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Recensione di “Cina. Prospettive di un paese in trasformazione”, a cura di G. B. Andornino (Bologna: Il Mulino, 2021)

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L’assetto internazionale del XXI secolo è fortemente condizionato dall’ascesa della Repubblica Popolare Cinese nello scacchiere politico globale. La nuova politica di Pechino, sancita nel XIX Congresso del Partito Comunista Cinese, inaugura quella che Xi Jinping ha più volte definito come una “nuova era”. “Cina. Prospettive di un paese in trasformazione” a cura di Giovanni B. Andornino rappresenta un magistrale sforzo di comprendere quali siano le prospettive della Repubblica Popolare Cinese in questa “nuova era” e quali siano le implicazioni di questa trasformazione non solo al suo interno ma soprattutto per gli equilibri regionali e globali.

Il volume a cura di G. B. Andornino ospita contributi di esperti d’area e non che affrontano i molteplici quesiti generati dall’ascesa del Dragone nelle dinamiche globali da punti di vista eterogenei. L’analisi viene strutturata in 18 capitoli, divisi in 7 sezioni, costituendo quella che è oggi uno degli studi più completi sulla Cina in circolazione nel nostro paese.

Il libro si apre con una prima sezione dedicata alle dinamiche politiche, alla sicurezza e all’ordine internazionale. Nel primo capitolo, Andornino analizza nel il profilo politico-istituzionale della Repubblica Popolare Cinese e le riforme realizzate dalla leadership di Xi Jinping. La sezione prosegue con un secondo capitolo a firma di Anna Caffarena che invece si interroga sul discusso ruolo del Dragone nell’ordine internazionale e nel multilateralismo. La prima sezione, infine, si conclude con il saggio di Simone Dossi sul processo di modernizzazione delle Forze armate cinesi, iniziato negli anni Ottanta.

Il volume prosegue con una seconda sezione incentrata sul quadro economico interno ed internazionale della Repubblica Popolare. La sezione si apre con un’indagine di Edoardo Agamennone sulle trasformazioni dell’economia cinese e sulle prospettive future del modello Stato-Partito. Giuseppe Gabusi invece indaga, nel quinto capitolo, le relazioni economiche sino-europee a seguito della pandemia da Covid-19 e nel contesto della discussa crisi dell’egemonia statunitense. Nel capitolo conclusivo della seconda sezione, Giorgio Prodi analizza il tema della massima attualità dei rapporti economici fra l’Italia e la Cina. 

Nella terza sezione, incentrata sulle tendenze nei campi dell’informazione e della comunicazione, Francesco Silvestri offre una panoramica sull’ecosistema cinese dell’innovazione. La sezione prosegue con un ottavo capitolo sull’evoluzione dell’ambiente mediatico in Cina e sulla proiezione internazionale della narrazione cinese, a cura di Emma Lupano.

Il volume continua con una quarta sezione sulla società civile cinese e sulle questioni di genere in cui Arianna Ponzini analizza il tema del gender gap nella RPC mentre il decimo capitolo, scritto a quattro mani da Martina Poletti e Virginia Mariano, si focalizza sui lineamenti fondamentali della società civile cinese.

La quinta sezione offre invece una panoramica sulle politiche ambientali e sui relativi sistemi di governance. La sezione inizia con un capitolo, a cura di Daniele Brombal, dedicato all’evoluzione istituzionale cinese in riferimento alle politiche climatiche ed ambientali. Il dodicesimo capitolo, a cura di Carlotta Clivio, pone uno sguardo sull’aumento dell’importanza del tema del cambiamento climatico in Cina anche in vista dell’atteggiamento della governance globale.

Il volume prosegue poi con una sesta sezione dedicata al ruolo della Cina in Italia e nel suo “vicinato” geografico. Pertanto, la sezione si apre con l’analisi di Daniele Brigadoi Cologna sulle minoranze cinesi in Italia nelle relazioni Roma-Pechino. Nel quattordicesimo capitolo Elisa Giunipero prosegue con l’indagine sulla politica religiosa della Repubblica Popolare Cinese e delle relative relazioni con la Santa Sede. La sezione procede con una panoramica sull’influenza cinese in quello che viene definito Mediterraneo allargato e scritta congiuntamente da Enrico Fardella, Andrea Ghiselli, Valeria Garbui e Maria Grazia Giuffrida. Il capitolo conclusivo, a cura di Anastas Vangeli, analizza l’impatto del modello “17+1” promosso dalla Cina nell’Europa centro-orientale e sud-orientale.

La sezione conclusiva del volume si incentra sul ruolo del Dragone nella regione dell’Indo-Pacifico. Nel diciassettesimo capitolo Andornino e Simona Grano analizzano il delicato tema delle relazioni Pechino-Taipei mentre nell’ultima parte della sezione Raimondo Neironi indaga i rapporti fra Cina e Sud-Est asiatico.

Il volume si conclude con delle considerazioni finali di Andornino sull’approccio dell’amministrazione Biden nei confronti del Dragone soprattutto alla luce di quello dell’amministrazione precedente. Il curatore, in quest’ultima parte, tira le somme del monumentale lavoro di ricerca svolto.

Il lavoro di Andornino, e del vasto gruppo di ricerca che ha collaborato alla stesura del volume, si inserisce in maniera innovativa e originale nel dibattito italiano sulla Cina e sulle ricadute della sua ascesa sullo scacchiere internazionale. Il tema analizzato è estremamente complesso soprattutto a causa dei molteplici fattori che hanno portato la Repubblica Popolare ad assumere un ruolo sempre più rilevante negli equilibri regionali e globali. Uno dei punti di forza di “Cina. Prospettive di un paese in trasformazione” è proprio quello di aver colto la complessità del fenomeno ed averlo analizzato nella sua totalità mettendo a luce tanto i punti di forza del “modello Cina” quanto i nervi scoperti di questo esperimento sociale, politico ed economico. Il libro riesce inoltre a fornire una chiave di interpretazione dettagliata e soprattutto chiara delle trasformazioni politiche, istituzionali, economiche e sociali avvenute nella “nuova era” di Xi Jinping.

“Cina. Prospettive di un paese in trasformazione” colpisce il lettore per essere un lavoro organico e, allo stesso tempo, eterogeneo. L’opera, infatti, ospita il contributo di alcuni dei principali esperti di Cina in Italia, per la maggior parte ricercatori del Torino World Affairs Institute. Andornino riesce, tuttavia, nel difficile compito di coordinamento e integrazione dei diversi capitoli del volume, restituendo un’analisi strutturata e organica che costituisce il lavoro più completo in circolazione nel nostro Paese in tema Cina. L’analisi è, inoltre, obiettiva e rigorosa e rifugge, cosa difficile nello stato attuale del dibattito in materia, considerazioni parziali e soggettive. Il volume Andornino offre, pertanto, al lettore italiano una lettura obbligata per tutti gli interessati a quella che oggi è la “manifestazione più emblematica della trasformazione degli equilibri mondiali”.


Elisa Ugolini
Geopolitica.info

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