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TematicheCina e Indo-PacificoUn altro passo avanti nel decoupling tra Cina e...

Un altro passo avanti nel decoupling tra Cina e USA? Prima parte

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Nell’ultima settimana di febbraio 2021, il POTUS Joe Biden ha espresso la volontà di rafforzare la cooperazione con i suoi alleati nel Pacifico per costituire una catena produttiva di chip e batterie “China-free” e di limitare l’approvvigionamento di terre rare da quest’ultima. Tuttavia, se le intenzioni degli Stati Uniti sono quelli di escludere il Dragone dall’industria tecnologica, sembrerebbe lecito dubitare delle intenzioni dei loro alleati in merito alla questione: nel Pacifico è stata firmata la RCEP, l’area di libero scambio che ingloberebbe tutte quelle poste in essere tra l’ASEAN e i suoi partner commerciali, tra cui, appunto, alleati degli US e la Cina; l’Unione Europea ha ugualmente rafforzato i legami economici con quest’ultima, dal momento che ha firmato il CAI, trattato che prevede la facilitazione degli investimenti tra i firmatari in alcuni settori, tra cui quello del automotive.

Proprietà intellettuali di LG Energy Solution e appalti statunitensi

Proprio negli Stati Uniti si è conclusa di recente una vicenda che vede coinvolti due colossi sudcoreani nei settori presi di mira dal presidente Biden; dopo una causa durata circa due anni, le autorità statunitensi hanno vietato l’importazione di batterie elettriche in America da parte di SK Innovation, a causa del presunto furto da parte di quest’ultima di proprietà intellettuali in mano alla LG Energy Solution.

Il divieto di importazione avrà luogo nei quattro anni successivi alla decisione della USITC, la Commissione Statunitense del Commercio Internazionale, per cui SK Innovation avrà una finestra effettiva di due anni per poter fornire le proprie batterie ai produttori locali di autoveicoli. Solamente due anni dal momento che SK ha avviato recentemente la costruzione di due impianti sul suolo americano, i cui lavori prevedono di finire, appunto, tra due anni.

Il governo degli Stati Uniti ha avviato il rinnovo del proprio parco mezzi, aggiornando con autoveicoli elettrici che utilizzeranno batterie prodotte, tra i vari fornitori, anche dalle multinazionali sudcoreane al centro della vicenda. Si spiega, quindi, il motivo per cui il divieto è stato posto in modo tale da permettere a SK di fornire il proprio prodotto al governo USA.

Il mercato dell’idrogeno e l’alleanza tra chaebol

Nel frattempo, nel Paese del Calmo Mattino, sempre nel mese di febbraio, è entrata in vigore la prima legge al mondo che si pone come obiettivo quello di regolamentare il settore dell’idrogeno in tre settori fondamentali: veicoli, stazioni di ricarica e celle a combustibile. La Repubblica di Corea rappresentava il principale mercato di auto a idrogeno lo scorso anno e il 2021 si è aperto con due eventi riguardanti la Hyundai Motor, leader nel settore di auto a idrogeno: il lancio del nuovo modello di auto elettrica Ioniq 5 e l’annuncio della “Alleanza dell’Idrogeno” con l’SK Group.

Il primo evento è interessante da notare perché durante la presentazione di questo nuovo modello di veicolo elettrico, la Hyundai si è scusata dei guasti alle batterie che hanno causato il ritiro dei modelli Kona, Elec City e dello stesso Ioniq; la compagnia ha accusato la propria fornitrice di batterie elettriche (LG Energy Solution) di averle procurato degli esemplari difettosi, i quali avrebbero causato l’incendio delle stesse. Piccola nota di servizio: LG produce queste batterie nel proprio impianto di Nanjing, in Cina. Inoltre, è interessante notare come nonostante i procedimenti legali a carico di SK, i quali costituiscono impedimenti notevoli per il competitor di LG negli USA e oneri finanziari non indifferenti per SK, la Hyundai Motor abbia annunciato proprio con quest’ultima la propria collaborazione; in più, la legge sull’idrogeno emanata ad inizio anno ha proprio come scopo quello di rendere la Corea del Sud il Paese leader nel settore relativo di questo elemento.

L’espansione dell’SK Group nel mercato dei semiconduttori

I prodotti tech hanno subito un aumento considerevole della domanda nell’ultimo anno, domanda rafforzata dalla pandemia COVID-19; questo impennata negli acquisti ha permesso all’SK Group di espandere il proprio business dei semiconduttori nell’ultimo anno, soprattutto per quanto riguarda la propria controllata SK Hynix, la quale ha acquistato da Intel un impianto di produzione di chip NAND a Dalian, in Cina. Sebbene nel mercato delle batterie la SK si trovi ancora lontana dall’essere effettivamente una minaccia per i leader nel settore (LG Energy Solution), nel mercato dei semiconduttori è passata dall’essere il quinto fornitore mondiale di chip NAND, al secondo.

L’SK Group, dunque, ha messo in piedi una serie di relazioni economiche e commerciali mirate ad incrementare ambiziosamente il proprio ruolo all’interno dell’offerta high-tech, per cui rinunciare al mercato cinese potrebbe essere estremamente deleterio per i propri profitti, specialmente dopo i costi a cui verrà sottoposto a seguito della causa in America.

Elezioni sudcoreane e posizionamento sullo scacchiere asiatico

La presidenza di Moon Jae-in è stata caratterizzata da un avvicinamento con la controparte del nord e, allo stesso tempo, con la Cina; tuttavia, l’opposizione coreana incalza questi legami e accusa il governo di sudditanza nei confronti di Beijing. La presidenza Moon sta volgendo al termine e i sondaggi danno come suo probabile successore il procuratore generale Yoon, il quale è stato coinvolto in un recente scandalo giudiziario; nonostante ciò, le sue dichiarazioni e le sue prese di posizioni recenti sembrerebbero aver giovato ai sondaggi.

Il procuratore ancora non ha espresso una posizione netta circa una sua eventuale candidatura, per cui rimane complicato posizionare il probabile candidato in continuità con l’attuale presidente Moon, o, al contrario, in rottura. L’SK Group, inoltre, è vicino ad ambienti politici conservatori, cioè all’attuale opposizione; come abbiamo visto, tuttavia, il chaebol ha solamente da guadagnare dai legami con Beijing. Che possa determinare l’esito delle future elezioni governative sudcoreane?

Alessandro Vesprini,
Geopolitica.info

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