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La XXIV edizione del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo: l’economia internazionale durante e dopo la pandemia

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Il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo è un appuntamento annuale che la Federazione Russa organizza nella sua “capitale del nord”, l’alternativa russa del Forum Economico di Davos, tradizionalmente “guidato” dagli Stati Uniti. L’edizione di quest’anno, la ventiquattresima, tenutasi tra il 2 e il 5 giugno, ha registrato la partecipazione di circa 5.000 ospiti. L’anno scorso l’evento fu cancellato a causa della pandemia, mentre quest’anno la presenza di un numero elevato di ospiti, seppur circa dimezzato rispetto agli standard degli anni passati, ha dato un segnale di positività e speranza per l’organizzazione di altri eventi di questo tipo, nonostante in Russia il numero di casi di Covid-19 stia ricominciando a salire dopo settimane di miglioramenti.

Il titolo dato all’edizione di quest’anno recita “Una valutazione complessiva della nuova realtà economica globale” (A Collective Reckoning of the New Global Economic Reality). I temi principali discussi nei vari panel hanno riguardato l’economia russa e mondiale, le agende in campo tecnologico e sociale, la cooperazione internazionale, lo sviluppo del commercio internazionale e, ovviamente, la ripresa economica post-pandemia. Anton Kobyakov, uno dei Consiglieri della Presidenza al Cremlino e Segretario Esecutivo del Comitato Organizzatore del Forum ha ben riassunto l’agenda dell’evento: il programma del FEISP (SPIEF in inglese) è stato particolarmente ricco di eventi che hanno spaziato dalla discussione sulla nuova realtà economica che dovrà includere tutte le questioni chiave dello sviluppo sociale ed economico a livello internazionale, alle sfide globali che intendono stabilire nuove regole economiche e commerciali. Secondo Koyakov, ci aspetta un lungo periodo di ripresa, in cui azioni ben pianificate e una gestione ben studiata dei nuovi meccanismi sociali ed economici determineranno la rapidità con cui si potranno superare le conseguenze negative della pandemia e con cui passare ad una crescita economica sostenibile. 

Gli interventi, tenuti da varie personalità del settore economico e finanziario sia russe – ad esempio, Elvira Nabiullina, direttrice della Banca Centrale russa, Anton Siluanov, Ministro delle Finanze, Maxim Reshetnikov, Ministro dell’Economia – sia provenienti da altri Paesi, hanno riguardato anche l’integrazione eurasiatica, la trasformazione del commercio globale, l’efficienza del business internazionale durante la pandemia, il mercato globale energetico, la ripresa del mercato alimentare e la sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali. In poche parole, l’evento ha messo in luce tutte le principali sfide e tematiche che nell’ultimo anno e mezzo hanno dominato le discussioni su giornali e mass media e le analisi degli esperti. 

Come prevedibile, il focus è stato posto sull’economia russa, sul suo sviluppo e sugli obiettivi della Federazione in ambito economico nel breve e medio periodo. In particolare, si è discusso su come la struttura economica russa potrà essere modellata per far sì che ci sia una vera ripresa post-pandemica, affinché migliori il clima generale degli investimenti e per dare nuovo slancio alla sfera della ricerca e dello sviluppo tecnologico. Non potevano mancare riferimenti ai settori industriali ritenuti strategici, tra cui, chiaramente, il settore energetico, alla loro funzionalità per il sistema economico russo e al loro sviluppo futuro. 

È interessante segnalare la discussione accesasi tra il Ministro dell’Economia Reshetnikov, da una parte, e il Ministro delle Finanze Siluanov e la Direttrice della Banca Centrale Nabiullina, dall’altra: il primo è sostenitore di una politica economica più espansiva e, dunque, incline a maggiore spesa (con bassi tassi di interesse) che, secondo il Ministro, dovrebbe ridare stimolo dopo le costrizioni dovute alla crisi pandemica; i secondi due seguono idee più conservatrici e temono che aumentare eccessivamente la spesa statale possa destabilizzare l’intera economia del Paese. Il tema è di rilevante importanza, non solo in Russia, ma in tutto il mondo. Le economie sviluppate sembrano voler procedere con politiche economiche e monetarie espansive, con Unione Europea e Stati Uniti in prima linea, nonostante la crescente preoccupazione per la possibile esplosione dell’inflazione a livello internazionale – legata sia alle politiche monetarie delle maggiori economie, sia a nuovi pericolosi meccanismi che dimostrano crescente debolezza nelle catene globali del valore (si veda l’interessante articolo di Nicola Calvano per saperne di più). 

E a proposito di economie sviluppate, la maggior parte delle autorità russe ha espresso l’auspicio che l’apparire di nuovi meccanismi economici e commerciali a livello globale possa rendere più integrate le economie occidentali e quella russa, nella speranza che migliori rapporti tra imprese possano contribuire a migliorare anche i rapporti politici, da anni molto tesi. Inutile ribadire quanto il regime di sanzioni e contro-sanzioni abbia danneggiato il commercio bilaterale tra Russia e Italia, ad esempio.

Nella giornata di venerdì è intervenuto il Presidente Putin, di persona, dopo molti mesi in cui quasi tutti gli incontri avuti si erano tenuti virtualmente. Nello stesso giorno altri politici di spicco, come il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz e l’Emiro qatariota Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani (quest’ultimo da remoto) sono intervenuti. Kurz ha affermato che nonostante le differenze fondamentali in materia di diritti umani, è importante lavorare insieme a livello internazionale per gestire la pandemia di COVID-19, il cambiamento climatico e la crisi economica globale. Un messaggio che richiama alla collaborazione e alla distensione delle tensioni che ultimamente si susseguono tra accuse e controaccuse gettate da Russia e occidente. 

Putin, dal canto suo, è intervenuto introducendo molti temi. Il suo discorso ha toccato alcune tematiche molto importanti, come la possibilità di impostare nuovi sistemi di collaborazione internazionale ed eliminare le restrizioni dettate da ragioni politiche in ottica della ripresa post-covid. Putin ha voluto sottolineare che la Russia si adopererà per limitare al massimo gli interventi da parte di agenti e forze straniere negli affari interni. Dal punto di vista delle relazioni esterne, il Presidente russo aveva dichiarato di non aspettarsi grandi risultati dall’incontro con Biden dello scorso 16 giugno in Svizzera, ma che l’opportunità di parlarsi a quattr’occhi non avrebbe dovuto essere sprecata. Come è stato confermato in occasione del summit, ci sono interessi in comune, aree in cui la collaborazione è fondamentale, ma anche contrasti e linee rosse la cui “stabilizzazione” potrebbe dare maggiore prevedibilità alle relazioni bilaterali. Sarà interessante scoprire se la competizione statunitense con la Cina riuscirà a far riavvicinare in qualche modo Washington e Mosca, a prescindere dalle parole di Putin allo SPIEF che hanno espresso interesse in una più forte collaborazione con Pechino. Putin ha parlato anche di denuclearizzazione della penisola coreana, relazioni con Giappone e Regno Unito e utilizzo del dollaro come valuta internazionale. 

Per riassumere, l’evento ha richiamato l’attenzione sulle maggiori sfide che le economie dovranno affrontare sia a livello governativo che come sistema internazionale. Gli interventi sono stati pregni di contenuti e hanno visto la partecipazione di molte personalità influenti nel panorama economico e commerciale sia russo che internazionale. L’eco dell’evento si presta a risuonare nelle prossime settimane in tutte le cancellerie mondiali, in cui si discuterà di programmazione e ripresa economica. 

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