Il Senegal è conosciuto come il Paese più stabile dell’Africa Occidentale. Fatta eccezione della guerra che ha interessato il sud del Paese fino al cessate il fuoco del 2014, nulla sembrava compromettere il naturale susseguirsi degli eventi politici. Tuttavia, alla popolazione non mancano motivi per essere insoddisfatta della situazione economica e sociale. Infatti, il livello di disoccupazione sfiora il 23%, il Pil è in crescita ma le ricchezze non sono ripartite in modo equo e quasi la metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà.
La figura che si propone di dare una risposta a queste problematiche è Ousmane Sonko, 48 anni, leader del partito PASTEF (Patriotes Africains du Sénégal pour le Travail, l’éthique et la Fraternité), arrivato al terzo posto nelle elezioni politiche del 2019 ed appoggiato soprattutto dai giovani del Paese. Il partito dall’ideologia socialista si presenta agli elettori come difensore degli interessi della nazione, contro quelli di Paesi terzi come la Francia, si propone di diminuire la disoccupazione, vuole impegnarsi nella battaglia contro la corruzione e limitare l’emigrazione dei giovani. Il leader di PASTEF è una figura carismatica, capace di coinvolgere la popolazione in forti proteste contro il governo. La presenza del giovane politico sui social media è predominante, i suoi followers su Facebook superano quelli dell’attuale presidente Macky Sall, leader del partito APR (Alliance pour la Rèpublique), contro il quale l’opposizione del PASTEF è agguerrita.
Già da prima del 2014, quando occupava il ruolo di ispettore delle tasse, Sonko aveva denunciato l’attuale governo di corruzione, uso improprio di fondi pubblici e malagestione delle risorse minerarie e petrolifere del Paese, a favore delle multinazionali provenienti da Paesi terzi. Sul tema scrive un libro intitolato “Pétrole et gaz au Sénégal”. In seguito alle accuse fatte contro il governo di Macky Sall, Sonko viene dimesso dalla carica per aver rivelato segreti di Stato, ma la sua battaglia non si ferma.
Nel 2014 crea il partito PASTEF con il quale parteciperà alle elezioni del 2019 arrivando terzo, grazie al suo carisma e ai suoi discorsi diretti alla popolazione. Le piazze di Dakar si riempiono per i suoi comizi e le strade della città vengono inondate dai manifestanti quando, nel 2021, Sonko viene arrestato con l’accusa di aver violentato e minacciato una dipendente di un salone di massaggi al quale era solito andare per dei problemi alla schiena. L’oppositore di Macky Sall si dichiara innocente e invita i suoi sostenitori a scendere in piazza pacificamente per lui e per i loro diritti. “Non stiamo chiedendo al popolo di andare a spodestare Macky Sall… Ma siamo chiari: la rivoluzione sta avanzando verso il 2024“, ha dichiarato Sonko all’agenzia di stampa Reuters, riferendosi alle prossime elezioni presidenziali. Ousmane Sonko ancora non è stato giudicato colpevole dalle autorità senegalesi, ma molti suoi sostenitori sospettano che l’accusa di aver violentato la ragazza, sia stata una mossa politica da parte della maggioranza, per far fuori un pericoloso oppositore e che la massaggiatrice sia stata pagata per testimoniare contro di lui.
La posta in gioco sono le elezioni del 2024, per le quali il leader di PASTEF ha già dichiarato la sua candidatura. Ancora non è chiaro se Macky Sall si presenterà o meno alle prossime elezioni, per lui sarebbe il terzo mandato, ma questo andrebbe contro la costituzione. Infatti, la Costituzione del Senegal è stata modificata nel 2016 per ridurre i mandati presidenziali a cinque anni da sette e stabilisce che nessuno può esercitare più di due mandati consecutivi. Tuttavia, in un’intervista alla rivista francese L’Express, Sall ha sostenuto che il Consiglio costituzionale, consultato prima della revisione, ha ritenuto che il suo primo mandato non rientrasse nell’ambito della riforma. Quindi, nel caso in cui l’attuale presidente si candidasse alle prossime elezioni, Sonko sarebbe una grande minaccia per l’APR. Per questo motivo, molti vedono le questioni giudiziarie in cui è coinvolto l’oppositore come un tentativo di sabotaggio da parte di Sall. Lo stesso si pensa della recente condanna di Sonko a due mesi di prigione con condizionale per diffamazione, in seguito all’accusa dell’ex Ministro del Turismo. Sonko lo aveva accusato a sua volta di uso improprio di fondi pubblici. Comunque, gli avvocati di Sonko affermano che le questioni giudiziarie non pregiudicano la sua partecipazione alle elezioni del 2024.
Se una parte dei senegalesi è pronta a difendere il giovane politico con ogni mezzo disponibile, i sostenitori di Sall lo accusano di destabilizzare il Paese guidando i giovani verso la ribellione e la violenza, utilizzando una strategia populista. Inoltre, non è da escludere il pericolo che le promesse del leader di PASTEF rimangano tali in caso di una sua vittoria e non si traducano in cambiamenti effettivi dopo il 2024. D’altronde, lo stesso Macky Sall all’inizio della sua carriera politica prometteva di prendere seri provvedimenti contro la corruzione e di diminuire la disoccupazione nel Paese. Alcuni esperti reputano pericoloso il fatto che Sonko possa controllare così facilmente le masse, incitandole a manifestare durante i suoi processi giudiziari. Risulta inoltre preoccupante il fatto che, se pur lontani dalle elezioni, a Dakar si vive in un un’atmosfera da campagna elettorale da più di un anno e molti temono che nel caso in cui Sonko non divenga il prossimo presidente, nel Paese si scatenerebbe la rivoluzione. Resta il fatto che i giovani senegalesi vedono in Sonko l’alternativa, la lotta contro una classe dirigente che non agisce per il bene della popolazione e la soluzione concreta per la situazione economica e sociale del Paese. Se sia veramente una figura in grado di fare questo ce lo potrá dire solo il tempo.