“Cartografia, arte e potere tra Riforma e Controriforma. Il Palazzo Farnese a Caprarola” (pagg. 216, Franco Cosimo Panini, 2020, Modena) di Alessandro Ricci e Carlotta Bilardi, è un saggio storico-critico che si inserisce nel dibattito cinquecentesco interno al mondo cristiano, relativo all’uso delle immagini e il Nuovo mondo, tra cattolici e protestanti.
Nel Palazzo Farnese di Caprarola ritroviamo tutti questi elementi, sia nelle pareti affrescate della Sala del Mappamondo, che con le carte geografiche dipinte attestava la potenza e la visione globale della Chiesa, sia nel percorso iconografico-pittorico del Palazzo, che intendeva esaltare il ruolo del committente, il cardinal Alessandro Farnese, e della sua famiglia, nel teatro politico europeo e nella storia della Chiesa.
Indetto per arginare l’ondata di contestazione che investì la Chiesa di Roma, il Concilio di Trento, e la riforma che ne seguì, furono il tentativo di reagire al dilagare della diffusione della dottrina di Lutero che criticava aspramente l’eccessiva ricchezza delle chiese. Tra le misure adottate ci fu il veto ai vescovi per la costruzione di edifici religiosi e l’arredo delle chiese, incluse tutte le opere pittoriche e scultoree conservate al loro interno. Agli artisti si chiedeva di realizzare immagini semplici, rigorose dal punto di vista dei contenuti e severe nel linguaggio espressivo. Le opere dovevano comunicare con il fedele e suscitare così emozione e meditazione.
Il Palazzo Farnese è uno dei migliori esempi di dimora-fortezza rinascimentale. E Caprarola, è un borgo medievale adagiato su uno sperone tufaceo dei Monti Cimini, nella Tuscia.
All’interno della sontuosa dimora lavorarono i migliori pittori e architetti dell’epoca. I temi degli affreschi furono ispirati dal letterato Annibal Caro e realizzati da Taddeo e Federico Zuccari. La potenza della famiglia Farnese si manifestò appieno nel 1534 quando Alessandro Farnese divenne papa con il nome di Paolo III. Il ruolo svolto dalla famiglia Farnese nel campo dell’arte, della cultura e dell’economia italiana ed europea nel XVI secolo fu importantissimo. Comunque ogni elemento iconografico della Sala e dell’intero Palazzo ha un preciso ruolo comunicativo. Diversi erano i messaggi che Alessandro Farnese intendeva dare ai suoi ospiti, soprattutto si doveva ristabilire la centralità della Chiesa nel mondo. In questo senso ricoprivano un ruolo essenziale la geografia e le carte geografiche della Sala per stabilire il primato mondiale e fissare graficamente le pretese globali. “Si doveva evidenziare, attraverso i numerosi ritratti degli antenati del Committente e dei suoi coevi famigliari, tra cui l’artefice del Concilio di Trento, il nonno Paolo III, lo status speciale della famiglia Farnese nelle dinamiche di potere ecclesiastico.- evidenziano gli autori, Ricci e Bilardi – Il cardinal Farnese voleva infine ribadire la pretesa sottostante a tutta l’iconografia geografica e famigliare del committente: divenire un giorno Papa, ricalcando le orme del nonno e, attraverso i richiami astronomici sulla volta della Sala, stabilire il legame con il divino e con i grandi personaggi del passato col suo stesso segno zodiacale.”