 24 novembre 2019, dopo le iniziali smentite, Bloomberg annuncia la sua candidatura alle primarie democratiche per le elezioni presidenziali. L’imperativo è lo stesso del 2016: sconfiggere Donald Trump. Campagna elettorale che appare subito complessa nonostante le ingenti risorse economiche, avendo il Partito Democratico già due candidati “forti” con campagne elettorali già avviate, Joe Biden e Bernie Sanders.

Nel Super Tuesday Bloomberg conquista solo le Isole Samoa, nonostante l’investimento di mezzo miliardo di dollari in campagna elettorale. Dati i risultati, decide di ritirarsi e sostenere Joe Biden, motivando la sua scelta con lo stesso imperativo che lo aveva portato a candidarsi: sconfiggere Trump, in questo caso appoggiando l’unico candidato con la possibilità di vincere. Sulla sua corsa alla Casa Bianca pesa in gran parte l’incapacità di guadagnarsi voti tra gli ispanici e gli afroamericani, al contrario del rivale Joe Biden. Sembra infatti che proprio gli afroamericani e i latinos siano stati i più perseguitati dallo stop and frisk program, una politica messa in atto da Bloomberg durante il suo mandato da sindaco di New York, che concedeva alla polizia un’ampia discrezionalità nell’operare fermi, arresti e perquisizioni nei confronti di chiunque risultasse sospetto.

Pesa anche la difficoltà nel conquistare quell’America profonda che ha incoronato Donald Trump nel 2016. Bloomberg è stato spesso identificato come l’alter ego democratico di Trump, anche lui imprenditore di successo di New York, ma con idee profondamente liberal. Infatti, nonostante sia stato per un periodo repubblicano, Bloomberg è sempre stato un sostenitore dell’aborto e dei matrimoni omosessuali. Un profilo forse poco vendibile in quella parte di America dove Trump, dall’alto della sua torre a New York, è riuscito a far breccia facendo leva su l’insoddisfazione generale e mettendo in campo una ruvida quanto efficace campagna social.

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