Il vertice UE-CELAC a Bruxelles ha segnato un importante passo verso una partnership più stretta tra l’Unione Europea, l’America Latina e i Caraibi. Tuttavia, il vertice tra i 27 leader dell’UE e i 33 rappresentanti della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici non è stato privo di contrasti e il cammino verso una partnership solida richiederà un dialogo costante e impegno diplomatico per superare le differenze.
Il vertice UE-CELAC del 17-18 luglio è stato un momento significativo, sebbene non si possa considerare un successo storico. Dopo otto anni di assenza, i due blocchi si sono impegnati a rafforzare le relazioni, firmando una serie di accordi bilaterali e promettendo investimenti futuri per un valore di 45 miliardi di euro. Allo stesso modo, non sarebbe corretto dire che la Dichiarazione finale sia stata un fallimento a causa del veto apposto su un paragrafo da parte del Nicaragua. La verità sta nel mezzo e dipende dalla prospettiva che si assume.
Da un punto di vista tecnico, le parti coinvolte saranno più che soddisfatte dei risultati raggiunti, in quanto sono stati firmati accordi concreti – due protocolli d’intesa con Argentina e Uruguay e un accordo con il Cile – e sono stati promessi investimenti significativi. Questo indica un progresso tangibile nelle relazioni tra l’UE e la CELAC, il che è certamente positivo. Tuttavia, dal punto di vista politico, la situazione è un po’ più complessa. Sono stati fatti progressi e la partecipazione dei 48 capi di Stato è una buona notizia, simboleggiando un alto impegno politico per rafforzare i legami tra le regioni, ma rimane comunque un incontro segnato da due visioni del mondo e della geopolitica opposte e talvolta incompatibili. Le tensioni tra i capi di Stato, infatti, sono state alte su diverse questioni, tra cui commercio, lotta al cambiamento climatico, energia, trasformazione digitale e, come prevedibile, l’invasione russa dell’Ucraina.
Ucraina: complessità e divergenze di visione
Quasi un anno e mezzo dopo l’inizio del conflitto, il subcontinente latinoamericano rimane nel campo dei “non allineati”, con la maggior parte dei governi della regione che condanna l’aggressione, ma molti che esprimono critiche all’Occidente sulla natura e sulle soluzioni del conflitto. Mentre alcuni hanno criticato la strategia occidentale di fornire armi all’Ucraina, altri sottolineano che l’impatto principale della guerra per i Paesi latinoamericani derivi dalle sanzioni imposte a Mosca, che hanno portato a un aumento dell’inflazione e dei prezzi dell’energia.
Era quindi evidente che la CELAC non potesse accettare il linguaggio proposto dai diplomatici europei sulla questione, che è stata oggetto di discussione per diverse settimane. Oltre al Nicaragua, altri paesi come Venezuela, Cuba, Brasile, Honduras e Bolivia hanno partecipato alle discussioni e hanno presentato le loro preoccupazioni e riserve.
Dopo lunghi negoziati, il paragrafo 15 della Dichiarazione finale è stato formulato per esprimere “profonda preoccupazione per la guerra contro l’Ucraina” e “sostegno agli sforzi diplomatici per la pace”. Tuttavia, nell’ultima pagina della Dichiarazione, si leggeva che “questa Dichiarazione è stata approvata da tutti i Paesi tranne uno”, il Nicaragua. Questo evento ha sottolineato la complessità delle negoziazioni e l’importanza di trovare un compromesso che potesse soddisfare le varie posizioni dei partecipanti al vertice.
Bruxelles, dal canto suo, aveva sperato che il testo contenesse una chiara condanna dell’aggressione russa. Tuttavia, come detto, molti Paesi dell’America Latina non sono concordi. Nonostante questo, alcuni Paesi, come il Cile, si sono schierati senza sfumature e con determinazione contro l’“aggressione imperiale”. “Oggi è l’Ucraina, ma domani potrebbe essere ognuno di noi”, ha affermato il presidente cileno Gabriel Boric durante il vertice, aggiungendo che “quello che sta accadendo in Ucraina è un’inaccettabile guerra di aggressione imperialista che viola il diritto internazionale”.
Rafforzare i legami tra UE e CELAC: investimenti e cooperazione al centro del vertice
Dopo otto anni di “assenza”, l’obiettivo del vertice, però, era quello di ricostruire le relazioni con i Paesi del subcontinente latinoamericano storicamente, culturalmente e linguisticamente molto vicini, soprattutto ai paesi latini dell’Europa, con l’impegno di stabilire nuove relazioni economiche sulla base del rispetto e del vantaggio reciproco. Oggi l’Europa sta modificando almeno in parte la sua dipendenza da “rivali sistemici” come la Cina nella catena di approvvigionamento, per entrare in una nuova fase di globalizzazione controllata, di sicurezza economica e di sviluppo, di certezza e stabilità nelle catene del valore.
