Donald Trump continua a far discutere. La figura dell’ex presidente è sempre al centro dell’attenzione politica e mediatica americana e il diretto interessato, come ogni figura divisiva, sembra non disdegnare tale interesse. Nel suo ultimo discorso pubblico, il tycoon newyorkese ha infatti dichiarato che in caso di vittoria nel 2024 sarebbe disposto a concedere la grazia ai rivoltosi dell’assalto al Campidoglio. Parole da candidato?
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Lo scorso sabato Donald Trump ha tenuto a Conroe, in Texas, un nuovo discorso davanti ai suoi sostenitori, accorsi per vedere ed ascoltare l’ex presidente nel suo secondo comizio dell’anno. Il secondo di una serie denominata “Save America Rally”.
Il discorso
Il discorso, nei suoi punti salienti, ha rispettato ciò che in effetti ci si aspetterebbe dall’ex presidente. Dalle critiche a Biden ai pensieri sugli Stati Uniti sulla scia dell’ormai celebre slogan “Make America Great Again”, passando a riflessioni di politica estera e la situazione che il Paese sta vivendo a livello globale e in relazione alla crisi ucraina. “Il nostro Paese è arrabbiato e vuole essere rispettato di nuovo. Insieme dobbiamo salvare l’America”, ha affermato l’ex presidente. “L’incompetenza di Joe Biden ci sta facendo rischiare una terza guerra mondiale”. “Quello che Putin e la Russia stanno facendo con l’Ucraina non sarebbe mai accaduto con me presidente. Con me l’America era rispettata, forse più rispettata che mai”. E ancora “il nostro Paese sta morendo. Io sto cercando di salvare gli Stati Uniti: con me avremmo avuto un accordo con l’Iran una settimana dopo le elezioni e Putin non avrebbe mai mosso truppe vicino all’Ucraina”.
L’ex presidente è poi tornato sulle ultime elezioni parlando di “elezioni rubate”, ormai espressione consuetudinaria del discorso trumpiano, e di un sistema elettorale “corrotto”. “Siamo un paese del terzo mondo. Siamo a nove mesi dalle elezioni di medio termine e abbiamo bisogno di una vittoria a valanga in modo che i democratici non possano rubarci il risultato. Questo è l’anno in cui ci riprendiamo il Congresso. E nel 2024 ci riprenderemo la Casa Bianca”.
Dopo aver citato le prossime midterm di novembre, possibile punto di rottura di questo quadriennio, l’attenzione si è quindi spostata sul 2024, dando una sorta di “anticipazione” di quello che potrebbe essere. “Se dovessi correre e vincere, tratteremo equamente quelle persone del 6 gennaio. Le tratteremo equamente, e se richiedesse la grazia, concederemo loro la grazia perché sono trattati ingiustamente”.
Parole che hanno ovviamente attirato l’attenzione e fatto inevitabilmente discutere, anche all’interno dello stesso Partito Repubblicano, dove Trump è ancora il principale punto di riferimento. Se lo sdegno dei Democratici era ampiamente preventivabile, anche una manciata di Repubblicani fra cui Lindsay Graham, Liz Cheney e Adam Kinsinger, non hanno nascosto perplessità, considerando anche che le autorità hanno arrestato e incriminato più di 700 persone nelle indagini legate all’assalto al Campidoglio.
Voci repubblicane del Texas: declinazioni dell’attuale pensiero trumpiano
Perplessità non riscontrate invece durante la stessa tappa texana, fra i suoi sostenitori e i rappresentanti del Partito Repubblicano dello Stato della stella solitaria. Le allusioni alla possibile corsa del 2024 dell’ex presidente sono state ben accolte, così come tutte le altre argomentazioni presentate. Molti rappresentanti del GOP si sono infatti espressi favorevolmente nei confronti di Trump, abbracciandone pensieri e istanze.
Due dei leader statali più favorevoli a Trump, il tenente governatore Dan Patrick e il commissario all’agricoltura Sid Miller, hanno chiarito che vorrebbero che l’ex presidente si candidasse nuovamente. Miller si è autoproclamato come il primo funzionario statale ad appoggiare Trump per il 2024 e ha detto che i candidati repubblicani di tutto il Paese dovrebbero essere interrogati al riguardo, per rendersi conto di “chi sono i veri patrioti”. “Non so cosa accadrà nel 2024, ma ho la sensazione che se il quarantacinquesimo presidente volesse diventare anche il quarantasettesimo, l’America lo renderà tale”, ha detto Patrick, presentando appunto in seguito Trump come il “quarantacinquesimo e presto quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti”.
