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TematicheAmerica LatinaVenezuela: intervista all'Onorevole Delmastro

Venezuela: intervista all’Onorevole Delmastro

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Intervista di Giangiacomo Calovini all’Onorevole Delmastro sulla situazione in Venezuela.

Onorevole Delmastro quanto accade in Venezuela in queste ore è al centro dell’attenzione in ogni parte del mondo ma il declino di questo paese è iniziato da molto tempo. Come mai se ne parla solo adesso?

L’iperinflazione, la corruzione governativa e l’assoluta mancanza di una politica industriale sono tra le cause originarie di questa tragedia; inoltre la ricchezza petrolifera è stata utilizzata solo in termini di redistribuzione senza mai immaginare un progetto industriale che potesse aiutare il paese e di certo anche le sanzioni degli Stati Uniti hanno accelerato il processo. In ogni caso il mainstream di una parte del Parlamento italiano ha steso una cortina di fumo sul fallimento dell’ennesimo esperimento di socialismo economico e poco o nulla si sapeva delle sanguinarie violazioni dei diritti umani che hanno condotto all’esodo forzato più di 2.000.000 di Venezuelani.
L’Europa nelle ultime ore ha mostrato più coraggio allineandosi alle posizioni del nord e sud America? E’ un passaggio obbligato anche se tardivo?
 
L’Europa ha emesso l’ennesimo ruggito del coniglio. La posizione può sintetizzarsi così: nessun riconoscimento delle elezioni farsa di Maduro, appoggio all’ Assemblea Nazionale e al leader Guaidó, invocazione di libere elezioni, ma incredibilmente nessun riconoscimento di Guaidó quale Presidente ad interim. Ancora una volta l’Europa si tiene una porta aperta e la sua diplomazia è sempre felpata. Ci sono però momenti in cui il cerchiobottismo Europeo non è altro che l’incapacità di salire sul treno della storia.
Cina e Russia si ostinano a difendere Maduro parlando di ingerenze da parte degli USA? Non le pare un po’ paradossale detto da due paesi che di certo non si limitano ad intervenire negli equilibri di altre nazioni?
Pechino e Mosca sono tra i paesi più interventisti del mondo e talvolta non è di certo un danno. Se Putin non fosse intervenuto oggi l’integralismo islamico, indirettamente agevolato dall’Occidente, governerebbe probabilmente la Siria, aprendo scenari inquietanti per la sicurezza Europea. Il diritto all’autodeterminazione dei popoli con la logica della violazione dei rapporti di forza in campo o l’interventismo in nome di diritti inviolabili e umani utilizzati a corrente alternata non sono altro che espedienti per giustificare una posizione o la sua opposta. La Russia ha interessi geostrategici, militari e economici in Venezuela punto!

La frattura tra USA e CINA è sempre più insanabile e quale scenario ci aspetta?
La frattura tra Cina e America è difficile immaginare quale scenario ci riserverà in futuro. Certo è che tale fattura ha determinato la fine della globalizzazione e forse anche la fine del libero mercato. Dazi, protezionismo, difesa della industria nazionale sono i temi dell’agenda Trump in materia economica. Non so se Trump abbia trovato le risposte giuste per le grandi sfide economiche poste dalla Cina ma va riconosciuto che ne ha compreso la gravità e questo è già tantissimo. Sino ad oggi l’Occidente intero si cullava nella convinzione che saremmo diventati una economia di servizi mentre la Cina con piani industriali quinquennali ha mirato a smontare le nostre capacità imprenditoriali, parzialmente riuscendoci. Trump ha compreso la “dichiarazione di guerra industriale” e ha colto come un paese non può sopravvivere con un’ economia di servizi. La risposta è quella giusta? Non so, la storia si incaricherà di dircelo. Certo è finita la politica dello struzzo e l’intervento dello Stato nella difesa della produzione nazionale è l’unica risposta all’altezza del pericolosissimo mix di dirigismo, capitalismo e pianificazione industriale orientale. Si aprono tempi e scenari interessanti.

Lei è stato tra i primi a prendere posizione sulla vicenda Venezuelana a nome del suo partito chiedendo il riconoscimento di Guaidò ma il Governo nicchia. Come mai e che giudizio da all’ Esecutivo di Conte in Politica Estera?
Anche sul Venezuela l’Italia paga la frattura ideologica e politica tra i due azionisti di Governo. Un Esecutivo che nasce da un contratto è già un Governo che ammette l’esistenza di interessi contrapposti. Evidentemente la vita e la politica si incaricano di introdurre imprevisti e allora scoppiano le contraddizioni. Sul Venezuela la Lega sembra intenzionata a non farla passare liscia al sanguinario dittatore Maduro e sembra voler intervenire al fianco della nostra comunità nazionale ma il movimento penta stellato sembra collocarsi agli antipodi. In Commissione Esteri il grillino Cabras ha elogiato la grande, avanzata e libera democrazia di Maduro e ascoltandolo mi sembrava di essere su un altro pianeta. I colleghi della Lega erano in imbarazzo, ma alla fine hanno chiesto il rinvio della mia risoluzione che chiedeva il riconoscimento di Guaidó. Ma non è la prima volta che questo accade. Sulle sanzioni alla Russia la Lega pensa una cosa e il M5S l’esatto opposto: tragicamente siamo andati in Europa a votarle e confermarle contro tutte le promesse di Salvini in campagna elettorale. Sulla politica estera l’Italia oscillerà spaventosamente tra posizioni grilline e leghiste cosicché ancora una volta la posizione dell’Italia è terribilmente inesistente. Ricordo a tutti che in Venezuela c’e una enorme comunità nazionale di italiani, stremati, impauriti, affamati che urlano libertà e ci vogliono al loro fianco. Sarebbe criminale lasciarli attendere una posizione chiara dell’esecutivo che pare talvolta scegliere con il lancio della monetina.

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