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Tra pandemia e Cina: Biden e il suo primo incontro con i giornalisti

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Nella sua prima conferenza stampa dall’insediamento alla Casa Bianca, Biden ha trattato diversi temi. Le domande dei cronisti si sono incentrate prevalentemente sull’emergenza migratoria al confine tra Messico e Stati Uniti. Nel campo della politica estera, Biden ha parlato di Cina, Corea del Nord e Afghanistan, esortando Pechino al rispetto dei diritti umani. Il presidente americano pare comunque essere concentrato esclusivamente sui problemi di politica interna: la lotta al Covid-19 ed il sostegno economico alla classe media americana colpita dalla pandemia saranno le principali priorità che il leader democratico affronterà durante la prima fase di amministrazione.

Nella prima conferenza stampa con i giornalisti dal giorno in cui è entrato alla Casa Bianca, Biden ha parlato per circa un ora e mezza. Il tema principale trattato durante l’incontro con la stampa è stato quello relativo alla questione migratoria lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, definita una problematica di lungo termine dal presidente americano, il quale è sembrato essere maggiormente determinato a fornire priorità ad altre emergenze, in particolare agli effetti sociali ed economici provocati dalla pandemia da Covid-19.

Biden ha respinto la tesi secondo la quale i migranti giunti in massa al confine messicano siano stati spinti dalle sue parole pronunciate durante la campagna elettorale, incentrate prevalentemente sulla loro regolarizzazione. Il presidente americano ha evidenziato come l’aumento del flusso migratorio sia un processo che si ripete con regolarità durante i mesi di gennaio, febbraio e marzo: questi periodi, caratterizzati da temperature più miti rispetto al resto dell’anno, spingono infatti i migranti a mettersi in cammino nel tentativo di raggiungere il confine messicano.

Il leader democratico ha inoltre accusato la precedente amministrazione guidata da Donald Trump di aver eliminato il finanziamento di 700 milioni di dollari, approvato durante la presidenza Obama, finalizzato ad affrontare le cause profonde dei processi migratori del Triangolo del Nord.

Nel 2016 il governo federale assicurò all’America centrale la somma di 750 milioni di dollari, contro i 338 milioni stanziati nel 2014 ma l’accusa portata avanti da Biden nei confronti del tycoon pare essere priva di fondamento: durante il suo mandato, Trump ha senza dubbio richiesto che nei bilanci annuali venissero effettuati tagli drastici agli aiuti esteri ma non ha mai eliminato il finanziamento nei confronti del Triangolo del Nord. Il Congresso, infatti, decise di finanziare circa 500 milioni di dollari di aiuti all’America centrale durante l’anno fiscale 2021, sospendendo il finanziamento nell’aprile del 2019, quando il numero di migranti al confine aumentò sensibilmente, ma ripristinandolo comunque nell’ottobre 2019. In questo senso, la nomina di Kamala Harris a capo della task force per la crisi dei processi migratori ha come scopo la ricerca di un accordo tra democratici e repubblicani per fornire agli stati del Triangolo Nord 700 milioni di dollari per cercare di risolvere alla base i problemi che spingono gli immigrati a lasciare il loro paese.

Per quanto concerne i bambini non accompagnati giunti al confine statunitense, Biden ha chiarito che la sua amministrazione se ne prenderà cura per il tempo necessario a rintracciare un genitore o un parente del ragazzo, il quale verrà poi successivamente rimpatriato nella sua terra d’origine.

Anche in questo ambito l’inquilino della Casa Bianca ha platealmente accusato Trump di aver ridotto il numero di posti letto riservati all’accoglienza degli adolescenti. Ma anche quest’ultima affermazione da parte dell’inquilino della Casa Bianca appare come una critica priva di fondamento. Secondo un rapporto prodotto dal Government Accountability Office, in risposta all’enorme flusso di bambini migranti avvenuto durante l’amministrazione Obama, nel 2015 l’Agenzia dei Rifugiati incrementò i posti letto di circa 6 mila unità mensili rispetto al 2011, portandoli ad ottomila unità.

