La chiara vittoria della presidente uscente Tsai Ing-wen nelle elezioni svoltesi oggi, con un trionfo politico che dovrebbe essere confermato anche dagli esiti delle elezioni per il Parlamento con una solida maggioranza per il Dpp, è esemplificato da una semplice constatazione: a partire dalla prima elezione diretta del presidente di Taiwan, nel 1996, mai nessun candidato aveva ottenuto un numero tanto alto di preferenze: 8,17 milioni, ovvero quasi tre milioni di voti in più rispetto al principale contendente, Han Kuo-yu del Kmt. In termini percentuali, Tsai ha ottenuto il 57 per cento dei voti rispetto al 38 per cento di Han. Il terzo candidato in lizza, James Soong del Pfp, ha ottenuto circa seicento mila voti.
Dopo l’ufficializzazione dei risultati Tsai ha svolto una conferenza stampa affermando che il livello di partecipazione e gli esiti hanno confermato la determinazione dei taiwanesi a difendere il proprio paese quando “la sovranità e la democrazia sono minacciate”. Chiaro il riferimento alle pressioni da parte della Cina. In merito Tsai, richiamando espressamente le minacce di uso della forza da parte cinese e respingendo ogni ipotesi di allargamento a Taiwan del modello “un paese, due sistemi” le cui conseguenze sono drammaticamente evidenti a Hong Kong, ha ribadito l’impegno ad opporsi ai tentativi di cinesi di “modificare in modo unilaterale lo status quo nello Stretto di Taiwan”. La rieletta presidente ha aggiunto: “Voglio una volta ancora ricordare alle autorità di Pechino che la pace, il rispetto, la democrazia e il dialogo sono essenziali in favore di relazioni nello Stretto stabili di lungo periodo. Spero che le autorità di Pechino comprendano che Taiwan e il suo governo democraticamente eletto non cederanno alle minacce e alle intimidazioni”.

Le parole di Tsai, pronunciate insieme ad ulteriori considerazioni sul significato delle elezioni e ad attestati in favore degli altri due candidati, sono in continuità con il messaggio principale della sua campagna elettorale, fortemente puntata sul tema delle Cross Strait Relation e sulla necessità di confermare un presidente risoluto, insieme al suo governo, a mantenere la propria totale indipendenza dalla Cina.

Sullo stesso solco anche ulteriori considerazioni di Tsai. A fronte dell’esclusione di Taiwan dalle organizzazioni internazionali e dei sistematici boicottaggi apertamente ispirati dalla Cina, la presidente ha detto: “Speriamo che a Taiwan venga data l’opportunità di partecipare agli affari internazionali. La Repubblica di Cina (Taiwan) è un membro indispensabile della comunità internazionale. Siamo desiderosi di lavorare insieme a tutti i Paesi per condividere le responsabilità aiutando a mantenere la pace e la stabilità regionale. Tutte le nazioni dovrebbero considerare Taiwan come un partner e non come un problema”.