Restiamo ai fatti. La notizia del ballottaggio il prossimo 28 maggio in Turchia per decidere l’esito delle elezioni politiche e presidenziali è di per sé una buona notizia. Non fosse altro perché se “a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina” (Giulio Andreotti dixit), ammesso e non concesso che qualcuno avesse voluto barare in qualche modo, è evidente che non ci sia riuscito. Ma questa è solamente fantapolitica. Restando ai fatti, dunque, l’esistenza stessa di un ballottaggio sgombra il campo da molte polemiche sulla scarsa trasparenza del voto. Anzitutto merita applausi un’affluenza record che in Turchia ha sfiorato il 90% (fermandosi all’88%), di quasi 25 punti superiore a quella fatta registrare in Italia lo scorso settembre (63,91%). Una vera e propria febbre democratica.