Nel corso dell’amministrazione del tycoon, la capacità mensile dei posti letto si ridusse a circa settemila unità nel settembre 2017, per poi arrivare ad oltre tredicimila durante l’ultimo mese dei presidenza: è necessario prendere in considerazione che a causa del Covid-19 alcuni rifugi hanno dovuto necessariamente ridurre la loro capacità di ospitalità allo scopo di conformarsi ai protocolli in contrasto alla pandemia, prima di tornare, in ragione dell’aumento del flusso migratorio, alla piena operatività nel corso di quest’ultimo mese.

Relativamente alla politica estera, Biden ha chiarito che per questioni tecniche risulti altamente improbabile il ritiro dal 1′ maggio dei circa 3500 soldati americani presenti in Afghanistan, chiarendo come risulti essere obbiettivo specifico della sua amministrazione non prolungare per molto tempo la presenza militare in terra afghana.

Capitolo a parte merita la Corea del Nord, definita dall’inquilino della Casa Bianca la principale questione di politica estera: Biden ha infatti evidenziato come il lancio di due missili balistici Cruise da parte di Pyongyang risulti essere in contrasto con la risoluzione 1718 delle Nazioni Unite ma ha comunque aperto la strada ad una soluzione diplomatica a patto che venga raggiunto l’obiettivo specifico della denuclearizzazione.

Nel corso della conferenza stampa si è parlato anche delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cina. Biden ha sottolineato i suoi buoni rapporti personali con il presidente cinese Xi-Jinping: durante il primo dialogo telefonico tra i due capi di stato della durata di due ore, il 78enne democratico ha spianato la strada ad un confronto, evidenziando la necessità che la Cina rispetti le regole internazionali, ovvero concorrenza leale, pratiche e commercio equo.

Secondo il parere del presidente americano nella competizione tra Washington e Pechino, gli Stati Uniti devono necessariamente investire nella scienza, nella ricerca, nella tecnologia ed informatica quantistica. Washington investe attualmente in ricerca lo 0,7% del Pil: troppo poco per Biden che vuole riportare il valore intorno al 2%.

Il presidente americano ha inoltre fatto presente come la sua amministrazione insisterà nel richiamare la Cina al rispetto dei diritti umani, in particolare appare preoccupante agli occhi di Washington la situazione degli Uiguri e di Hong Kong. Nonostante la Cina ambisca a diventare il paese leader, più ricco e più potente del mondo, Biden si dichiara convinto che questo non accadrà durante la sua presidenza.

Biden argomenta inoltre come l’intero pianeta si trovi a dover fare i conti con una quarta rivoluzione industriale, la quale riverserà probabilmente le sue conseguenze sulla classe media, sull’ambiente, sulla scienza, sulla tecnologia, sulla stessa democrazia, la quale si dovrà far trovare necessariamente preparata a recepire le istanze provenienti dai cittadini. Nelle opinioni del presidente americano ciò che si prospetta all’orizzonte è un conflitto tra le democrazie del XXI secolo e le autocrazie, Cina e Russia in testa.

Secondo il parere espresso dall’inquilino della Casa Bianca, una presidenza ha successo quando riesce ad utilizzare al meglio il tempo a disposizione, fornendo le giuste priorità a ciò che deve essere realizzato.Il disegno complessivo che giunge dal primo incontro tra Biden e i giornalisti è quello di un presidente profondamente preoccupato per i problemi della classe media americana, citata più volte durante il colloquio con i cronisti. Le scelte della sua amministrazione verranno probabilmente compiute con estrema gradualità e prudenza: il primo problema che il leader democratico vuole lasciarsi alle spalle è la pandemia da Covid-19. A tal proposito, nonostante la sua amministrazione abbia già raggiunto l’obiettivo primario che si prefiggeva in campagna elettorale, ovvero l’inoculazione di 100 milioni di vaccini nei primi cento giorni di governo, il presidente statunitense ha nuovamente alzato l’asticella prospettandosi di immunizzare altri 100 milioni di americani nei prossimi quaranta giorni.

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