La morte di Mao Zedong, nel 1976, rappresenta uno spartiacque fondamentale per la storia della Cina comunista. Tra la fine del 1976 e il 1985 la Repubblica Popolare Cinese (RPC) sperimentò difatti una “transizione strategica, che influenzò profondamente la politica estera e di sicurezza del Paese degli anni a seguire. Come ha influito tale trasformazione sulla politica nucleare della RPC? Quali sono gli elementi di continuità e quali invece le fratture con il passato maoista? Questi sono solo alcuni interrogativi a cui contribuisce a rispondere il volume di Lorenzo Termine “Tigri con le ali: la politica di difesa post-maoista e l’arma nucleare” (Aracne editrice, 2021)
Tigri con le ali analizza in maniera brillante l’evoluzione della politica nucleare cinese nel periodo della leadership denghista, durante la cosiddetta “epoca delle riforme”. Partendo da una contestualizzazione della politica estera e nucleare sotto il comando del “Grande timoniere”, la ricerca esamina più specificatamente il periodo che va dalla scomparsa del leader, nel settembre del 1976, alla sessione allargata della Commissione Militare Centrale (CMC) nel 1985.
Sotto il comando di Deng Xiaoping, la RPC sperimenta l’integrazione di elementi di mercato all’interno dell’economia socialista nazionale; sono gli anni in cui viene sviluppato il programma di “riforma e apertura”, che portò il Paese verso quello che venne in seguito ribattezzato come “miracolo economico cinese”. Parallelamente a questa transizione economica, nel periodo denghista si è inoltre verificata una “transizione strategica”; un mutamento strategico-dottrinale che ha condotto dai principi maoisti di “guerra popolare” e di “attrarre il nemico in profondità” all’adozione della nuova dottrina di “Difesa attiva” (1980).
Il principale obiettivo della trattazione in questione è dunque quello di comprendere le direttrici fondamentali di tale “transizione strategica”, di indagarne gli elementi di continuità e discontinuità con il passato maoista e quale l’influenza abbiano avuto sulla politica nucleare di Pechino.
La ricerca condotta da Lorenzo Termine risulta essere particolarmente innovativa, in primo luogo, perché va a colmare una profonda lacuna della letteratura in materia di politica di difesa e nucleare di Pechino nel periodo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. In secondo luogo, invece colpisce l’abilità di analizzare un fenomeno caratterizzato da limitate fonti primarie da cui estrarre informazioni. Come sottolinea l’autore stesso, il periodo di tempo esaminato è contraddistinto da un’elevata centralizzazione del processo decisionale politico, soprattutto in materia di difesa nucleare. Negli anni della leadership maoista, come anche nell’epoca delle riforme, i testi strategico-operativi redatti non furono quasi mai divulgati o comunque pubblicati. Pertanto, l’analisi dell’autore si basa principalmente sui documenti prodotti dall’intelligence americana e sull’ampia letteratura memorialistica, autobiografica ed antologica.
L’originalità del lavoro risiede inoltre nella metodologia di ricerca utilizzata dall’autore; per esaminare l’evoluzione e gli elementi di continuità e di frattura con il passato maoista, Lorenzo Termine mantiene una logica analitica su due direttrici fondamentali di studio: il fattore internazionale e il fattore interno. In riferimento al primo fattore, quello internazionale, vengono analizzati i mutamenti del sistema di potere internazionale e le relative evoluzioni degli equilibri di sicurezza globale. In tale contesto viene messa in evidenza la postura e soprattutto la valutazione strategica fatta dalla nuova leadership cinese di tali dinamiche. Sarà proprio del periodo denghista l’approccio strategico conosciuto come “Politica estera indipendente per la pace”. Gli obiettivi dell’autonomia (principio di non allineamento) e della stabilità internazionale servirono come condicio sine qua non per adottare quelle riforme che posero poi le basi per il “miracolo economico cinese”. L’analisi del contesto internazionale viene difatti sempre affiancata dall’indagine del secondo fattore, ovvero quello interno; particolare attenzione viene pertanto riservata alla competizione delle varie fazioni interne al Partito Comunista Cinese, analizzate attraverso il dibattito promosso dalle figure più importanti all’interno del Partito stesso e dei principali analisti cinesi di politica internazionale sulle riviste di politica estera e di difesa. L’obiettivo principale di Tigri con le ali è, quindi, comprendere come tali fattori abbiano influenzato la politica nucleare di Pechino e le relative innovazioni tecnologiche e dottrinali.
Come afferma l’autore, numerosi sono gli elementi di continuità e gli elementi, invece, di frattura con il passato maoista. Se da una parte “la politica nucleare cinese tra il 1977 e il 1985 fu il prodotto delle impellenti esigenze economiche propugnate dalla fazione in ascesa, ovvero quella denghista, che aveva fatto dello sviluppo nazionale la massima priorità politica” dall’altra “durante l’epoca denghista, la politica di difesa mirò effettivamente a modernizzare gli armamenti nazionali, ovvero a sviluppare quelle “tigri con le ali”, armamenti tecnologicamente avanzati da abbinare ad una dottrina militare comunista. Il lavoro di Lorenzo Termine riesce in tal senso a cogliere brillantemente la contrapposizione tra volontà della leadership cinese di acquisire capacità tecnologiche e strategiche ma adeguandosi sempre a quei principi denghisti di “mantenere un profilo basso” e di “aspettare il momento e accrescere le risorse”.
In conclusione, il merito principale dell’autore è quello di aver promosso, attraverso tale volume, un dibattito su un fenomeno analizzato solo marginalmente, soprattutto nel contesto italiano. Lorenzo Termine con una precisa ricerca delle fonti interviene in maniera magistrale colmando una lacuna ed aprendo un dibattito sull’evoluzione della politica di difesa e nucleare di Pechino che risulta essere, oggi più che mai, un argomento cruciale nelle dinamiche di sicurezza non solo inerenti alla stabilità della regione dell’Indo-Pacifico ma del mondo intero.
Elisa Ugolini,
Geopolitica.info