Quattro anni e mezzo dopo il loro ultimo incontro a Vladivostok, il 25 aprile del 2019, il dittatore nordcoreano Kim Jong-un ha incontrato nuovamente il suo omologo russo Vladimir Putin. L’incontro, cautamente annunciato qualche settimana fa alla stampa russa dal portavoce Dimitry Peskov, ha avuto luogo nel cosmodromo Vostochny, situato nell’Oblast di Amur, dall’11 al 13 settembre scorso. Il leader nordcoreano è giunto nella località situata nell’estremo oriente russo, nella mattinata del 11, dopo un viaggio di una notte a bordo del suo famigerato treno blindato proveniente da Pyongyang.
La due giorni di Vostochny ha segnato per Kim Jong-un il ritorno sulla scena internazionale. Questo infatti è stato il primo incontro internazionale dalla riapertura dei confini nazionali a seguito della Pandemia di Covid. Per Vladimir Putin invece, essa non è stata altro che un ulteriore tassello per la costruzione di una più fitta tela di alleanze, in aperta chiave anti-occidentale rientrante, a sua volta, in una più vasta agenda di incontri istituzionali internazionali del Cremlino. A partire dal 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione terrestre russa in Ucraina, la nomenklatura russa ha avviato una serie di fitti contatti diplomatici, non solo con i vicini asiatici – Pechino e da ultima Pyongyang -, con i paesi del CSI (Bielorussia in primis) ma anche con quelle realtà africane, come la Repubblica Centrafricana, dove la presenza del gruppo paramilitare Wagner del fu Evgeny Prigozhin, è consolidata da qualche anno e dove i sentimenti antieuropei ed antioccidentali vanno manifestandosi sempre di più.
E non importa se Putin, a partire dal 17 marzo 2023, ha un mandato di cattura per crimini di guerra emesso dalla Corte Penale Internazionale: la sua agenda è piena di incontri bilaterali (o multilaterali) passati, come il summit Russia-Africa dello scorso luglio tenutosi all’Expo Forum di San Pietroburgo, presenti, come quello con Kim Jong Un, o futuri, vedasi il Summit per la Belt and Road Initiative, in programma il prossimo ottobre a Pechino.
Tornando nell’Amur, i due leader hanno discusso sulle potenzialità di una maggiore cooperazione militare tra Mosca e Pyongyang, sia sul fronte della Guerra in Ucraina, dove Kim ha ammesso che la Corea del Nord invia materiale di logistica e di supporto all’esercito russo da più di un mese, quanto sull’altrettanto caldo fronte del Pacifico dove, è importante ricordare, il rischio di un incidente militare lungo la faglia geostrategica che dalle Sachalin scende giù fino a Taiwan, stia diventando, giorno dopo giorno, sempre più possibile. E proprio in concomitanza del summit, il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha denunciato la caduta di due testate balistiche nordcoreane entro i limiti della Zona Economica Esclusiva nipponica. Kishida, per il tramite del capo del suo Gabinetto Hirokazu Matzuno, ha presentato una protesta formale a Pyongyang attraverso il proprio attaché militare a Pechino
Alla cena di stato conclusiva dell’incontro bilaterale, Kim ha sottolineato il suo “pieno appoggio alla Russia nella sua Operazione speciale in Ucraina”, lanciando una Fatwa (dal retrogusto qaedista) ad una “guerra santa” contro i governi Occidentali e i loro peccati, aprendo infine anche ad una potenziale “Triplice alleanza + 1” con Pechino, più l’aggiunta dell’Iran. La Russia dal canto suo ha manifestato il suo pieno interesse nello sviluppo ed ammodernamento delle forze armate nordcoreane e nello sviluppo di un arsenale satellitare nordcoreano. Per tal motivo, la scelta della località del summit, ricaduta sul cosmodromo di Vostochny, non è stata casuale. A partire dal 2011 infatti, lo spazioporto è al centro di un programma per il trasferimento di tutte le operazioni spaziali nella regione di Krasnodar, nel Kuban’ kazako. Putin ha manifestato quindi il suo completo interesse per cooperare assieme alla NADA (National Aerospace Development Administration) nordcoreana nello sviluppo di un proprio programma spaziale. Alla cena conclusiva del summit, Putin ha infine annunciato che si recherà entro l’anno in visita a Pyongyang.