Questo rilancio è di fondamentale importanza per contrastare la crescente presenza della Cina, nonché per garantire l’accesso alle materie prime indispensabili per la transizione energetica. L’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri, Josep Borrell, è stato il primo a riconoscere la colpevolezza dell’Europa nell’aver trascurato la regione negli ultimi anni, e ha sottolineato l’importanza di adattarsi al nuovo scenario geopolitico che si sta delineando con l’ascesa della Cina e il cambiamento di ruolo della Russia. L’America Latina, da parte sua, è diventata oggetto del crescente interesse di Pechino, che è diventato il secondo partner commerciale dell’America Latina e dei Caraibi, aumentando gli investimenti nella regione di 26 volte tra il 2000 e il 2020, passando da 12 miliardi di dollari a 310 miliardi di dollari. Inoltre, 21 Paesi della regione hanno aderito al progetto “One Belt, One Road”, con la Cina che ha iniziato a costruire giganteschi terminal portuali in Perù e Cile e nei Caraibi.
L’UE si è quindi impegnata ad investire in America Latina e nei Caraibi per contrastare l’avanzata cinese, adottando una transizione digitale ed ecologica “equa” attraverso il Global Gateway, un programma di investimenti di qualità che rispettano valori e standard internazionali nei settori dell’energia, dei trasporti, delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca e della salute. La Presidente della Commissione europea von der Leyen ha presentato il pacchetto di investimenti del valore di 45 miliardi di euro, che è stato incluso nella Dichiarazione finale (punto 28) come parte di una strategia volta a ridurre il divario di investimenti tra l’UE e la regione dell’America Latina e dei Caraibi.
L’iniziativa Global Gateway si estende fino al 2027 e comprende oltre 130 progetti. Tra questi, il Fundamental Raw Materials Club che mira a rafforzare le filiere sostenibili, con particolare attenzione al litio in Cile e Argentina. Altri progetti includono il potenziamento delle reti di telecomunicazione nell’Amazzonia brasiliana; l’iniziativa del Team Europe per le foreste tropicali in Brasile e il contributo all’Amazon Fund, l’elettrificazione dei trasporti pubblici in Costa Rica, la costruzione della Linea 2 della metropolitana di Bogotà, l’implementazione della rete 5G in Giamaica, il rafforzamento della rete elettrica in Paraguay, lo sviluppo dell’idrogeno verde in Cile; l’iniziativa Health Resilience per sostenere la produzione farmaceutica locale e l’iniziativa Global Green Bonds. Questi progetti ambiziosi mirano a promuovere la sostenibilità e a stimolare una crescita economica equa e inclusiva nella regione.
Von der Leyen ha definito questo accordo come “il risultato più significativo del vertice“, sottolineando l’importanza e l’impatto positivo che avrà su entrambe le regioni. L’UE ha inoltre firmato due protocolli d’intesa con Argentina e Uruguay sull’energia verde e l’idrogeno e un accordo con il Cile sulle materie prime.
UE-Mercosur: appuntamento rimandato alla fine dell’anno
Tuttavia, le relazioni tra l’Unione Europea e la regione latinoamericana sono state inficiate anche dalla lentezza dei progressi riguardo agli accordi controversi con il Mercosur. L’accordo di libero scambio, firmato nel 2019, è ancora in attesa di ratifica, principalmente a causa delle preoccupazioni sulla sostenibilità, in particolare il processo di deforestazione dell’Amazzonia brasiliana. Infatti, i parlamenti dei Paesi Bassi e dell’Austria si sono opposti all’accordo, sostenendo che un aumento delle importazioni dal Sud America metterebbe i consumatori dell’UE in una posizione di responsabilità rispetto alla deforestazione. Inoltre, diversi leader europei, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, hanno manifestato preoccupazione riguardo all’accordo commerciale. In particolare, per loro, esiste il timore che l’apertura del mercato ai produttori del Mercosur possa mettere a rischio l’agricoltura europea e influire sugli standard di produzione e sicurezza alimentare.
