Geopolitica.info ha posto alcuni quesiti relativi alle sanzioni commerciali contro la Russia a Stefano Righi, giornalista del Corriere della Sera.Come giudica la scelta di aderire alle sanzioni?
Opportuna e non evitabile.
Per l’Italia, le sanzioni russe si traducono in danni molto significativi in termini di mancate esportazioni, che la Sace ha stimato in 2,4 miliardi di euro in due anni. Quali settori secondo lei subiranno le perdite più gravi?
Non ho evidenza di dati sulle esportazioni italiane in Russia. Penso all’area del fashion e della componentistica meccanica di alta qualità. Peraltro, voi citate i dati Sace, che stima in 38 miliardi le mancate esportazioni italiane nel periodo 2010-2013 a causa, soprattutto delle varie primavere mediterranee. Bene. Cosa preferiamo: il dittatore che compera o la libertà che va formandosi? È un costo da pagare? Beh, certamente non possiamo sottrarci, così come alle sanzioni russe, soprattutto nel momento in cui i rapporti personali tra ex capi di governo non sono più determinanti. Quindi la soluzione è diversa. Banale, ma diversa: cercare di vendere altrove.
Queste sanzioni sono un vulnus alle relazioni economiche e politiche con la Russia che ci porteremo dietro per molto tempo, oppure sono destinate ad essere in qualche modo riassorbite nel giro di qualche anno, magari con un nuovo inquilino alla Casa Bianca nel 2016?
Il nuovo inquilino della Casa Bianca è certo, essendo l’attuale presidente già al secondo mandato. Credo comunque nella seconda ipotesi, addirittura con un orizzonte temporale più breve.