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La sfida energetica del Kenya tra mobilità elettrica e fonti green

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Considerata una tra le principali nazioni in via di sviluppo nel contesto africano, il Kenya rappresenta senza dubbio un caso da tenere d’occhio in ottica energetica. Le autorità di Nairobi hanno da tempo intrapreso un percorso incentrato sulla produzione di elettricità tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili. In linea con questa strategia green, il Kenya ha puntato molto anche sulla diffusione di veicoli elettrici nelle grandi città. La poderosa crescita demografica che si verificherà nel prossimo futuro, così come il vertiginoso aumento della popolazione urbana, ha spinto il governo verso una scelta all’insegna del rispetto dell’ambiente e del contenimento delle emissioni di CO2.

Trend di crescita in Kenya

Il Kenya rappresenta attualmente un Paese molto dinamico da un punto di vista socioeconomico. Oltre ad essere la seconda economia della regione dopo l’Etiopia, Nairobi è la quarta potenza finanziaria dell’Africa subsahariana. Tale vivacità sotto il profilo economico-produttivo è testimoniata anche da alti tassi di crescita demografica. Se nel 1960 la popolazione del Kenya era costituita da circa 8 milioni di persone, oggi arriva a quasi 54 e, secondo alcune proiezioni statistiche delle Nazioni Unite, entro il 2050 i Kenyoti supereranno quota 85 milioni. Anche se circa il 70 % di questi vive in aree rurali, dal 2000 la popolazione urbana è più che raddoppiata. Si prevede che la popolazione delle città del Kenya supererà i 22 milioni entro il 2030 e raggiungerà circa i 40 milioni (quasi la metà del totale previsto) entro il 2050. Oltre un terzo della popolazione urbana si concentrerà nelle grandi città di Nairobi e Mombasa. 

In virtù della vertiginosa crescita della popolazione prevista nei prossimi anni e, in misura maggiore, stante la sostanziale urbanizzazione di massa che caratterizzerà il Paese africano nel giro di poco tempo, il Kenya ha deciso di puntare su una strategia eco-friendly. Infatti, in previsione dell’aumento del traffico urbano e del conseguente inquinamento atmosferico, le autorità kenyote hanno iniziato ad incentivare una mobilità di tipo elettrico, allo scopo di scoraggiare l’uso di veicoli che producono alti livelli di CO2. Per realizzare questo audace piano, Nairobi ha deciso di usufruire di tecnologia occidentale. Il principale partner di questa sfida ecologica è un’azienda europea, la Opibus; si tratta di una startup nata nel 2017 da un progetto di ricerca condiviso da più università svedesi che ha l’obiettivo di rendere elettrica la mobilità nei Paesi emergenti. Il Kenya è stato scelto perché, oltre a registrare una delle crescite economiche più forti dell’Africa subsahariana, presenta un forte interesse per l’utilizzo di fonti rinnovabili e la salvaguardia dell’ambiente.

La grande attenzione del Kenya alle fonti rinnovabili

L’obiettivo dichiarato di Nairobi per il prossimo futuro è quello di de-carbonizzare totalmente il proprio apparato energetico. Si tratta di un’aspirazione molto audace, considerato che il Kenya è un Paese in via di sviluppo in cui il ruolo dei combustibili fossili è senz’altro importante. Trattandosi di fonti di energia fortemente inquinanti ma relativamente a basso costo, i combustibili tradizionali potrebbero risultare utili nella ricerca di una rapida crescita industriale ed economica. Nonostante ciò, l’impegno a dotarsi di un apparato energetico moderno ed eco-sostenibile da parte delle autorità keniote è massimo, segno di una chiara visione strategica di lungo periodo. Petrolio e gas, infatti, se da un lato possono garantire alti tassi energetici a fronte di bassi costi, dall’altro causano altre problematiche che prima o poi andranno affrontate, soprattutto in materia di diversificazione delle fonti di produzione energetica. In quest’epoca storica all’insegna del climate change, in cui le emissioni di CO2 rappresentano una delle principali minacce climatiche, è opportuno costituire fin dall’inizio un comparto energetico rispettoso dell’ambiente. Da qui, dunque, la scelta di puntare su fonti rinnovabili ab origine

Secondo i dati forniti dalle stesse autorità di Nairobi, già oggi il 70% dell’energia keniota proviene da fonti a basse emissioni di CO2. Negli ultimi anni, il Kenya ha investito in particolare nel geotermico, che oggi ha una capacità installata di 700 MW. Questo dato pone il Paese africano al nono posto nella classifica mondiale per capacità installata, dietro proprio all’Italia (800 MW) e all’Islanda (750 MW). Oltre al geotermico, si segnala la grande attenzione del Kenya su un’altra fonte rinnovabile: l’energia del vento. A tal proposito, la centrale Turkana Wind Power, situata nel nord del Paese, con le sue 365 turbine eoliche è in grado di generare più di 1.2 miliardi di chilowattora (KWh) di elettricità. Nel 2019, alcuni studi hanno calcolato che questo parco eolico ha permesso di ridurre la spesa di quasi 70 milioni di euro per la produzione elettrica da combustibili fossili.

