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Turchia: sassaiola a un comizio dell’opposizione, cresce la tensione a ridosso delle elezioni del 14 maggio

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La campagna elettorale in Turchia si scalda a poco più di una settimana dal voto per la presidenza e il parlamento, previsto per domenica 14 maggio.

VAN – Diverse persone sono state ferite da sassi lanciati sulla folla durante un comizio dell’opposizione presso Erzurum, una città nell’Anatolia orientale. Sul palco della manifestazione c’era Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e candidato alla vice-presidenza nell’Alleanza della Nazione (Millet Ittifaki), coalizione di sei partiti che ha scelto Kemal Kilicdaroglu, leader del partito Repubblicano (Chp), per sfidare il presidente Recep Tayyip Erdogan alle presidenziali del 14 maggio. In diversi video e foto condivisi su Twitter da giornalisti e da attivisti dell’opposizione, si vedono alcuni partecipanti al comizio, tra i quali anche dei giovani ragazzi, con escoriazioni alla testa e al volto. Imamoglu ha invitato il pubblico a mantenere la calma e a non rispondere con nessun mezzo a quella che ha definito “una provocazione”. La manifestazione è stata interrotta e il sindaco di Istanbul ha annunciato che sporgerà denuncia contro Okay Memis, governatore di Erzurum, e contro il capo della polizia locale, per non aver garantito la sicurezza. Una volta atterrato Istanbul, Imamoglu è stato accolto dalla folla in aeroporto, dove ha improvvisato un breve comizio.

Le reazioni politiche

Il governo non ha commentato ufficialmente l’incidente, ma due suoi rappresentanti, rispettivamente Ibrahim Kalin, il portavoce della presidenza, e Suleyman Soylu, ministro dell’Interno, hanno rilasciato delle dichiarazioni, sebbene utilizzando toni molto diversi. Kalin, che durante le violenze di Erzurum era in diretta sul canale televisivo nazionale Haber Turk, ha condannato l’episodio definendolo “inaccettabile”. Soylu, invece, ha condiviso un tweet in cui ha definito Imamoglu “un provocatore”, spiegando in una trasmissione sul canale Ulke TV che Imamoglu si sarebbe cercato l’incidente presentandosi in una città notoriamente nazionalista e quindi, secondo lui, avversa al Chp. Inoltre ha definito il sindaco di Istanbul un manipolatore, oltretutto in cerca di consenso rispetto sia a Kilicdaroglu che all’altro candidato presidenziale, Mansur Yavas, poiché, secondo il ministro, starebbe vivendo la frustrazione di non essere stato nominato come il candidato alla presidenza dell’Alleanza della Nazione.

Il presidente Erdogan non ha rilasciato dichiarazioni, anche perché in quel momento era impegnato in un comizio a Istanbul che ha radunato, secondo le fonti ufficiali, 1,7 milioni di persone presso l’area ricreativa dell’aeroporto Ataturk. L’incontro era stato annunciato come “il raduno del secolo”, denominazione che rievoca uno degli slogan della campagna elettorale del partito di Erdogan (Akp), “il secolo della Turchia”. Quest’anno, infatti, ricorre il centenario della fondazione della repubblica e il presidente ha progettato un ambizioso piano per rilanciare l’operato da lui svolto nell’ultimo ventennio nell’ambito della difesa, delle infrastrutture e degli investimenti economici. Durante il comizio Erdogan ha accusato l’opposizione di voler distruggere il benessere del Paese raggiunto grazie al proprio lavoro e di essere in combutta con i terroristi, mostrando un video deepfake in cui un membro del PKK, l’organizzazione politica curda considerata un gruppo terroristico da diversi Stati, tra i quali Turchia e Stati Uniti, canta la canzone dello spot elettorale di Kilicdaroglu, “Haydi”, che si significa “forza, andiamo”.

L’inasprimento generale del clima politico a ridosso del voto

A poco meno di una settimana dal voto, dunque, i toni della campagna elettorale si fanno più aspri, mentre cresce la tensione nel Paese. Nella giornata di domenica, infatti, Imamoglu non è stato l’unico leader dell’opposizione a subire episodi di violenza. Anche il candidato alla presidenza Sinan Ogan, a capo dell’alleanza nazionalista Ata, ha denunciato su Twitter che il proprio autobus elettorale ha subito un attacco mentre lasciava la città di Van dopo un incontro pubblico. Ogan, fuoriuscito dal partito nazionalista (Mhp) che attualmente è alleato di Erdogan, rappresenta l’unica alternativa sia ad Erdogan che a KK alle presidenziali, dopo che Muharrem Ince, ex membro del Chp sconfitto alle presidenziali del 2018 e ora leader del Memleket Partisi (Partito della Patria), si è ritirato dalla corsa politica giovedì mattina.

Mentre il consenso per Ogan si è finora mantenuto al 2 per cento (…) Ince era dato al 5%. Il suo ritiro potrebbe far svanire la possibilità ventilata dai media di un secondo turno e potrebbe avvantaggiare KK, dal momento che si ritiene che Ince avesse una forza attrattiva per la base elettorale dell’Alleanza della nazione.

Cosa dicono gli ultimi sondaggi

In questo caso, si prevede che ci potrà essere un testa a testa tra Erdogan e Kilicdaroglu. Secondo un sondaggio effettuato tra il 18 e il 24 aprile dalla rivista al-Monitor, in partnership con l’agenzia di statistica Premise Data, le preferenze nel caso di ballottaggio sarebbero attestate al 45,2% per quanto riguarda Erdogan e il 44,9% per Kilicdaroglu. Nelle scorse elezioni lo stacco tra Erdogan e l’allora principale candidato dell’opposizione, Ince, era di almeno cinque punti percentuali.

L’ago della bilancia di queste elezioni è rappresentato dai giovani, secondo il sondaggio di al-Monitor/Premise Data, poiché almeno un 11% degli intervistati si è attestato tra gli indecisi rispetto alle preferenze di voto. Questa tendenza è destinata a evolvere man mano che ci si avvicina all’appuntamento elettorale. Pertanto, la sfida tra i due candidati rimane ancora aperta e sarà una lotta fino all’ultimo voto, in un clima politico che si preannuncia più infiammato che mai in quelle che l’Economist ha definito “le elezioni più importanti del 2023”.

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