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Salvini – Le Pen: dietro le quinte del patto dell’UGL

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Sembra ormai chiaro a tutti che il nastro di partenza della lunga campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo maggio sia stato tagliato dai leader sovranisti d’Italia e Francia lo scorso 8 ottobre. Quello che forse resta sconosciuto ai più è la natura quasi casuale di quello che viene ormai descritto dalla stampa come il Patto dell’UGL.

Questo almeno quanto emerge dalle considerazioni con cui Gian Luigi Ferretti, presente in quelle ore anche agli incontri riservati nello sede del sindacato a via delle Botteghe Oscure, ha commentato per Geopolitica.info l’incontro tra Matteo Salvini e Marine Le Pen. Responsabile delle relazioni internazionali del sindacato, Ferretti è stato tra i primi ad essere informato della partecipazione della segretaria di Rassemblement National a “Quarta Repubblica”, il programma di approfondimento politico condotto da Nicola Porro.

A lui, così come al segretario Paolo Capone e all’ufficio delle relazioni istituzionali,  si deve il suggerimento di organizzare un evento pubblico tra i due leader della destra europea. Del resto, tanto Le Pen quanto Salvini erano alla ricerca di un’occasione di confronto, un’opportunità per discutere nuovamente di Europa e di strategia comune, come erano soliti fare quando entrambi sedevano sui banchi del Parlamento di Strasburgo.

Ferretti riferisce che la leader di quello che un tempo fu il Front National sarebbe arrivata per prima alla sede UGL, seguita dopo cinque minuti dal Vicepremier italiano. Dopo un caloroso saluto, lontano dagli occhi della stampa ma alla presenza di Capone e di Ferretti stesso, i due si sarebbero immediatamente immersi in un lungo confronto sui temi che domineranno la campagna elettorale del 2019: mezzora di discussione privata in cui sono state concordate – senza troppe difficoltà – le posizioni rese pubbliche nella successiva conferenza stampa.

Entrambi hanno manifestato un giudizio del tutto critico sulla forma e sui contenuti che animano oggi l’Unione Europea e hanno chiesto esplicitamente di evitare che quest’ultima venga confusa con i popoli che la animano e che non il continente che la ospita. Sì all’Europa, no ad un’Unione Europea affidata a commissari anonimi ed oscuri che declinano il concetto di solidarietà col salvataggio delle banche con i soldi dei contribuenti.

Salvini e Le Pen si sono detti d’accordo sulla necessità di una vasta alleanza fra i grandi partiti nazionali come Rassemblement National e Lega e hanno concordato che affronteranno la campagna elettorale ognuno con la propria lista, ma con un programma comune. Di più: indicheranno candidati comuni per le cariche chiave dell’UE, in primis – scontatamente – per quella di Presidente della Commissione.

E’ nato così, quasi spontaneamente, quel Fronte della Libertà che è stato poi lanciato in conferenza stampa, dando l’impressione che fosse un progetto studiato da tempo nelle rispettive segreterie.

Una sintonia politica a cui si affianca una sincera complicità che non è sfuggita agli occhi di Ferretti. Dalla diffidenza verso Steve Bannon e il suo The Movement (pur sempre una realtà esterna all’Europa), allo scambio di regali che ha seguito l’evento, Salvini e Le Pen hanno dimostrato che i punti di contatto tra le destre occidentali prescindono dal semplice calcolo politico-elettorale.

Basi solide per la costruzione di un’alleanza di partiti e movimenti euroscettici con cui – separatamente o congiuntamente – tutte le formazioni politiche popolari e socialdemocratiche saranno presto chiamate a confrontarsi.

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