La diffusione di mezzi elettrici in Kenya 

Nairobi pone una grande attenzione sull’utilizzo di mezzi ecologici che abbiano un impatto positivo sulla circolazione di merci e persone a fronte di ridotte emissioni. A testimonianza di ciò, si segnala che la Kenya Power, azienda con una lunga storia, fondata nel gennaio 1922 e specializzata nella produzione e fornitura di elettricità, ha annunciato la creazione di una rete nazionale di stazioni di ricarica per le macchine elettriche, da allestire lungo autostrade, parcheggi e centri commerciali. L’azienda elettrica ha anche fatto sapere di essere in trattative con lo Stato per tagliare le tasse di importazione sulle auto elettriche e sulle attrezzature necessarie per la costruzione delle postazioni di ricarica, in modo da sostenere l’obiettivo nazionale di avere almeno il 5% delle auto immatricolate non a benzina.

La mobilità elettrica kenyota riguarda non solo vetture tradizionali ma anche veicoli a due ruote, bus e camion. Questi ultimi, tra l’altro, sono i principali responsabili della congestione del traffico cittadino e degli alti tassi di inquinamento atmosferico che spesso contraddistinguono le grandi città delle nazioni in via di sviluppo. Opibus ha recentemente affermato di puntare molto sulla produzione di motociclette elettriche per il mercato del Kenya. A questo proposito, si segnala che nel dicembre 2021 la startup svedese e Uber hanno deciso di collaborare per ampliare la diffusione delle motociclette elettriche in Africa. L’accordo prevede che nel corso del 2022 Opibus fornisca al servizio di noleggio 3.000 delle sue motociclette, così da incrementarne progressivamente l’utilizzo in tutto il continente. In aggiunta, nel gennaio 2022 Opibus ha presentato a Nairobi il primo autobus completamente elettrico del Kenya, nonché il primo di questo tipo progettato in Africa. Il nuovo autobus elettrico, il cui lancio ufficiale è previsto nella seconda metà del 2022, è interamente prodotto in loco e ha costi inferiori rispetto all’importazione di veicoli simili.

A fronte di dati oltremodo incoraggianti, che vedono il Kenya tra i primi Paesi africani ad intraprendere una strategia energetica ecosostenibile, si segnalano, nondimeno, alcune criticità. Nonostante i progressi e gli obiettivi, infatti, solo poco più della metà della popolazione kenyota ha accesso all’elettricità. Secondo alcuni rapporti stilati dalla Banca Mondiale, nelle zone rurali si registra una disponibilità piuttosto bassa di energia elettrica (disponibile per circa il 5% della popolazione rurale). È opportuno segnalare che, negli ultimi anni, la tecnologia ha contribuito a migliorare questa situazione, consentendo di irrorare energeticamente anche le zone più remote, grazie a piccole aziende che forniscono elettricità con piccoli kit fotovoltaici. Tuttavia, resta ancora molto da fare per soddisfare pienamente la grande domanda di energia di una nazione giovane ed in crescita.
Alla luce di quanto esposto, non si può fare a meno di notare quanto Nairobi sia in prima fila nella diffusione di veicoli elettrici e nella salvaguardia dell’ambiente. Oltre ai benefici sul fronte ambientale, va sottolineato che la rivoluzione elettrica implementata dalle autorità del Kenya nel corso degli ultimi anni ha anche dei risvolti economici. L’abbattimento delle emissioni di CO2 corrisponde ad una riduzione del consumo di benzina che, in ottica produttiva, si traduce in un contenimento dei costi di trasporto delle merci e delle persone. Naturalmente, ci vorrà del tempo per realizzare questo ambizioso piano ecologico. Nondimeno, l’incremento della mobilità elettrica sembra essere una valida strategia per diminuire l’inquinamento atmosferico e bilanciare la poderosa crescita della popolazione urbana dei prossimi anni con un approccio ecosostenibile.

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