Domani 11 settembre i cittadini svedesi saranno chiamati alle urne per eleggere i 349 membri del Parlamento (Riksdag). Parlamento che dovrà poi concedere la fiducia al nuovo esecutivo. L’attuale Primo ministro, la socialdemocratica Magdalena Andersson, punta ad ottenere un secondo mandato.
In Svezia, dal 2017, il partito più rappresentato all’interno del Parlamento monocamerale è quello socialdemocratico (Socialdemokraterna) con 100 seggi. Magdalena Andersson è diventata premier a novembre 2021 quando Stefan Lofven ha rassegnato le dimissioni cedendo l’incarico proprio alla Andersson all’epoca Ministro delle finanze. Il suo esecutivo ha incassato una debole fiducia con 173 voti contrari sui 349 totali che compongono il Parlamento. Andersson, prima donna svedese a ricoprire l’incarico di Primo ministro, ha guidato quindi un governo monocolore con l’appoggio esterno della sinistra, dei verdi e del centro.
A ridosso del voto, la situazione del Paese scandinavo appare incerta. Secondo un recente sondaggio, al momento gli schieramenti di destra e sinistra sarebbero divisi solamente da uno 0,3%. Il blocco di sinistra comprende l’attuale partito di governo, i socialdemocratici, i verdi, il partito della sinistra e il partito del centro. Il blocco di destra, invece, risulta essere composto dal partito moderato, liberali, cristiano democratici e dalla forza euroscettica dei democratici svedesi (Sverigedemokraterna). Proprio questi ultimi, sempre stando ai sondaggi, sembrano aver superato il Partito Moderato. I Democratici svedesi stanno puntando soprattutto sul tema dell’immigrazione e della sicurezza, visto che la Svezia è alle prese con tensioni e problemi di criminalità nelle periferie delle città.
Altri temi affrontati in questa campagna elettorale riguardano il tema dei rincari dei prezzi dell’energia, l’aumento dell’inflazione e la qualità dello stato sociale svedese. A questi aspetti, va aggiunto il tema dell’ingresso della Svezia nella NATO. Lo scorso luglio, infatti, i ministri degli affari esteri di Svezia e Finlandia hanno firmato i protocolli di intesa per l’ingresso dei due Paesi nell’Alleanza Atlantica. Una scelta conseguente all’invasione di Vladimir Putin dell’Ucraina che ha comunque generato polemiche politiche a Stoccolma. L’opposizione di destra ha infatti criticato questa scelta evidenziando come il Primo Ministro Andersson abbia cambiato idea sull’adesione del Paese alla NATO.
Durante il suo mandato ha dovuto affrontare le critiche conseguenti alle pubblicazioni dello studio Nature, un’analisi sulla gestione della pandemia in Svezia – precedente alla sua nomina di Primo ministro – che ha evidenziato una mortalità di 10 volte superiore in Svezia rispetto ai Paesi vicini. Nello studio viene accusata l’Agenzia di Sanità pubblica svedese e le misure introdotte dal governo Lofven che si sono basate principalmente su raccomandazioni senza l’utilizzo delle mascherine e la chiusura delle scuole.
Nonostante queste polemiche, la Andersson e il suo partito vengono accreditati dai sondaggi come primo partito. Il partito socialdemocratico che probabilmente risulterà essere il più votato e il più rappresentato all’interno del Riksdag dovrà essere capace di formare un esecutivo alleandosi con altre forze politiche. Un’alleanza che dovrà essere basata su una condivisione di programmi e ideali. In Svezia, infatti, chiunque diventerà Primo ministro dovrà fare affidamento a compromessi politici con altre forze partitiche. L’incognita viene però dalla possibile composizione del nuovo Parlamento. In caso di una forte affermazione dei democratici svedesi lo scenario politico svedese sarebbe tutto da decifrare. La Svezia, inoltre, nei prossimi mesi sarà chiamata a svolgere un ruolo importante sul piano della politica internazionale. Oltre alla questione dell’adesione alla NATO che prevede una tempistica piuttosto lunga, il prossimo gennaio il Paese scandinavo assumerà la guida della Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Un ruolo rilevante nella definizione delle priorità politiche dell’UE e che presuppone un governo stabile. Una ragione in più per la quale Bruxelles seguirà con grande attenzione le prossime elezioni parlamentari svedesi.