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TematicheCina e Indo-PacificoLe origini dei Rohingya

Le origini dei Rohingya

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Da dove vengono e chi sono i membri della “minoranza più perseguitata al mondo”?

I Rohingya sono un gruppo etnico di religione islamica, non si ha una stima precisa della popolazione che oscilla tra 1.500.000 e 2.000.000. La loro stessa origine o provenienza è oggetto di controversia, alcuni storici sostengono che si tratta di una popolazione indigena del Rakhine, ma quasi tutti gli esperti individuano nella migrazione interna avvenuta durante il dominio britannico, dal 1824 agli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale, la ragione della massiccia presenza nel territorio dell’odierno Myanmar.

I Rohingya in particolare richiamano la loro ascendenza ai mercanti di religione islamica presenti nell’Arakan (ora Rakhine) da secoli. In realtà sembra che vari gruppi etnici di religione islamica abbiano costituito i Rohingya.

Il Regno di Birmania aveva conquistato il bellicoso Arakan poco più di quaranta anni prima della concessione ai britannici nel 1826, anno della sconfitta nella prima guerra anglo birmana. Nel Rakhine il sentimento indipendentista nei confronti della Birmania è sempre stato fortissimo, quindi dalla fine del dominio britannico i Rohingya si sono trovati stranieri in una terra che nutriva forti contrasti con l’etnia Bamar alla guida del paese. Sin dai tempi del Regno di Arakan la religione buddista ha costituito il nucleo centrale della cultura del Rakhine, in una continua tensione con la religione islamica: un elemento determinante per la comprensione del conflitto in corso.

Nel 1948 quando la Birmania ha ottenuto l’indipendenza dal dominio coloniale britannico ai Rohingya è stato concesso di chiedere la cittadinanza birmana, ottenere dei documenti personali e alcuni membri riuscirono ad essere eletti nel parlamento di Yangon. Con il colpo di stato militare del 1962, i Rohingya hanno perso qualsiasi status e sono diventati di fatto stranieri nella terra che avevano abitato da secoli, l’unica concessione è stato un documento identificativo che li classificava come stranieri.

Varie ondate di repressione, guidate dai militari e appoggiate dalla popolazione del Rakhine nei confronti dei Rohingya, determinano una serie di flussi migratori verso il Bangladesh: già nel 1978 si registrata un significativo numero di rifugiati. Una legge del 1982 concesse il diritto di cittadinanza ai Rohingya, solo dopo aver dimostrato di poter parlare una delle lingue ufficialmente riconosciute in Myanmar e dietro presentazione di una serie di documenti per provare la presenza della propria famiglia prima dell’indipendenza dal dominio britannico. Un numero esiguo di Rohingya riuscì ad ottenere la cittadinanza, si trattava infatti di documenti in possesso solo di una piccola minoranza della comunità.

Nel 1991 e 1992 un nuovo flusso cerca riparo al di là del confine birmano a causa di una nuova ondata di repressione da Yangon, in questa occasione i rifugiati furono più di 500 000 anche se i dati non possono essere confermati ufficialmente da nessuna organizzazione internazionale. Il Bangladesh ha inizialmente accolto i rifugiati dalla Birmania, ma le pressioni interne e le limitate risorse nazionali hanno costretto Dhaka a spingere i Rohingya a lasciare i campi profughi.

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