Una forte conferma del ruolo internazionale di Taiwan e della solida amicizia con gli
Stati Uniti è il maggiore risultato finora ottenuto da Taiwan durante la missione all’estero
della Presidente Ing-wen Tsai. La Presidente è impegnata in un lungo tour diplomatico
nei Caraibi per incontrare i vertici istituzionali dei Paesi di quell’area alleati a Taiwan:
Haiti, Saint Kitts e Navis, Saint Vincent e Saint Lucie. Nel viaggio di andata Tsai ha fatto
tappa a New York.
Nonostante le proteste da parte della Cina, che ancora una volta si è lanciata in strali contro Taiwan e la sua Presidente come già fatto in marzo in occasione di uno scalo nelle isole Hawaii, gli Stati Uniti hanno accolto Tsai che a New York è stata gratificata da un incontro con la Commissione Affari Esteri del Congresso in cui è stato ribadito il sostegno di fronte alle minacce e alla crescente aggressività cinese. La Presidente Tsai ha incontrato i Senatori degli Stati Uniti e i Rappresentanti del Congresso e Membri del Senato Usa dopo aver ricevuto un caloroso benvenuto da parte della Commissione Esteri, che peraltro ha dato ampio risalto all’evento nei suoi canali social.
Taiwan è una democrazia vibrante e un partner indispensabile nella regione indo- pacifica e oltre. Taiwan condivide i valori che gli Stati Uniti amano di più: democrazia, diritti umani e libertà. Il popolo di Taiwan avrà sempre un amico nel Congresso degli Stati Uniti ha dichiarato Eliot Engel, Presidente della Commissione. La Presidente Tsai aveva in precedenza ricevuto importanti parole di sostegno, in una telefonata, da parte della Presidente del Congresso, la democratica Nancy Pelosi. La Presidente Tsai, che nella sosta a New York ha svolto altri rilevanti incontri politici ed economici, oltre che con la comunità taiwanese della Grande Mela, ha sottolineato che “i rapporti tra i nostri paesi sono al loro meglio da decenni. Ma credo che il meglio debba ancora venire. Insieme, stiamo raggiungendo la visione di un Indo-Pacifico libero e aperto”.
Molti fatti concreti sembrano confermare quanto affermato dal Presidente. Proprio nelle scorse settimane da parte delle istituzioni parlamentari degli Stati Uniti sono giunti segnali concreti nel senso indicato dalla Presidente Tsai e nel segno di una conferma chiara della necessità di considerare Taiwan come un pilastro fondante per garantire la stabilità e lo “status quo” nel Pacifico e per portare avanti la necessaria azione di contenimento nei confronti della Cina. In maggio il Congresso ha approvato il “Taiwan Assurance Act” e la risoluzione n. 273 con cui ribadire l’impegno degli Stati Uniti nei confronti di Taiwan in attuazione del “Taiwan Relations Act”, la legge del 1979 che regola le relazioni di natura “informale” tra gli Usa e l’isola. Il “Taiwan Assurance Act” è stato approvato senza votazione in assenza di voci contrarie, mentre la risoluzione è ha ricevuto 414 voti favorevoli e nessuno contrario (17 astensioni).
Vi è quindi un forte e continuo sostengo bipartisan da parte dei repubblicani e dei democratici a Taiwan. Sulla base della nuova legge, il 9 luglio il Dipartimento di Stato americano e il Pentagono hanno approvato la vendita a Taiwan di 108 carri armati Abrams e di 250 missili Stinger con i relativi equipaggiamenti. Il valore dell’operazione è stimato in circa 2,2 miliardi di dollari. Una mossa, questa, che non a caso ha suscitato la reazione stizzita del governo cinese. Pechino ha chiesto agli Usa di “annullare immediatamente” la vendita proposta e di evitare una azione che “interferisce gravemente negli affari interni della Cina minandone la sovranità e la sicurezza”. A fronte delle continue esclusioni di Taiwan, pur con il solo ruolo di osservatore, dai fori internazionali a causa delle pressioni cinesi volte a isolarla, di enorme portata politica è anche il passaggio del “Taiwan Assurance Act” in cui si afferma: “La politica degli Stati Uniti consiste nel sostenere la partecipazione significativa di Taiwan alle Nazioni Unite, all’Assemblea Mondiale della Sanità, all’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile, all’Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale e ad altri organismi, a seconda dei casi, e nel sostenere l’adesione di Taiwan nell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura, all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura e alle altre organizzazioni internazionali per le quali la statualità non sia un requisito per
l’adesione.