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RubricheIntervisteL’Italia alla prova della logistica

L’Italia alla prova della logistica

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Spunti e riflessioni dell’Amministratore di RAM spa, Ivano Russo, a proposito delle sfide che attendono i nostri porti.

Nel suo Manuale di logistica Giovanni Leonida scrive “Nessuno ha mai vinto una guerra perché aveva una logistica molto forte. In compenso molti l’hanno persa perché avevano una logistica al di sotto delle loro ambizioni” evidenziando la fondamentale importanza di una chiara ed efficiente organizzazione logistica nel determinare il ruolo geoeconomico degli attori internazionali, purché questi ultimi si dotino degli strumenti più idonei al raggiungimento di tali obiettivi. RAM spa, società in house del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, controllata dal MEF e nata nel 2004 per erogare i vari bonus economici al settore del trasporto, ha rimodulato le proprie funzioni sino a diventare, sul finire del 2021, il soggetto che dovrà attuare la digitalizzazione del sistema portuale italiano.  In questa sua nuova veste, la società si appresta a vivere una nuova stagione di pianificazione, programmazione e progettazione del settore. In tale direzione sarà infatti promotrice dell’elaborazione, dell’attuazione e della gestione delle linee di intervento in materia di trasporto e logistica nell’ambito di un effettivo sistema integrato. Dal mese di luglio, alla guida della società, in qualità di Amministratore è stato nominato Ivano Russo, Dottore di Ricerca all’Università Federico II in Storia delle Relazioni Internazionali. Dal 2001 ad oggi ha lavorato presso il Parlamento Europeo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero per l’Innovazione della Pubblica Amministrazione, il Ministero per la Coesione Territoriale ed il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti occupandosi sempre di connessioni materiali ed immateriali, Corridoi UE, Reti Ten-T, commercio internazionale, politiche di partenariato e libero scambio Euromed, digitalizzazione dei processi amministrativi nel settore dei trasporti, portualità e logistica. È stato anche Responsabile del Centro Studi della Confindustria di Napoli e Direttore Generale di Confetra. Con lui abbiamo parlato di alcune importanti sfide che attendono l’Italia nel settore logistico. 

Dott. Russo, l’Italia è da sempre definita come una piattaforma al centro del Mediterraneo, pur non riuscendo apparentemente ad avere un approccio coerente con la propria dimensione marittima. Lei cosa ne pensa?

Essere una piattaforma in mezzo al Mediterraneo vuol dire poco, dato che il nostro paese, rispetto agli altri, ha notevoli problemi di continuità territoriale, legati proprio alla sua conformazione, alla presenza di due grandi isole. A differenza ad esempio della Germania, l’Italia ha poco della piattaforma logistica, nonostante l’invidiabile posizione che però da sola non basta a produrre logistica. Infatti, uno dei maggiori limiti cui dobbiamo porre rimedio e senz’altro il mancato incontro fra logistica e manifattura oltre alla necessità di uscire dal concetto logistico che tende a identificarci solamente con il nastro trasportatore, per il quale l’Italia viene diviene esclusivamente un luogo di approdo e di trasferimento delle merci verso altre destinazioni. Sarebbe invece più importante agire affinché alle merci, che transitano nel nostro paese, si possa aggiungere la fase di valorizzazione, rendendo in questo modo protagonista il nostro settore manifatturiero.

I processi di digitalizzazione, di cui RAM spa si dovrà occupare, tendono a caratterizzare anche la portualità, generando in tal modo l’attrattività degli scali. Da questo punto di vista come si muoveranno o si stanno già muovendo le autorità portuali italiane?

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il capitolo dedicato alla digitalizzazione dei porti può contare sulla cospicua somma di 250 milioni di euro, che RAM gestirà in qualità di soggetto attuatore. RAM dalla fine del 2021 ha come obiettivo specifico proprio quello di realizzare una piattaforma in grado di armonizzare la catena logistica italiana attraverso lo scambio informativo di tutti gli attori. Per mezzo dei PCS (Port Community System) delle Autorità Portuali si potrà favorire l’interoperabilità delle banche dati in possesso delle pubbliche amministrazioni, permettendo agli operatori di accedere ai sistemi digitalizzati delle PA per effettuare qualsiasi operazione. Superando anche l’eccesso di procedimenti amministrativi che rendono più complicato il raggiungimento degli obiettivi sfidanti che ci siamo posti.

L’assetto organizzativo dei porti ha generato una serie di ricorsi e controricorsi con l’Unione Europea, la quale considera il regime della tassazione dei porti italiani compatibile con la normativa sugli aiuti di Stato. In questa prospettiva è possibile pensare a nuove soluzioni per la governance dei nostri porti?

Sono scelte che attengono alla sfera politica e su cui si sta dibattendo molto in questo periodo, però nella discussione sulla natura pubblicistica delle Autorità di Sistema Portuale non può entrare RAM.

La transizione energetica riguarda anche le attività connesse alla portualità e alla limitazione delle emissioni. Ciò potrebbe in un certo qual senso trasformare i porti per come li abbiamo fin ad ora intesi. Crede che, come sostenuto da più parti, gli scali marittimi debbano trasformarsi in un vero e proprio hub energetico?

C’è un impegno molto forte del Governo e del MIMS su progetti avanzati come quello di Trieste e che vede i porti come importanti comunità energetiche. A maggior ragione l’impennata dei costi per l’energia cui stiamo assistendo, potrebbe mettere in difficoltà i nostri scali. Spesso dimentichiamo come l’Italia riesca a mantenere il proprio tenore di vita, grazie alla capacità dei porti commerciali che svolgono un ruolo fondamentale. In prospettiva futura la ripresa dei porti potrà coincidere anche con la ripresa industriale del nostro paese.

In un contesto come quello attuale, segnato prima dalla pandemia ed ora dal conflitto russo-ucraino, appare quantomai stringente l’attuazione della strategia logistica e portuale nazionale. In tale scenario quale può essere il ruolo di una società come RAM?

RAM svolge un’importante funzione di assistenza tecnica alla Conferenza di coordinamento delle Autorità di sistema portuale e segretariato del Partenariato per la logistica e i trasporti. Come detto in precedenza sarà protagonista del progetto di digitalizzazione oltre a garantire la gestione operativa degli incentivi all’intermodalità, erogati dal Ministero, al settore dell’autotrasporto come Marebonus e Ferrobonus. In prospettiva vogliamo lavorare per rendere sempre più RAM il centrale implementing body dell’Amministrazione. Le sfide innanzi a noi saranno molte e tutte decisive per il futuro di un Settore assolutamente strategico per la competitività dell’intera economia nazionale.

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