La National Security Strategy dell’amministrazione Trump ha impresso dei cambiamenti alle priorità della politica estera e di sicurezza degli USA rispetto alla precedente amministrazione. Quali erano i punti chiave della NSS 2015? Come cambiano con la NSS 2017? Le NSS di Donald Trump e Barack Obama
Per l’analisi della National Security Strategy 2017 si rimanda a “Le potenze revisioniste: Russia e Cina nella National Security Strategy dell’Amministrazione Trump” di G. Natalizia.
a
Nel febbraio 2015, l’amministrazione Obama rilasciava la sua seconda National Security Strategy delineando le linee guida della propria politica estera e di sicurezza. Al momento della redazione del documento, alcuni fattori ne influenzarono l’esito: il “reset” con Mosca, proposto a partire dal 2008, era irreversibilmente fallito in seguito all’annessione russa della Crimea; il disimpegno iracheno e afghano si era concluso riportando a casa la quasi totalità dei soldati; la ripresa economica dalla Grande Recessione del 2007/2008 era solida e garantiva maggiori risorse a disposizione.
Date tali premesse, gli USA, si legge nel documento del 2015, devono agire con una ‹‹prospettiva di lungo termine›› che affronti le trasformazioni storiche in atto nel contesto internazionale adottando una ‹‹postura strategica globale sostenibile››. Nell’ottica di Obama, l’ordine internazionale liberale sorto con la fine della Guerra Fredda viene messo alla prova, ma è non da considerare perduto. Inoltre, è necessario non sopravvalutare le minacce e i rischi strategici globali e non cedere ad una politica che conti più sulla ‹‹paura che sulla speranza››, promuovendo, invece, una ‹‹pazienza e una perseveranza strategica››.
Alla luce di questo approccio di lungo termine e di pazienza strategica, l’elenco delle minacce alla sicurezza nazionale statunitense nella NSS 2015 assume un significato più chiaro. Per l’amministrazione Obama esse sarebbero: la persistente minaccia terroristica globale, in particolare da parte di Al-Qaeda e dello Stato Islamico, la proliferazione di armi di distruzione di massa, il cambiamento climatico e la diffusione di malattie infettive, la ridotta crescita, la stagnazione e la recessione economica globale, la sicurezza degli ‹‹spazi condivisi›› (cyber, spazio, aria, mare).
Pur rifiutando di definire la politica estera americana in base ad una sola regione, paese o gruppo di paesi, il documento del 2015 dimostra un moderato approccio regionale (praticamente assente nel documento del 2010). Nella disamina delle opportunità e dei rischi per gli USA nelle varie regioni del pianeta, la priorità, coerentemente con il “pivot to Asia”, viene data all’Asia-Pacifico, di cui gli USA, in quanto ‹‹potenza Pacifica››, farebbero parte. La regione è, infatti, considerata la più dinamica dal punto di vista economico, politico e militare e, perciò, si caldeggia una partnership costruttiva con la Repubblica Popolare Cinese. Per quanto riguarda l’Europa, è ribadito un impegno granitico verso gli alleati, dichiarando pieno supporto al processo di integrazione UE, considerato vettore di prosperità e sicurezza per il continente. Nei confronti della Russia si attesta il fallimento del “reset” e si conferma la politica delle sanzioni per innalzare i costi della condotta aggressiva russa, pur mantenendo ‹‹aperta la porta›› ad una collaborazione in caso la Russia cessi la propria politica aggressiva nei confronti dei paesi vicini. In Medio Oriente e Nord Africa, è ribadito l’impegno contro il terrorismo ma si sottolinea la necessità di una cooperazione multilaterale, anche con l’Iran. In Africa come in America del Sud viene confermata la promozione di accordi commerciali win-win, le partnership per la sicurezza, e un’agenda di cooperazione per lo sviluppo sostenibile.
