Lo snodo parlamentare della crisi di Visegrad è la Conferenza dei Presidenti di Parlamento Ue, che nei prossimi giorni si svolgerà in Repubblica Ceca. Per l’Italia confermata la presenza di Fontana, dubbio per La Russa: sullo sfondo le celebrazioni del 25 aprile.
La conferenza di Praga come snodo parlamentare della crisi dei Paesi di Visegrad. È questo lo scenario che sembra prendere forma alla vigilia dell’appuntamento interparlamentare che vede la partecipazione dei presidenti dei Parlamenti europei fra lunedì e martedì. Ci saranno gli speaker delle Camere alte e basse dell’Unione, ma anche alcuni rappresentanti di Paesi “ospiti”. Fra questi i presidenti dei Balcani occidentali, compresi serbi e kosovari. Ma anche i due speaker britannici: John McFall e Linday Hoyle. L’ospite principale sarà invece il presidente della Verkhovna Rada ucraina Ruslan Stefanchuk. Da notare l’assenza della presidente dell’Assemblea nazionale francese Yaël Braun-Pivet: la Camera bassa francese sarà rappresentata da Valerie Rabault, ex capogruppo socialista e attuale vicepresidente dell’assemblea. In prima fila invece la presidente del Bundestag Barbel Bas e quella del Congresso spagnolo Meritxell Batet, mentre sul fronte mediterraneo sono pesanti i forfait della Grecia (che non manderà neanche un vice) e del Portogallo.
Il dato politico più interessante lo descrive la stessa agenda e l’elenco dei relatori. Si parla quasi esclusivamente del conflitto russo-ucraino: la prima sessione è intitolata “L’aggressione russa contro l’Ucraina e la risposta dell’UE in un più ampio contesto geopolitico”, mentre la seconda riguarda “il ruolo dell’UE nella cooperazione globale fra le democrazie e la questione della dipendenza dei Paesi membri dai regimi totalitari”, dunque un focus su disinformazione, sicurezza delle catene di approvvigionamento e autonomia strategica. Si tratta un programma centrato esclusivamente sul fronte ucraino, sicuramente per via di una maggiore sensibilità della Presidenza ceca al riguardo. C’è però un altro dato da sottolineare: gli unici altri esponenti di Visegrad – oltre ai padroni di casa – previsti come relatori sono i polacchi. Si tratta di Elzbieta Witek, speaker della Camera bassa polacca, e di Tomasz Grodzki, presidente del Senato. Due relatori dello stesso Paese sui sei totali è un po’ una particolarità, probabilmente dovuta al fatto che altri non si sono proposti per il ruolo di keynote speaker in ragione dell’agenda prevista. Nel primo panel interverranno anche lo svedese Andreas Norlén e la spagnola Meritxell Batet. Nel secondo completano il quadro la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e il presidente del Consiglio nazionale austriaco Wolfgang Sobotka.
Il rapporto con Mosca è insomma lo spartiacque per Visegrad: il programma di Praga lo dimostra plasticamente. Un altro dato che però sarà importante da valutare è quello dell’attenzione rivolta al Mediterraneo. Lo spazio che le conclusioni dedicheranno al fronte meridionale dell’Europa sarà un dato di particolare interesse. Al momento questo spazio parrebbe essere – nelle intenzioni della Presidenza ceca – non proprio centrale.
E l’Italia? Secondo il programma diffuso dagli organizzatori è confermata la presenza del presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana. Probabile intervenga nel dibattito, ma soprattutto probabile prenda parte ad alcuni incontri bilaterali. Sarebbero i primi con omologhi dei parlamenti europei, se si esclude quello avuto a Roma un paio di mesi fa con Roberta Metsola. La presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa risulta invece non confermata al momento. Potrebbe delegare un vicepresidente o partecipare solo a una parte della conferenza. Sulle due alte cariche italiane pesano le incombenze istituzionali della Festa della Liberazione. In particolare la deposizione di una corona all’Altare della Patria da parte del presidente della Repubblica che si svolge la mattina del 25 aprile. I due in quella occasione possono anche essere sostituiti da un vicepresidente, ma decideranno in maniera definitiva cosa fare nelle prossime ore. Non sfugge la delicatezza politica di una ricorrenza su cui il dibattito pubblico nazionale è particolarmente vivace.
Intanto nel Parlamento italiano si va definendo il mosaico degli attori protagonisti della nostra diplomazia parlamentare. Completati negli scorsi giorni i gruppi di amicizia sotto l’egida dell’Unione interparlamentare. Fra i presidenti Gelmini (Az) per gli Usa, Calovini (FdI) per la Germania, Fassino (Pd) per la Francia, Marco Osnato (FdI) per l’Arabia Saudita, Cattaneo (FI) per il Regno Unito, Malan (FdI) per Israele, Lopreiato (M5S) per la Cina e Cappellacci (FI) per l’Ucraina. Ufficiale anche il nuovo presidente della delegazione parlamentare presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa, ovvero Elisabetta Gardini (FdI) e dell’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea (INCE) che sarà Salvatore Caiata (FdI). Nei prossimi giorni sarà la volta della delegazione presso l’Assemblea parlamentare della Nato, dell’Osce e dell’Unione per il Mediterraneo.