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NotizieWho is Who: Annegret Kramp-Karrenbauer

Who is Who: Annegret Kramp-Karrenbauer

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Nome: Annegret Kramp-Karrenbauer
Nazionalità: tedesca
Data di nascita: 9 agosto 1962
Ruolo: Presidente dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania

L’uscita della Merkel
La leader (in)discussa del Cdu, l’Unione Cristiano-Democratica di Germania, Angela Merkel, dopo aver annunciato le sue dimissioni lo scorso 29 ottobre, lascia, dopo 18 anni, la carica di Presidente del partito. La decisione è stata presa in seguito al pessimo risultato ottenuto alle elezioni in Assia: Cdu 27% (-11,3%) Spd 19,8% (-10,9%), Die Grünen 19,8% (+8,7%) e Afd 13,1% (+9%). Il declino dell’ex Cancelliera è iniziato nel 2015, quando prese la decisione di aprire le frontiere con l’Austria, favorendo l’ingresso di circa 1 milione di migranti, nel corso di soli due anni.

La Merkel, nonostante le dimissioni, sostiene che resterà in carica come Cancelliera, fino alla fine del suo mandato, che terminerà con le elezioni federali del 2021.

Il Congresso della Cdu e i candidati

La nuova leader

Annegret Kramp-Karrenbauer, 56 anni, cattolica, madre di tre figli, è figlia di un pastore luterano dell’ex Gemania dell’Est, ma, a differenza della Merkel, lei è nata nella Germania Ovest. E’ stata nominata, il 26 febbraio di quest’anno, su iniziativa proprio della Merkel, Segretario generale del partito, ottenendo il 98% dei consensi tra i delegati. La sua carriera politica, però, iniziata a 20 anni, si è sviluppata ed ha ottenuto visibilità a livello locale, quando è diventata Presidente del Land della Saarland nel 2011. In seguito, nel 2017, è stata l’unica leader proveniente dal Cdu, ad aver vinto le elezioni regionali con una soglia superiore al 40%, in controtendenza rispetto al resto del Paese.

In seguito alla vittoria, divenuta Presidente del Cdu, la nuova leader ha tenuto un discorso all’assemblea dei delegati, in cui ha ripercorso e ribadito la storia e i valori cristiani del partito, prendendo però le distanze dalle posizioni xenofobe di alcuni suoi sfidanti, e sottolineando la responsabilità di quest’ultimo verso il paese: “Per cinquant’anni siamo stati noi cristiano-democratici a presentare il cancelliere in Germania: complessivamente 50 anni di responsabilità di governo. È motivo di umiltà, più che di orgoglio: perché immaginare e gestire la politica vuol dire vedere il mondo anche con gli occhi degli altri. Sapendo che il mondo non è in bianco e nero, ma molteplice e colorato, perché abbiamo sempre creduto nel compromesso, perché non crediamo in risposte semplici”.

Sembra cosi iniziare il nuovo corso di un partito, definito dalla stessa Akk come “l’ultimo grande partito popolare in Europa”, dove, ancora una volta, è una donna a condurre il gioco. Andando però oltre la semplice comunanza, legata al fatto di essere donne e madri, forti di obiettivi raggiunti in un mondo dominato ancora da una componente maschile fortemente maggioritaria, la nuova leader ci tiene a prendere le distanze dall’operato della Merkel. “Non sono una mini-Merkel”, sostiene, conscia anche del fatto che questa vicinanza potrebbe danneggiarla. Annegret Kramp-Karrenbauer ci tiene, infatti, a prendere le distanze, soprattutto sul tema dell’immigrazione, rispetto al quale ribadisce il bisogno di regole più rigide, un “regime di frontiere intelligente”, che abbia un maggior controllo sui flussi. Sostiene, inoltre, che vi sia bisogno di un incremento delle politiche bilaterali con i paesi d’origine, e l’accettazione dei valori tedeschi, da parte di chi otterrà protezione internazionale. Rispetto al fenomeno migratorio, i sostenitori di Akk, si augurano che grazie a lei, la Cdu riuscirà anche a fermare la crescita del partito di estrema destra Afd, tenendolo sotto il 10%.

Le nuove posizioni

Sono note le posizioni tradizionaliste, più conservatrici rispetto alla Merkel, della nuova leader del Cdu; come ,ad esempio, l’opposizione verso le nozze gay, una posizione più intransigente verso temi quali l’aborto, e uno scetticismo di fondo rispetto ai rapporti con la comunità islamica.

D’altra parte, in campo sociale, è una convinta sostenitrice dei diritti degli immigrati, dei lavoratori, seppur sensibile alle posizioni dei grandi dell’industria e del business, e molto attiva a sostegno delle politiche ambientali.

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