Nella giornata di oggi, 28 gennaio 2023, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i Ministri degli Esteri, Antonio Tajani, e dell’Interno, Matteo Piantedosi, si sono recati a Tripoli, in Libia dove hanno incontrato la Ministra degli Affari Esteri del Governo di unità nazionale (Gnu) libico, Najla al-Mangoush, il Primo Ministro AbdelHamid Dbeibah e, infine, il Presidente del Consiglio Presidenziale dello Stato di Libia, Mohammed al-Menfi. La visita nell’ex colonia italiana si inserisce nel quadro del rafforzamento delle relazioni con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo che ha visto il governo italiano impegnato in una serie di missioni per affrontare le questioni principali di politica estera, energia e migrazioni su tutte.
Il viaggio della Meloni in Libia, a pochi giorni di distanza da quello effettuato in Algeria, dimostra – se mai ce ne fosse stato bisogno – l’importanza del dossier libico nell’agenda italiana e la volontà di voler riaffermare il ruolo dell’Italia nel contesto mediterraneo e, al contempo, tutelare gli interessi nazionali. Al centro dei colloqui durante la visita odierna, come già detto, un approfondimento delle relazioni nel settore energetico e il tentativo di rafforzare il dialogo sul tema – molto caldo per il governo italiano – dei flussi migratori in partenza dalla Libia in direzione delle coste italiane.
Per quanto riguarda il primo punto, la visita è stata l’occasione per firmare uno “storico accordo” dal valore di circa 8 miliardi di dollari e della durata di 25 anni. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e il suo omologo della National Oil Corporation of Libya (Noc), Farhat Bengdara, hanno concordato lo sviluppo di “Structures A&E”, un progetto strategico finalizzato alla produzione per rifornire il mercato interno libico e per garantire l’esportazione in Europa. Come si legge dalla nota rilasciata dalla compagnia petrolifera italiana, “Structures A&E è il primo grande progetto nel Paese dall’inizio del 2000. Consiste nello sviluppo di due giacimenti di gas, denominati Structures “A” ed “E”, situati nell’area contrattuale D, al largo della Libia”. La produzione di gas dalle due strutture dovrebbe iniziare nel 2026 e raggiungere i 750 milioni di piedi cubi di gas al giorno. Secondo Descalzi, tale intesa consentirà importanti investimenti nel settore energetico libico, contribuendo allo sviluppo locale e alla creazione di posti di lavoro, rafforzando, al contempo, il ruolo di Eni come operatore leader nel Paese nordafricano.
La Meloni, insieme ministri degli Esteri e dell’Interno, Tajani e Piantedosi, ha affrontato con la controparte libica inevitabilmente il dossier migratorio, questione cara sia a Roma che ad altre capitali europee. Nel 2022 sono stati 105.129 i migranti sbarcati sulle coste italiane, in netto aumento rispetto ai 67.477 del 2021 e ai 34.154 del 2020. Il fascicolo migratorio è tra le priorità dell’agenda italiana e Roma – come dichiarato dalla stessa premier durante la conferenza stampa con Dbeibah – sta pressando per ricevere un impegno maggiore anche da parte di Bruxelles. Per la Meloni, la Libia “può e deve fare di più” per contrastare le partenze dalle sue coste e limitare i flussi di migranti clandestini. Tra i punti centrali affrontati durante i colloqui: salvataggi in mare, redistribuzione dei migranti e rimpatri assistiti. I due ministri degli Esteri hanno firmato un protocollo d’intesa per la consegna di 5 vedette finanziate dall’Unione Europea. Inoltre, in un’ottica di un maggiore controllo dei confini meridionali della Libia, con particolare attenzione a ciò che accade nel Sahel, è stato firmato un protocollo d’intesa per un rafforzamento della cooperazione bilaterale contro il traffico illecito di esseri umani con investimenti sulla cooperazione per lo sviluppo.
Roma, in un delicato momento storico, ha la possibilità di sfruttare le relazioni con i paesi nordafricani e la presenza storica in tutta la regione. Diventare uno snodo centrale per il rifornimento energetico dall’Africa all’Europa è un obiettivo ambizioso che, tuttavia, necessita di un altrettanto impegno politico. Sulla Libia, la posizione del governo italiano è quella di supportare la roadmap lanciata dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di arrivare alle elezioni nel minor tempo possibile. La stabilizzazione della Libia passa anche dal supporto dei partner internazionali. In tal senso, l’Italia ha il compito di giocare un ruolo chiave nel completamento della transizione politica libica.
Mario Savina
Geopolitica.info, Sapienza Università di Roma