Secondo il Washington Post, la leadership birmana di Aung San Suu Kyi dovrebbe garantire il ritorno immediato del mezzo milione di Rohingya costrette a migrare verso il Bangladesh, il libero ingresso delle organizzazioni umanitarie e le ispezioni e le investigazioni internazionali. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe esprimersi con una condanna dura della condotta birmana. La crisi dei Rohingya arriva dopo la distensione dei rapporti tra USA e Birmania voluta dal Presidente Obama, un gesto voluto per incoraggiare lo sviluppo democratico del paese.