Al di là del fatto di essere il monumento storico più visitato d’Europa, la cattedrale di Notre Dame è una delle chiese più famose del mondo, simbolo della civiltà occidentale. Le fiamme dell’incendio che l’ha colpita lunedì 15 aprile sono partite intorno alle ore 19 da un’impalcatura che cingeva la cattedrale per lavori di conservazione.
Alle ore 10 è avvenuto il crollo del tetto e della guglia, mentre i Vigili del fuoco tentavano di contenere le fiamme. Parigini e turisti si sono stretti innanzi al triste spettacolo guardando ardere la cattedrale eretta più di 800 anni fa. Centinaia tra di loro erano fedeli radunatisi davanti alla chiesa per pregare.
In una nota di Alessandro Gisotti – direttore della Sala stampa vaticana – la Santa Sede ha comunicato di aver “accolto con shock e tristezza la notizia del terribile incendio che ha devastato la Cattedrale di Notre Dame, simbolo della cristianità in Francia e nel mondo”. D’altra parte, invece, jihadisti e fondamentalisti islamici hanno esultato per la “vendetta di Allah” e inneggiato alla “giusta punizione ai crociati”. Tutto ciò solo pochissimi giorni dopo la condanna a 8 anni per istigazione al terrorismo di Inès Madani, per aver pianificato nel 2016 un attentato proprio contro Notre Dame, a conferma che l’idea non fosse estranea alle menti degli jihadisti. Peraltro, secondo Site (Search for International Terrorist Entities), centro di monitoraggio del terrorismo internazionale online, sui siti jihadisti e sui social network hanno iniziato a circolare le immagini delle fiamme sulla chiesa accompagnate da commenti di gioia.
Il messaggio che Site tenderebbe a veicolare potrebbe essere quello di un coinvolgimento da parte di organizzazioni jihadiste o di unità ad esse collegate. Al momento si ipotizza che l’incendio sia stato causato ad un errore umano probabilmente legato ai lavori di conservazione avviati lo scorso giugno, come afferma anche la procura di Parigi, che ha aperto un’indagine per incendio colposo e distruzione involontaria. La coincidenza legata a Madani potrebbe far pensare al coinvolgimento di lupi solitari o jihadisti, ma ciò significherebbe assumere una posizione allarmista.
Al momento non si esclude alcun tipo di pista, seppure quella ritenuta più concreta vede l’incendio come un disastro di natura non dolosa che si è abbattuto su uno dei simboli più importanti della cristianità europea.