Incontro fra le commissioni parlamentari italiane e spagnole a pochi giorni dalla visita di Sánchez a Roma. C’è sintonia anche con la maggioranza socialista, ma sullo sfondo il voto in Spagna che potrebbe cambiare il baricentro europeo e aiutare Giorgia Meloni. Che così sostituirebbe Visegrad.
L’antipasto parlamentare della visita del premier spagnolo Pedro Sánchez a Roma ha dato diversi spunti di riflessione, pur lontani dai riflettori. Dimostrando così che l’orizzonte mediterraneo può diventare una priorità per la maggioranza di governo. Più di quanto lo sia stata finora. Un orizzonte politico alternativo a quello dell’asse di Visegrad, che pure dopo il conflitto ucraino ha in parte cambiato i propri connotati.
I parlamentari italiani delle commissioni Politiche europee hanno incontrato a Montecitorio in questi giorni gli omologhi spagnoli. Una riunione densa di spunti presieduta dal presidente della XIV commissione di Montecitorio, il leghista Alessandro Giglio Vigna, cui ha preso parte la delegazione delle Cortes spagnole, guidata dalla socialista Susana Sumelzo. Una delegazione – quella iberica – che poteva contare su rappresentanti di tutti i principali partiti, eccetto Ciudadanos.
L’incontro è durato poco più di un’ora, e il focus più interessante è stato probabilmente quello sul conflitto ucraino, rispetto al quale è stata ribadita una linea nettamente atlantista. “Da un punto di vista politico è importantissimo parlare anche del percorso di adesione dell’Ucraina all’Unione europea”, afferma Giglio Vigna. E di questo hanno parlato parlamentari italiani e spagnoli. Sul piatto, oltre al sostegno “politico, economico e militare” all’Ucraina – sottolineato dalla nota congiunta diffusa al termine della riunione – anche altri temi. Immigrazione, transizione ecologica e produttiva, e l’importanza del baricentro mediterraneo dell’Unione.
Più di un partecipante alla riunione – dove il gruppo più rappresentato era Fratelli d’Italia – ha sottolineato come l’esigenza di mettere al centro le priorità del Mediterraneo sia un caposaldo delle relazioni italo-spagnole. Se questo è più semplice in una sede meno “ideologica” e osservata come quella della diplomazia parlamentare, sarà certamente più difficile nelle relazioni a livello governativo. Per un motivo abbastanza scontato: il più grande avversario interno di Sánchez è Vox, il partito di ultra-destra alleato di Meloni. Proprio la premier è stata ospite di Santiago Abascal in una delle primissime uscite dopo le elezioni in Italia, all’inizio di ottobre. Il rapporto fra i due è solido e radicato: sono infatti le due realtà in rampa di lancio dei Conservatori europei.
Antonio Giordano, deputato di FdI e anche segretario generale dell’Ecr, era fra i parlamentari italiani presenti all’incontro: “Con la Spagna c’è grande affinità, parliamo lingue sorelle. Individuare i punti di contatto fra noi è stato molto facile”. L’uomo di Meloni al Partito conservatore europeo racconta poi proprio dell’interlocuzione con José Maria Sanchéz, omonimo del premier e capogruppo di Vox in commissione, che ha chiesto in quella sede come sono cambiate percezioni e atteggiamento di Meloni fra l’opposizione e il governo. “Gli ho risposto – spiega Giordano – che sono cambiati i toni, vista la responsabilità di governo, ma non certo i contenuti”.
Le posizioni dell’esponente del partito di Abascal sono state sotto la lente d’ingrandimento di tutti i partecipanti. “Parlava già da ministro”, racconta sorridendo un partecipante all’incontro. Al netto della cordialità dell’appuntamento, quello che è emerso però è soprattutto un potenziale asse anti-frugali, che va oltre le famiglie politiche europee e riguarda la postura geopolitica di Italia e Spagna. Una prospettiva facile da individuare fra le pieghe delle dichiarazioni e potenzialmente strategica, soprattutto se poi toccasse a Popolari e Vox governare il Paese fra pochi mesi.
“C’è stato un approccio comune molto istituzionale – afferma la deputata dem Marianna Madia – abbiamo sicuramente condiviso l’esigenza di valorizzare il Mediterraneo e di metterlo al centro delle politiche europee”. Per il senatore 5stelle Pietro Lorefice “l’incontro è stato cordiale, propedeutico al loro semestre”. Altro tema caro alla Spagna e oggetto della riunione è stato quello degli interscambi con l’America latina, prioritario per ragioni culturali ma anche economiche. “Un tema che interessa anche l’Italia. Ci sono numerose comunità italiane in tutto il Sud America”, chiosa Giglio Vigna.
Al termine del bilaterale gli spagnoli hanno invitato la delegazione italiana a Madrid, per un incontro che dovrebbe svolgersi entro giugno, dunque prima dell’inizio del semestre di Presidenza dell’Unione. Un semestre che sarà fitto di appuntamenti in agenda. Oltre alla consueta riunione dei presidenti delle commissioni affari comunitari (9-10 luglio a Madrid), seguiranno fra luglio e settembre conferenze su governance economica, sicurezza e difesa comune, transizione ecologica e parità di genere. L’esigenza di approfondire temi comunitari cari alla maggioranza di centrosinistra è anche legata all’imminenza delle elezioni spagnole: come detto a fine anno si voterà per le Politiche. Dopo l’esperienza di Macron, anche Sánchez si giocherà la campagna elettorale da presidente di turno dell’Unione. Vedremo se l’esito sarà lo stesso d’Oltralpe o se Partito popolare e Vox riporteranno a destra la Spagna, per la gioia di Meloni.