“Se giocate con il fuoco, finirete per bruciarvi”. Così recitava il presidente cinese Xi Jinping in videoconferenza con il presidente americano Joe Biden questo agosto, infiammando una estate che ha visto i rapporti tra Cina e Stati Uniti sgretolarsi sempre più, facendo spazio alla pericolosa retorica bellica ed instaurando la politica del gelo tra le due super potenze.
Il motivo di tali dichiarazioni da parte del presidente cinese sono da attribuirsi alla decisione di Nancy Pelosi, speaker della camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, di includere Formosa nel suo tour di visite dell’Asia-Pacifico. Sullo sfondo dunque c’è Taiwan che diventa spettatrice del proprio destino, in un clima di crescenti tensioni che portano la Cina a mostrare la propria potenza bellica, intensificando le esercitazioni militari nel momento in cui l’aereo della Pelosi stava atterrando all’aeroporto di Taipei. Al monito minaccioso di Xi Jinping corrispondono quindi i fatti, utilizzando mezzi coercitivi con il fine di destabilizzare la già delicata situazione nella regione del pacifico. La Cina considera Taiwan parte della propria storia, un’isola che ad oggi viene definita come una provincia “ribelle” poiché non rispetta la politica dell’unica Cina, la cosiddetta “One China Policy”.
Con l’arrivo di Nancy Pelosi a Taipei viene scritta una nuova pagina di storia per Taiwan. Gli occhi del mondo guardano con apprensione e curiosità l’incontro tra la delegazione della Pelosi e la presidente di Taiwan, Tsai Ing-Wen. L’evento viene trasmesso e seguito da numerose emittenti televisive di tutto il mondo, compresi i vari canali social. Il 2 agosto 2022 rappresenta per la Repubblica di Cina una data storica. L’impatto di tale visita genera una forte onda d’urto, capace di suscitare grande interesse verso la questione Taiwan-Cina, scatenando un effetto a catena per ulteriori visite da parte di delegazioni di varie nazioni. Le crescenti tensioni nello stretto di Taiwan vanno ad aggiungersi ad un contesto globale già macchiato dall’invasione russa dell’Ucraina. Tali situazioni hanno messo a dura prova le catene di approvvigionamento globali, soprattutto quella dei semi-conduttori che erano già state logorate dalla pandemia da COVID-19. Molti leader europei si sono espressi sulle numerose e difficili sfide globali da affrontare. In particolare, i leader del G7 hanno più volte ribadito il supporto per la difesa delle democrazie di Taiwan e dell’Ucraina, discutendo della difesa e della salvaguardia delle catene di approvvigionamento. Pertanto, molti paesi hanno intensificato la cooperazione e gli scambi commerciali con Taiwan, definita dagli Stati Uniti come partner strategico nella regione dell’Indo-Pacifico. Gli USA dopo la visita della Pelosi hanno rafforzato la partnership militare e commerciale, anche grazie al “Taiwan policy act 2022”, una iniziativa nata per rafforzare le capacità di difesa dell’isola, designando il paese come importante alleato non-NATO. Altri paesi del nord e dell’est Europa hanno rafforzato la partnership con Taiwan, come la Lituania, che ha da poco inaugurato il suo ufficio di rappresentanza sull’isola. A seguire poi la Svezia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Pur non essendo riconosciuta dai membri del consiglio di sicurezza dell’ONU e dagli stati dell’Unione Europea, la Repubblica di Cina intrattiene rapporti di collaborazione e commercio con oltre 70 stati. Tuttavia, solo 14 di essi riconoscono Taiwan come stato sovrano, tra cui: Belize; Città del Vaticano; Guatemala, Haiti; Honduras; le Isole Marshall; Nauru; Palau; Paraguay; Saint Kitts e Nevis; Saint Vincent e Grenadine; Saint Lucia, e Swatini e Tuvalu. Questi ultimi hanno supportato Taiwan come membro delle varie organizzazioni mondiali, quali OMS ed IPAC. Negli ultimi tempi inoltre, si sono intensificati molto i contatti e la cooperazione tra Taiwan ed alcune nazioni come: India, Italia, la Repubblica Del Somaliland e Ucraina. Negli ultimi 3 anni le relazioni tra India e Taiwan hanno avuto un cambiamento