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TematicheRussia e Spazio Post-sovieticoLa situazione interna ucraina dall’inizio dell’invasione del 2022

La situazione interna ucraina dall’inizio dell’invasione del 2022

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Alla fine di gennaio 2023, l’esecutivo ucraino ha assistito ad una serie di dimissioni ai più alti livelli: quattro viceministri, cinque governatori regionali e un assessore chiave vicino al presidente. La ragione dietro alle dimissioni è la corruzione, un problema ben noto all’Ucraina, che infatti viene considerato il paese più corrotto d’Europa. 

Secondo l’ONG Transparency International, infatti, Kiyv si attesta al 122esimo posto per corruzione nel settore pubblico. Per questo motivo, solo il 25% degli ucraini ha fiducia nelle istituzioni e nei tribunali. Prima dell’invasione russa, il governo ucraino stava lavorando a delle proposte di legge per combattere la corruzione, istituendo, ad esempio, Ufficio Nazionale Anti Corruzione. Questa questione è cruciale per Kiev anche nell’ottica di una futura adesione all’Unione Europea, in quanto la lotta alla corruzione è uno dei requisiti chiesti da Bruselles. 

Tuttavia, una proposta di legge introdotta nella Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, il 3 maggio dello scorso anno, prevede alle persone accusate di corruzione di essere esentate dalla responsabilità penale se il danno viene interamente risarcito durante il periodo della legge marziale. Visto che è stato difficile per i pubblici ministeri quantificare l’entità dei fondi rubati in alcuni dei più grandi casi di corruzione, questa legge consentirebbe a coloro che sono coinvolti, tra cui alcuni dei più importanti oligarchi ucraini, di sfuggire alla responsabilità per i crimini commessi prima della guerra attraverso un pagamento ridotto. 

Prima dell’inizio di quest’ultima fase della guerra nel 2022, le principali questioni di politica interna dell’Ucraina comprendevano: le misure anticorruzione e la lotta contro gli oligarchi, la riforma sanitaria nazionale, la pandemia COVID-19 e il conflitto nel bacino del Donbas. La guerra russa in Ucraina ha provocato cambiamenti fondamentali nella politica interna del Paese. Inoltre, mentre la possibilità di un’invasione russa da est aumentava ogni giorno alla fine di gennaio e febbraio scorsi, gli ucraini sono stati spinti ad avvicinarsi all’unità politica interna come mai era accaduto dalla dichiarazione di indipendenza del 1991. 

Zelenskyy e la de-oligarchizzazione

Anche la posizione del Presidente Volodymyr Zelenskyy prima dell’invasione russa del 2022 era indebolita. Il suo partito (Servitore del Popolo), infatti, aveva ottenuto risultati inferiori alle elezioni locali e regionali del 2020. Il suo consenso personale era sceso al 20% e la sua squadra di governo era caratterizzata da lotte interne. Una delle maggiori cause di scontro e malcontento era costituita dalla campagna di “de-oligarghizzazione”, lanciata da Zelenskyy a novembre del 2021. 

La legge approvata mirava a limitare il potere degli oligarchi. Tuttavia, la definizione stessa di oligarca all’interno della legge era stata giudicata vaga; inoltre, il Presidente, aveva il controllo sul Consiglio per la Sicurezza e la Difesa Nazionale che aveva il compito di stilare la lista degli oligarchi. Questi due elementi della legge erano stati giudicati problematici, criticando la posizione di Zelenskyy che avrebbe quindi avuto un’eccessiva influenza sul processo di de-oligarchizzazione. Nonostante ciò, dall’inizio dell’invasione del 2022, le frange più ricche del paese hanno mostrato quasi uniformemente il sostegno al governo di Kiev nella guerra contro la Russia, fornendo donazioni sostanziali per aiutare l’Ucraina a soddisfare le esigenze di difesa e umanitarie. Questi sforzi non sono disinteressati: la crisi offre un’opportunità per migliorare la loro posizione e assicura loro un ruolo chiave nella futura ricostruzione del Paese. Ciò ha anche rafforzato la figura di Zelenskyy, il cui consenso è salito al 90%.

I rapporti centro-periferia

Anche le amministrazioni delle principali città dell’est del paese come Kharkiv, Odessa e Dnipro che prima di febbraio 2022 non godevano di ottimi rapporti con il potere centrale di Kiyv, dopo l’inizio dell’invasione hanno compiuto un cambio di passo, sostenendo a pieno l’amministrazione di Zelenskyy nella resistenza e nell’impegno a mantenere il controllo su quei territori. 

Dopo l’invasione della Russia, l’élite ucraina ha dimostrato un’unità raramente riscontrata in precedenza. I disaccordi precedenti sono stati messi da parte, non ci sono state defezioni di massa e la vita politica si è spostata nella cerchia ristretta del presidente, dove vengono prese le decisioni chiave. Dalla ripresa della guerra nel 2022, quindi, il governo di Kiyv ha gradualmente accentrato il proprio potere. Questa tendenza può essere in parte giustificata dalla situazione bellica in cui l’Ucraina si trova, ma non è da escludere il rischio nel medio-lungo termine di un consolidamento di questo processo e le conseguenze che ne possono derivare. 

All’inizio del conflitto, il Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale dell’Ucraina ha sospeso l’attività di diverse strutture politiche legate alla Russia, mentre il Parlamento ucraino ha approvato una misura simile, firmata dal Presidente Zelensky il 14 maggio, per vietare i partiti politici che giustificano o negano l’aggressione armata della Russia contro l’Ucraina. Sebbene la motivazione di vietare i partiti politici legati alla Russia sia comprensibile come difesa contro possibili ingerenze di Mosca, essa solleva preoccupazioni riguardo al processo democratico e allo stato di diritto e potrebbe risultare problematica per l’Ucraina in futuro. Alcuni esperti legali sostengono che il divieto viola la Costituzione ucraina e potrebbe essere contestato dai tribunali europei per violazione delle libertà politiche fondamentali o annullato dalla Corte costituzionale ucraina.

In conclusione, la politica interna dell’Ucraina è destinata a trasformarsi a seguito della guerra e le sfide da affrontare sono molte. Tra queste, la società ucraina dovrà affrontare la difficile questione di come riconciliare il ruolo che alcune figure politiche hanno svolto negli anni precedenti l’invasione con quello che hanno assunto nei mesi successivi. Questo vale non solo per i politici precedentemente filorussi e per gli uomini forti a livello regionale, ma anche per gli oligarchi ucraini. Sarà inoltre necessario garantire che il fervore patriottico che ha permesso all’Ucraina di resistere all’invasione russa non si trasformi in derive illiberali che potrebbero danneggiare il Paese nel lungo periodo.

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