Non sarà un compito facile riuscire a ratificare l’accordo entro la fine dell’anno. Le richieste europee potrebbero, infatti, essere percepite dai Paesi del Mercosur come una forma di protezionismo agricolo o come un tentativo di mantenere un vantaggio competitivo nel settore agricolo. Questo potrebbe essere visto come un comportamento di dominanza economica, poiché le richieste europee potrebbero porre vincoli o ostacoli agli interessi dei paesi del Mercosur nel mercato europeo.
Von der Leyen ha però sottolineato i significativi progressi compiuti nella lotta alla deforestazione da quando il Presidente brasiliano Lula è tornato al potere, dichiarando inoltre che questi progressi saranno incorporati in un documento in fase di preparazione che le due parti stanno negoziando per soddisfare le richieste europee di conformità con l’Accordo di Parigi.
Analogamente, il Presidente argentino Alberto Fernández si è mostrato fiducioso riguardo ai passi concreti intrapresi dall’Europa verso una nuova fase di relazioni politiche e commerciali. Fernández si è mostrato ottimista riguardo ai futuri accordi commerciali transatlantici e ha affermato che il governo Lula ha agevolato notevolmente le discussioni. Tuttavia, ha ammesso che vi sono questioni da risolvere che riguardano più l’Europa che il Mercosur: secondo Fernández, le nuove esigenze ambientali dell’Europa sono diventate un ostacolo da superare, in quanto il Green Deal ha modificato sostanzialmente l’accordo firmato nel giugno 2019.
Lo stesso Lula ha sottolineato che l’accordo commerciale tra UE e Mercosur è una delle priorità del Brasile, ma che deve basarsi sulla fiducia e non sulle minacce. Ha inoltre sottolineato che la difesa dei valori ambientali comuni non deve essere usata come scusa per il protezionismo. Il contrasto di vedute tra l’UE e il Brasile rappresenta un ostacolo significativo e, al momento, sembra difficile prevedere quando e se le due parti riusciranno a trovare una soluzione che soddisfi entrambe le posizioni. L’UE desidera garantire che l’accordo sia in linea con gli standard ambientali e il rispetto dell’Accordo di Parigi, mentre il Brasile difende il suo diritto di agire in conformità con le proprie strategie di sviluppo e politiche ambientali, assicurando però il suo impegno per eliminare la deforestazione entro il 2030.
Prospettive future
Le prospettive future delle relazioni tra l’Unione Europea e l’America Latina e i Caraibi appaiono promettenti, ma complesse. Il vertice UE-CELAC a Bruxelles ha segnato un significativo passo in avanti nella rinnovata volontà dell’Unione Europea di rafforzare i legami con la regione latinoamericana. Da un lato, la firma di una serie di accordi e trattati bilaterali durante il vertice dimostra la volontà condivisa di promuovere relazioni economiche più solide e migliorare la cooperazione in settori chiave. L’ambizioso pacchetto di investimenti del valore di 45 miliardi di euro presentato dall’Unione Europea rappresenta un segnale di impegno concreto verso la regione.
Tuttavia, il cammino verso una partnership più stretta non sarà privo di ostacoli. La questione dell’Ucraina ha messo in luce le divergenze di opinione tra i paesi latinoamericani e l’Unione Europea riguardo alle azioni da intraprendere nei confronti della Russia. Questo dimostra che esistono ancora differenze significative di vedute riguardo alla politica internazionale e alle strategie per affrontare le crisi globali.
Inoltre, le negoziazioni tra l’Unione Europea e il Mercosur hanno subito ritardi e ostacoli a causa di diverse preoccupazioni. La difesa del Brasile della sua sovranità decisionale ha suscitato tensioni con l’UE, che cerca di garantire che l’accordo sia in linea con gli standard ambientali internazionali.
Il prossimo vertice UE-CELAC, previsto per il 2025 in Colombia, sarà dunque un ulteriore momento cruciale per verificare lo stato dei legami tra le due regioni. Per raggiungere una partnership solida e vantaggiosa per entrambe le regioni, sarà essenziale mantenere un dialogo costante e approfondito, cercando di trovare soluzioni condivise per le questioni complesse ancora aperte. Il rilancio delle relazioni economiche, diplomatiche e culturali tra l’Unione Europea e l’America Latina sarà un obiettivo ambizioso ma fondamentale per garantire una crescita prospera e sostenibile nella regione latinoamericana.
Il vertice appena concluso rappresenta solo l’inizio di un percorso verso una partnership più forte e stabile. Le sfide geopolitiche e le divergenze di vedute dovranno essere affrontate con impegno e diplomazia da entrambe le parti, al fine di costruire un futuro congiunto basato sul rispetto reciproco e su una cooperazione vantaggiosa per l’America Latina e i Caraibi.