D’altronde Donald Trump è fortemente popolare fra i Repubblicani del Texas, storica roccaforte del partito, e l’intervento di Matt Rinaldi, presidente statale del partito, non ha fatto altro che rimarcare questo aspetto. “Il Partito Repubblicano del Texas ora non è più quel partito debole del passato”, ha detto Rinaldi. “Siamo l’audace partito di Donald Trump e rimarremo così”. Sulle false dichiarazioni di brogli, gli accorsi si sono dimostrati ovviamente dalla parte del loro beniamino. Sull’argomento, le allusioni di Trump hanno toccato anche le governatoriali texane che si terranno insieme alle midterm a novembre. L’attuale governatore repubblicano Greg Abbott si confronterà col candidato democratico Beto O’Rourke, e il tycoon in merito nel suo discorso ha detto che il Texas “non sta diventando mai e poi mai blu, cioè a meno che non trucchino le elezioni”. “Non lasciare che lo facciano, governatore”, ha detto Trump, riferendosi allo stesso Abbott, presente al raduno. Dan Patrick, inoltre, mentre stava parlando, si è trovato di fronte a canti che intonavano “Fix 2020”. “Beh, sappiamo tutti chi ha vinto nel 2020”, la risposta di Patrick, il quale ha lavorato a entrambe le campagne presidenziali di Trump in Texas.
Mid-term e 2024, Trump leader del Partito Repubblicano
Il fatto che la linea Trump sia ancora forte nel Partito Repubblicano è tutt’altro che una novità. La sconfitta elettorale patita nel novembre del 2020 non sembra aver fiaccato le ambizioni dell’ex presidente e nemmeno la sua presa sul partito. Ne sono conferma il suo spendersi in incontri, raduni e endorsement in vista delle elezioni di metà mandato del prossimo 8 novembre e i continui attacchi all’operato dei Dem e di Biden, nei confronti del quale ha anche detto che i Repubblicani cacceranno “la famiglia criminale Biden dalla Casa Bianca nel 2024”.
Anche i candidati repubblicani alle midterm sembrano fare a gara nell’aggiudicarsi l’appoggio di Trump in vista delle elezioni, percependo che avere dalla loro la sua figura e la sua popolarità potrebbero essere importanti nel conseguire la vittoria. Ma anche gli stessi rappresentanti già eletti, sia alla Camera che al Senato, fanno fatica a distanziarsi dalla sua figura ammesso che ne abbiano l’intenzione. Sappiamo di alcuni contrasti interni, specialmente col leader repubblicano al Senato Mitch McConnell, ma la convenienza politico-elettorale prevale in ogni caso nei calcoli di candidati ed eletti, i quali devono sempre rispondere all’elettorato del proprio operato e delle proprie elezioni.
Chi prova a mostrare perplessità e a prendere le distanze non finisce poi in una buona posizione, come nel caso dei già citati Liz Cheney o Adam Kirzinger, dei quali potrebbe essere discussa l’espulsione nel convegno annuale del partito a Salt Lake City che si terrà nei prossimi giorni a causa delle loro posizioni avverse. Sarebbe un’eventualità inusuale per il partito se si arrivasse ad una tale azione contro due suoi membri in carica al Congresso, ma sembra che David Bossie, figura vicina all’ex presidente, stia spingendo con una risoluzione in favore della loro cacciata.
In ottica 2024, invece, Trump non ha ancora ufficializzato la sua candidatura, facendo solo riferimenti sibillini ad essa. Tuttavia, se decidesse definitivamente di scendere nuovamente in campo, quanto sarebbe lontano dal vincere la nomination repubblicana? In quanti nel partito si esporrebbero contro la sua candidatura? E soprattutto: chi sarebbe abbastanza forte da imporsi in uno scontro elettorale interno contro di lui? Se alle prime due domande decidessimo di concederci un margine di non escludibilità, esercizio attualmente di profonda elasticità mentale, in questo momento per la terza domanda la risposta sembra essere solo una: nessuno. E con un’eventuale vittoria repubblicana il prossimo novembre è facile immaginare che avrebbe la strada ancora più spianata. In ogni caso, basterà avere un po’ di pazienza per vedere il quadro completo.