È notizia recente la nascita in seno all’Unione Africana, organizzazione internazionale a carattere sovranazionale che ricalca molto l’Unione Europea per struttura e obiettivi, di un’area di libero scambio che rappresenta un passo in avanti significativo per il processo di integrazione del continente nero, il quale proprio in questi anni conosce un suo primo, importante sviluppo.
L’Unione Africana: l’Atto costitutivo
Erede dell’OAU (Organizzazione dell’unità africana fondata nel 1963 ed estinta nel 2002), l’Unione Africana vede ufficialmente la luce il 9 luglio del 2002. L’organizzazione si basa su un documento fondativo chiamato ‘Atto costitutivo’, adottato nel 2000 ed entrato in vigore il 26 maggio del 2001. L’articolo 3 dell’Atto esprime gli obiettivi dell’Unione, tra cui la promozione della pace, della sicurezza, della stabilità e del buon governo in Africa. L’UA dichiara di voler affermare il ruolo primario del continente africano nell’arena internazionale, imponendo la propria volontà politica e assicurando che la propria voce venga ascoltata nel mondo. L’articolo 4 del documento espone invece i principi fondamentali dell’UA, tra cui il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. Il paragrafo H di questo articolo contempla l’intervento diretto dell’UA in casi di genocidio, crimini di guerra o crimini contro l’umanità. Interessante risulta altresì l’articolo 23 dell’Atto, il quale esprime il diritto dell’UA di imporre sanzioni a quei paesi membri che non versano i contributi dovuti all’Unione o che non si uniformano alle decisioni da essa stabilite.
La struttura dell’UA
A conferma del carattere sovranazionale dell’UA, vi è la constatazione di quanto la struttura di questa organizzazione ricalchi in maniera abbastanza fedele quella dell’UE. Organo principale dell’UA è l’Assemblea, corpo che per funzioni e conformazione sembra rifarsi molto al Consiglio Europeo. L’Assemblea è composta dai capi di Stato e di governo dei paesi membri; essa si riunisce una volta l’anno, determinando le politiche comuni e gli orientamenti generali dell’UA e prendendo le decisioni secondo lo schema del consensus. Il presidente rimane in carica per un anno. Nel 2019, il ruolo è ricoperto dal leader egiziano al-Sisi. A coadiuvare l’azione dell’Assemblea vi sono due organi importanti come la Commissione e il Consiglio esecutivo (o Consiglio dei ministri). La Commissione è composta da un presidente, un vicepresidente e 8 commissari. Il presidente e il suo vice sono eletti dall’Assemblea per un periodo di quattro anni rinnovabili; sempre l’Assemblea nomina anche i Commissari, i quali vengono poi eletti dal Consiglio esecutivo. Gli otto commissari gestiscono, ognuno per la propria area di competenza, le seguenti materie: pace e sicurezza; affari politici; energia e infrastrutture; commercio ed industria; affari sociali; economia rurale ed agricoltura; risorse umane, scienza e tecnologia ed infine affari economici. Funzione fondamentale della Commissione è inoltre quella di agire come il custode dell’Atto costitutivo dell’UA. Il compito principale del Consiglio dei ministri è invece quello di monitorare l’esecuzione delle politiche adottate dall’Assemblea, organo al quale può rivolgere pareri e raccomandazioni. Esso è inoltre responsabile di materie significative come il commercio estero, l’energia, l’agricoltura e l’ambiente. Tutti gli Stati membri prendono parte al Consiglio esecutivo, normalmente per mezzo del Ministro degli Esteri. Altro organo importante dell’UA è il Parlamento. Esso ha il compito di assicurare la piena partecipazione dei popoli africani al processo d’integrazione economica e politica del continente. Benché lo scopo a lungo termine sia il pieno esercizio della funzione legislativa tramite elezioni a suffragio universale, attualmente il Parlamento ha un mandato di tipo consultivo. Rientrano tra le sue funzioni: promuovere l’effettiva implementazione delle politiche dell’UA, incoraggiare il buon governo e la trasparenza degli Stati membri, promuovere la pace, la sicurezza e la stabilità.
L’UA come area di libero scambio. Verso una moneta unica?
Il 30 maggio 2019 è entrata ufficialmente in vigore la zona di libero scambio dell’UA, varata nel 2018 nel vertice ruandese di Kigali. Il 7 luglio 2019, in occasione del summit tenutosi nella capitale nigerina Niamey, i capi di stato e di governo hanno fatto partire la fase operativa del più imponente accordo commerciale mai raggiunto dalla fine del colonialismo. La creazione di una zona di libera circolazione di merci e servizi, capace in prospettiva di dar vita a un mercato unico per un miliardo e 200 milioni di individui, nei numeri una vera superpotenza commerciale, spinge l’UA a formulare propositi molto ambiziosi. Tra gli obiettivi di lungo termine perseguiti dall’UA, il più ardito è certamente la realizzazione della moneta unica africana, l’Afro, entro il 2028. Tale progetto è portato avanti dalla Banca Centrale Africana, organismo che seppur formalmente costituito risulta ancora in una fase embrionale delle proprie operazioni. Paesi importanti come l’Egitto hanno chiesto che l’introduzione dell’unione monetaria venga rinviata di almeno tre anni, e tale rilievo risulta certamente sensato, dal momento che, con la zona di libero scambio (punto 2 della scala dell’integrazione di Bela Balassa) ancora alle battute iniziali, sembra difficile che nel giro di soli dieci anni si possa arrivare al completamento di un’unione doganale (punto 3 della scala), di un mercato comune (punto 4) e di un’unione monetaria (punto 5). L’Europa, modello a cui l’UA si ispira, impiegò circa 40 anni per passare dall’unione doganale (definita dai Trattati di Roma del 1957) all’unione monetaria (entrata ufficialmente in vigore il 1° gennaio 1999).
Conclusioni. Il rapporto tra UA e UE
L’Unione Europea guarda con molta attenzione al progetto d’integrazione del continente africano. Rappresentanti di UE e UA si incontrano almeno due volte l’anno per discutere di temi di interesse comune, e Bruxelles ha già stanziato 60 milioni di euro come contributo alle spese per la realizzazione della zona di libero scambio africana. L’UA ha inoltre da poco lanciato un ambizioso programma a lungo termine, denominato “Agenda 2063”, che richiama principi come la pace, la democrazia, lo sviluppo sostenibile, il rispetto dei diritti umani, la difesa e la valorizzazione del ruolo delle donne e dei giovani. Tutti valori figli della cultura europea. Se l’UA dovesse progredire sotto il profilo economico, politico e sociale ciò gioverebbe agli interessi non solo del popolo africano, che potrebbe godere di una nuova alba di prosperità economica e stabilità politica, ma altresì di un’Europa che in questi anni vede proprio nell’immigrazione di massa proveniente dal continente nero uno dei problemi più spinosi da risolvere.