L’analisi della NSS 2017 dell’amministrazione Trump mostra come alcune delle priorità di Obama siano state declassate, se non ignorate del tutto e, parallelamente, ne siano state aggiunte di nuove.
a
→ […] “LA NSS PUBBLICATA IL 18 DICEMBRE 2017 NON ESITA A RICORRERE AL CONCETTO DI SUPERPOTENZA SOLITARIA” […] →
a
È il caso del riscaldamento globale e del climate-change elevati da Obama a minacce alla sicurezza nazionale ma che Trump derubrica a fattore secondario. Anzi, la preoccupazione è quella di assicurare agli USA una posizione dominante nel mercato energetico ed evitare, in totale disaccordo con quanto sostenuto da Obama, che un’agenda energetica-ambientale nazionale e internazionale risulti sfavorevole agli interessi americani.
Un simile cambiamento si registra anche riguardo al commercio internazionale. La presidenza Obama aveva riconosciuto nel commercio internazionale un pilastro della prosperità americana e, conseguentemente, della sicurezza nazionale, promuovendo una magiore integrazione commerciale soprattutto con l’Asia. La NSS 2017 pone l’enfasi sulla reciprocità e l’equità negli accordi commerciali al fine di correggere gli squilibri commerciali sofferti da Washington e neutralizzare gli effetti nocivi di un commercio globale distorto che incoraggia l’opportunismo e gli accordi non vantaggiosi.
Parallelamente, anche della promozione della democrazia e dei diritti umani emerge una visione diversa nei due documenti. Nella NSS 2017, il termine “diritti umani” è utilizzato in una sola occasione per criticare i regimi tirannici mentre nel documento del 2015 è utilizzato più di 15 volte. Similmente, la promozione della democrazia è considerata da Obama ‹‹interesse nazionale››, mentre Trump, pur rimarcando l’importanza di un sistema internazionale libero e democratico e la necessità di promuovere i valori americani, sottolinea gli USA non vogliono ‹‹imporre i propri valori sugli altri››.
Riguardo la cooperazione internazionale allo sviluppo, la NSS afferma che ‹‹uno dei maggiori trionfi degli USA è stato quello di aiutare Stati fragili nella loro via verso lo sviluppo›› che ‹‹in cambio, hanno creato mercati redditizi per le imprese americane›› e, infine, hanno permesso allo Stato aiutato di ‹‹condividere il fardello di risolvere un vasto numero di problemi nel mondo›› insieme agli USA. Ci sarebbero, quindi, elementi di reciprocità e condizionalità anche nella cooperazione internazionale immaginata dall’amministrazione Trump. Nel documento del 2015, si legge: gli USA hanno ‹‹l’opportunità e il dovere di rafforzare, modellare e, in caso, creare›› gli elementi necessari alla ‹‹pace, alla sicurezza, alla prosperità e alla protezione dei diritti umani nel 21° secolo››.
Nella NSS 2017, in merito a Russia e Cina viene abbandonata qualsiasi ipotesi di “constructive engagement”, affermando che tra gli USA e queste ‹‹potenze revisioniste›› intercorra una ‹‹competizione strategica››. Questi paesi , infatti, mirerebbero a limitare la proiezione del potere americano, costituendo così la prima delle minacce alla sicurezza nazionale USA, prima ancora del terrorismo globale e del crimine trans-nazionale.
In merito alle organizzazioni e alle istituzioni internazionali, in particolare quelle finanziarie-economiche ma anche quelle politiche e militari, che gli USA hanno contribuito a creare nei decenni, la NSS di Donald Trump, pur condividendo lo spirito e il mandato originario di questi organismi, ne propone una generale revisione o riforma quando il loro operato non converga con gli interessi strategici ed economici americani. Inoltre, si legge, gli USA ‹‹non chiuderanno più un occhio sulle violazioni›› degli statuti e delle regole di queste istituzioni e non accetteranno più free-riding da parte degli Stati membri.
a