Con la risoluzione n. 2552 del 12 Novembre 2020, il Consiglio di sicurezza ha deciso di prorogare il mandato della Missione pluridimensionale integrata di stabilizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana (MINUSCA) fino al 15 novembre 2021, indicando come priorità la protezione dei civili, il sostegno al processo di pace e la preparazione delle elezioni.
La proroga del mandato di MINUSCA ha l’obiettivo di affrontare problematiche che potremmo far rientrare in tre grandi macroaree tra loro interrelate, ossia:
- la protezione dei civili (in linea con il documento S/PRST/2018/18 del 21 Settembre 2018 e in accordo tra il governo, il Country Team delle Nazioni Unite-UNCT, le organizzazioni umanitarie e di diritti umani e altri partner rilevanti);
- la preparazione delle elezioni;
- il sostegno al processo di pace (come evidenziato anche nel Report del Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres S/2020/994).
Inoltre, sempre attraverso questa risoluzione, il Consiglio di Sicurezza ha deciso di mantenere gli attuali livelli delle truppe di MINUSCA (11.650 militari e 2.080 poliziotti), con l’obiettivo di aiutare il Paese a ripristinare condizioni politiche e di sicurezza stabili, riducendo al contempo il potere dei gruppi armati e le gravi violazioni di cui si sono resi protagonisti come l’uso di mine antiuomo, gli ostacoli al normale svolgimento elettorale, l’incitamento all’odio e alla violenza etnica e religiosa (risoluzione n. 2399 del 2018) e le violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani (risoluzioni n. 2436 del 2018; n.2532 e n.2518 del 2020).
Gruppi armati che, avendo agito in violazione dell’Accordo Politico sulla Pace e la Riconciliazione nelle Repubblica Centrafricana (o Accordo di Pace), andranno sanzionati e registrati in apposite liste, in base alla risoluzione n. 2536 del 2020.
Ma come si è arrivati a questo punto?
Facendo un rapido excursus storico, si può dire che la Repubblica Centrafricana sin dalla sua indipendenza dall’Africa Equatoriale Francese nel 1960, sia sempre stata governata in maniera autoritaria.
Inizialmente ci fu Dacko, Presidente della Repubblica, che governò fino al 1966, seguito da Bokassa, che proclamò l’Impero Centrafricano e governò fino al 1979.
Fu poi la volta di Kolingba, che, nonostante nel 1979 fosse stata restaurata la Repubblica (con annessa Costituzione del 1981), continuò, come i suoi predecessori, a governare in maniera dispotica, fino al 1990.
Successivamente, nel 1993, a seguito della vittoria elettorale del Mouvement pour la libération du peuple centrafricain (MLPC) e la promulgazione di un’altra Costituzione due anni dopo, divenne Presidente della Repubblica Patassé.
Fino ad ora, e nonostante questi vari cambi al potere, lo stato di diritto è stato sempre scarsamente attuato. Ovviamente questi lunghi decenni di instabilità politica e repressione delle opposizioni si sono ripercossi anche sul tessuto sociale, economico (con una forte diffusione di pratiche corruttive) ed umanitario.
Negli anni ‘90 poi, sia lo Stato francese che le Nazioni Unite hanno cercato di supportare la stabilizzazione del Paese, ad esempio con riferimento al processo elettorale: nel 1998 si tennero le elezioni legislative vinte nuovamente dal MLPC e nel 1999 le elezioni presidenziali, che confermarono Patassé.
Di fatti, neanche con l’inizio del nuovo millennio terminò l’instabilità politico/istituzionale, e nel 2003 fu la volta di Bozizé di autoproclamarsi Presidente della Repubblica, dopo vari tentativi di colpi di stato (varando una nuova Costituzione l’anno successivo).
Tuttavia, continuando a passare gli anni, le tensioni tra il Presidente della Repubblica di turno e i gruppi ribelli non si sono mai assopite, anche se nel 2007 venne firmato un Accordo tra governo e guerriglieri, con la mediazione della Libia.
In seguito, nel 2009, gli ex ribelli entrarono (in parte) a far parte di un governo di unità nazionale, grazie al prezioso supporto dei peacekeepers delle Nazioni Unite, in parte proseguirono le loro azioni di guerriglia nel Nord est del Paese.
Anni dopo, nel marzo 2013 Bozizé, rieletto nel frattempo Presidente, venne destituito dalle milizie del Fronte Seleka e dal loro capo Djotodia, che assunse i poteri di nuovo Capo dello Stato. A quest’ultimo infine subentrò nel 2014 Samba-Panza, con l’obiettivo di condurre il Paese a nuove elezioni.
La risoluzione n. 2149 istituisce MINUSCA con l’obiettivo di stabilizzare la Repubblica Centrafricana
Nel frattempo, in tale clima di perenne instabilità, il 10 aprile 2014 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha istituito MINUSCA (risoluzione n. 2149 del 2014).
Tale missione “multidimensionale” di pace ha iniziato ad operare dal 15 settembre 2014, con l’obiettivo principale di proteggere i civili.
Parimenti, altri sono stati i compiti assegnatigli, come: accompagnare il processo di transizione verso la pace; consentire l’assistenza umanitaria e la protezione dei diritti umani ed aiutare a porre le basi per la creazione di uno Stato di diritto.
Nel poter adempiere ai variegati compiti assegnatigli, confluirono in MINUSCA sia l’Ufficio integrato delle Nazioni Unite per il consolidamento della pace nella Repubblica Centrafricana (BINUCA) che la Missione internazionale di sostegno a guida africana nella Repubblica Centrafricana (MISCA).
Un anno dopo, nel dicembre del 2015, un referendum costituzionale ha portato a promulgare una nuova Costituzione, che prevede l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.
Al tempo stesso si sono tenute le elezioni legislative e quelle presidenziali, e queste ultime hanno decretato la vittoria di Touadéra.
Infine, all’inizio del 2019, è stato raggiunto e ratificato un Accordo di Pace tra il governo e i 14 gruppi armati più influenti per tentare, nuovamente, di costruire un governo di unità nazionale.
Per concludere
La panoramica storica riportata sino ad ora è servita a spiegare quanto complessa risulti la situazione del Paese sotto differenti profili e quindi come questa vada affrontata contemporaneamente su vari fronti che si ricordi riguardano: sia la protezione dei civili che il sostegno al processo di pace ma anche la preparazione delle elezioni.
Ad ora però, né MINUSCA, né gli altri attori internazionali intervenuti per sostenere un processo di stabilizzazione della Repubblica Centrafricana.