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LibriLibyagate: il “Grande Gioco” e il Paese nordafricano

Libyagate: il “Grande Gioco” e il Paese nordafricano

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Libyagate. Inchieste, dossier, silenzi – edito da Vita e Pensiero e Avvenire e scritto dal giornalista Nello Scavo – pone in risalto le criticità del dossier libico ed evidenzia la fitta rete criminale internazionale che vede al centro non solo la Libia, ma l’Italia, Malta e l’Europa tutta. Protagonisti sono i migranti, il traffico di droga e di armi, oltre al contrabbando di “oro nero”. Un “gioco” che è un frutto di una perversione malavitosa che non nasce nel Paese maghrebino. I trafficanti non esisterebbero se non vi fossero interessi più grandi a giustificarne la presenza, interessi che riguardano una rete globale. L’obiettivo della pubblicazione, nelle parole dell’autore, è stato quello di raccogliere “alcuni dei reportage pubblicati negli ultimi anni e costruire un filo conduttore che possa trasformarsi in uno strumento utile e agile per cominciare a orientarsi nelle vicende raccontate” e da qui seguire ciò che accadrà in futuro.

Se ai tempi di Moammar Gheddafi i barconi erano usati come minaccia e strumento di pressione sull’Europa, dopo la sua caduta la situazione è rimasta invariata pur subendo un ricambio di protagonisti. In questi anni si è dato un prezzo ad ogni barcone partito dalle coste nordafricane, e poco importava che raggiungesse la terra ferma o sprofondasse nel Mediterraneo. Il prezzo delle vite umane trasportate è stato per anni – e lo è ancora oggi – lo stipendio di malavitosi che avevano interesse nel far sì che quell’imbarcazione prendesse il largo.

In un Paese dilaniato, da oltre un decennio, dalle lotte tra clan e gruppi militari, si inseriscono le vite e i drammi di quei migranti che tentato ogni giorno la traversata per raggiungere le coste della sponda Nord del Mediterraneo: uomini, donne e bambini, torturati, violentati, uccisi dai trafficanti, anche in quei centri di detenzione considerati governativi e sostenuti dall’Europa, Italia compresa. E qui che la tortura si accetta, diventa parte dell’esperienza, dove alla parola “vita” si associano pochi aggettivi, su tutti umiliante e degradante. 

Affianco alla questione migratoria, ci si imbatte nel traffico di armi, nel contrabbando di petrolio e di sostanze stupefacenti. “Il traffico di droga ha ricevuto scarsa attenzione, anche se è stato accertato che la tratta dei migranti, che è l’obiettivo principale del coinvolgimento europeo in Libia, fa parte di una più ampia economica sommersa che coinvolge vari tipi di attività criminali”, così si legge in un’accusa lanciata dall’Osservatorio antidroga dell’Unione Europea – Emcdda e riportata nelle pagine del libro. “È stato sviluppato un sistema complesso, che collega gli attori criminali libici e i leader delle milizie, coinvolti in diverse forme di contrabbando e tratta, con aziende e uomini d’affari con interessi nel commercio legale in Libia, Malta, Italia, Spagna, Grecia, Cipro, Egitto, ecc.”. E alla domanda su come la droga raggiunga le città europee, l’autore ci spiega come sia fondamentale “l’entrata in scena della rete di trafficanti di petrolio, che coinvolge nella logistica esponenti dei clan siciliani, banditi maltesi e i pezzi grossi della ‘ndrangheta, l’unica organizzazione criminale al mondo in grado di far attraversare gli oceani ai container infarciti di coca”.

Libyagate è il nome dato alla complicata rete di interessi che domina la regione mediterranea e all’inchiesta firmata da Nello Scavo (Avvenire) e Lorenzo Bagnoli (IrpiMedia): “un lavoro che ci ha condotto in vari Paesi, ricostruendo le trame del Libyagate”. Oggi, questa e altre inchieste sono raccolte in questo libro, in cui le pagine raccontano atrocità e menzogne. Un testo-guida che vuole stimolare il pubblico a ricercare la verità, seppur scomoda.

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