significativo, soprattutto nel modo in cui l’India percepisce Taiwan, definendo lo stato insulare dell’Asia orientale un partner economico di “vitale” importanza. I due paesi stanno collaborando in diversi campi come il settore tecnologico ed economico. Taiwan considera l’India come un hub alternativo per preservare le catene di approvvigionamento, così da poter ridurre la dipendenza dalla Cina e diversificare i legami economici. Invece, i rapporti Italia-Taiwan sono molto stabili. Basti considerare che l’Italia è il terzo partner commerciale di Taiwan nell’Unione Europea. Il neo-eletto presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, durante la sua campagna elettorale ha manifestato pieno supporto e vicinanza alla Repubblica di Cina, condannando fermamente le azioni coercitive da parte della Cina verso l’isola democratica. Presente poi a Roma, l’ufficio di rappresentanza di Taipei in Italia, fondato nel 1994 dal senatore Lucio Malan e guidato da 4 anni dall’Ambasciatore Andrea Sing-Ying Lee. Oltre a quanto detto, vi è anche il gruppo Interparlamentare di amicizia Taiwan-Italia presso il parlamento Taiwanese. Per quanto riguarda le relazioni tra La Repubblica del Somaliland e la Repubblica di Cina, i due paesi non intrattengono relazioni diplomatiche formali, ma hanno stabilito nelle rispettive capitali, Hargeisa e Taipei, degli uffici di rappresentanza facente funzioni di ambasciata. Negli ultimi due anni, il Somaliland, lo stato indipendente situato nel corno d’Africa, tramite il suo presidente Muse Bihi Abdi, ha rafforzato le relazioni bilaterali con Taiwan, seguendo le orme del “Taipei Act” degli Stati Uniti. In aggiunta, nel corso del 2022 le due nazioni hanno firmato un accordo di cooperazione nel settore della tecnologia e della sanità, dove Taiwan ha stanziato circa 300 mila dollari, con lo scopo di incrementare l’acquisto di attrezzature mediche per lo stato africano non riconosciuto dalla comunità internazionale.
Discorso ben differente è quello che lega Ucraina e Taiwan. I due paesi hanno incrociato le loro strade nell’anno in cui la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina. Taipei e Kyiv non sono mai state così vicine, unite principalmente nel segno di Tseng Sheng-Kuang, il foreign fighter taiwanese che aveva deciso di arruolarsi nell’esercito Ucraino per difendere il paese dall’invasione della Russia. Le similitudini tra Taiwan ed Ucraina sono tante, pur essendo situazioni molto diverse tra di loro. Eppure entrambe le nazioni democratiche sono minacciate dall’impeto delle due potenze autoritarie. La Cina dopo il XX congresso del PCC, ha rafforzato la posizione del presidente Xi Jinping, rieletto per la terza volta, determinato ora più che mai a raggiungere il sogno della riunificazione di Taiwan con la Cina. Al contrario, l’Ucraina continua a subire attacchi e bombardamenti senza tregua da parte della Russia del presidente Vladimir Putin, provocando la morte di migliaia di civili e ingenti danni alle infrastrutture. Taipei e Kyiv hanno quindi unito le forze e “messo i guantoni”, come quelli inviati dall’ex-pugile ed attuale sindaco di Kyiv Vitalij Klyčko al ministro degli esteri di Taiwan, Joseph Wu. Le due nazioni hanno stretto un’alleanza ideale. Un’alleanza che dopo quasi 9 mesi di guerra è andata sempre più a consolidarsi. Di recente, i membri del parlamento ucraino hanno creato un caucus interparlamentare per promuovere gli scambi economici e culturali con Taiwan. Ma non solo. Oleksandr Merezhko, capo della commissione per la politica estera del parlamento ucraino ha elogiato la risposta di Taiwan all’invasione Russa, tramite l’applicazione di sanzioni, affermando che Pechino starebbe cercando di impedire ai legislatori ucraini pro-Taiwan di stabilire legami più stretti con Taipei.
Il futuro di Taiwan resta ancora incerto visto che la minaccia cinese resta sempre dietro l’angolo. Nonostante ciò, gran parte dei paesi nel mondo del 2022 sembra aver cambiato visione ed approccio verso l’isola di Formosa, sicuri di poter far affidamento su di essa.