Secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, rifugiato è “chiunque nel giustificato timore d’essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori del suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi”.
Ogni minuto 20 persone lasciano tutto per sfuggire alla guerra, alla persecuzione, al terrore o anche per gli effetti di disastri naturali o disastri causati dall’uomo. Oggi, almeno 79,5 milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette a lasciare le proprie case e il proprio paese. Tra questi, 26 milioni sono rifugiati, più della metà dei quali ha meno di 18 anni.
Quest’anno a seguito della pandemia di Covid-19 e delle recenti proteste antirazzismo, tale giornata ha lo scopo di “ricordare al mondo che tutti, compresi i rifugiati, possono contribuire alla società e che ogni azione conta nel tentativo di creare un mondo più giusto, inclusivo ed equo”.