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Recensione di “Zelenskij. La storia dell’uomo che ha cambiato (per sempre) il modo di fare la guerra” di Emanuel Pietrobon (Castelvecchi Editore, 2022)

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“Zelenskij” di Emanuel Pietrobon, nasce con l’intento di descrivere la guerra del domani. Facendolo l’autore ripercorre le fasi salienti del conflitto che si sta combattendo attualmente in Ucraina. La prefazione è composta dal professor Salvatore Santangelo, attento osservatore degli eventi internazionali, il quale con propria chiave interpretativa cerca di comporre la linea strategica che segue gli eventi.

Quello tra Ucraina e Russia è sicuramente un conflitto nuovo, basato, oltre che sulla violenza incalzante, anche e soprattutto su una serie di novità per quanto concerne la comunicazione di guerra. Comunicare una guerra è un lavoro necessario e complesso, utile a molteplici scopi: rinsaldare le proprie file, aumentare il morale della nazione sotto attacco, attirare aiuti esteri, attirare il supporto delle società estere; se fatto in maniera meticolosa può perfino portare alla vittoria in una situazione iniziale di forte squilibrio.

Il Presidente ucraino Zelenskij, che dal mondo dello spettacolo proviene, sembra essere il risultato di una semi-distopia: dopo la fama del format televisivo “The Servant of the People”, dove un professore diventa casualmente Capo di Stato dopo un video virale; stessa “sorte” tocca al vero Zelenskij che con una comunicazione nuova e aggressiva ottiene una schiacciante vittoria contro Poroshenko.

Nella guerra scatenata dalla Russia di Putin, continua Pietrobon, oltre alle armi convenzionali, l’Ucraina ha attivato un vero e proprio esercito cyber in grado di sferrare potenti attacchi comunicativi, destabilizzare l’opinione pubblica russa ed attirare forti consensi sia esteri che nazionali. D’altra parte, il mondo è in continua evoluzione, le notizie viaggiano velocemente ed una guerra può essere vinta -la storia ce lo insegna- soprattutto con una narrazione convincente e persuasiva.

A mitragliatori, missili e carri armati, ai conflitti si sono quindi uniti nuovi attori: meme, video su TikTok, video conferenze nei parlamenti occidentali, etc… Tutte attività che l’autore colloca nell’alveo del “cine-populismo”, evoluzione del tecno-populismo, e che rendono ancora più numerosi i fronti sui quali i conflitti si svolgono e si svolgeranno.

I risultati di queste operazioni comunicative e psicologiche, sapientemente riportati dall’autore, sono sicuramente sorprendenti: grande successo per l’arruolamento di volontari stranieri, aumento dell’indice di gradimento dello stesso Zelenskij (in caduta libera prima del conflitto), risveglio di un forte sentimento nazionale ucraino, attenzione ossessiva da parte delle opinioni pubbliche occidentali. 

Se Zelenskij -e l’Ucraina- non dovessero vincere la guerra sul campo, sicuramente questo volume (il primo di questo genere ad essere pubblicato in Italia sotto Castelvecchi Editore) ci dimostra come la battaglia dell’informazione sia invece stata monopolizzata e vinta dall’Ucraina stessa.

Riccardo Tarantelli

“Zelenskij. La storia dell’uomo che ha cambiato (per sempre) il modo di fare la guerra” di Emanuel Pietrobon (Castelvecchi Editore, 2022) è acquistabile qui.

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