Lo scorso 14 settembre nell’ambito delle celebrazioni per il 75 anniversario delle relazioni Franco-Filippine, la Francia prova ad esplorare possibili partnership per la tutela dei propri interessi nell’Indo-Pacifico.
In occasione delle celebrazioni per i 75 anni dalla firma del “Trattato di Amicizia” del 1947 un meeting organizzato da un think tank filippino, che ha visto la partecipazione dell’Ambasciatore Francese a Manila, ha messo in luce alcuni possibili importanti sviluppi per la cooperazione tra le due Nazioni. Il meeting si è focalizzato principalmente sulla sicurezza nella regione, e nel comune interesse a che l’area rimanga “libera e aperta” nel rispetto delle regole comuni del diritto internazionale. Non solo, nell’ambito del programma di ammodernamento della Marina Filippina, la Francia si è detta disposta ad un partenariato che faciliti l’acquisto di equipaggiamenti francesi, nell’augurio di una più stretta collaborazione tra le forze armate dei due Paesi.
La Francia, seppur spesso non considerata come potenza attiva nell’Indo-Pacifico, grazie al suo controllo dei territori di Nuova Caledonia, Wallis e Fortuna e della Guyana Francese, tutti locati nel Pacifico Meridionale, mantiene un vivo interesse per le vicende della regione. Non solo, stanti le recenti evoluzioni nell’area, la Francia ha pubblicato nel 2022 la propria Indo-Pacific Strategy, documento programmatico per la tutela degli interessi francesi nella regione, da attuarsi attraverso la cooperazione in materia di difesa e sicurezza ed economica con nazioni che ne condividono lo spirito e la visione. È indubbio dunque che, seppur chiaramente coinvolta nelle vicende europee, gli occhi di Parigi puntino anche nell’Indo-Pacifico. La preservazione delle Zone Economiche Esclusive francesi attorno ai propri territori nel Pacifico è un interesse che la Francia condivide con gli Stati limitrofi, e le ricorrenti tensioni per il controllo dei mari sono per l’Eliseo una fonte di rischi, ma anche di opportunità. Tramontata l’occasione di fornire sottomarini alla Marina Australiana, i francesi provano a rivolgersi ad altre piccole e medie potenze, quali le Filippine, per sviluppare la propria industria degli armamenti ed affermare la propria presenza nella regione.
Del resto, è stato osservato come un Paese come le Filippine (seppur con note difficoltà di budget) si trova nella contingente necessità di rafforzare la propria Marina al fine di garantire una minima capacità di pattugliamento e deterrenza nel Mar Cinese Meridionale, e la Francia dispone di tecnologie militari avanzate e know-how adatto a tale scopo. In aggiunta, si registra sempre più l’intenzione di Manila (ma tale postura è rintracciabile in molti Paesi dell’ASEAN) di diversificare i propri partner strategici e smarcarsi, per quanto possibile, da una eccessiva dipendenza dall’ombrello militare statunitense.
Non solo, come emerge a seguito del meeting, il comune interesse alla sicurezza regionale può sfociare in una più ampia cooperazione economica: per un paese in crescita economica come le Filippine, utilizzare il dialogo securitario per irrobustire i legami con un mercato importante come quello francese è strategico per le ambizioni economiche di Manila. Diversificare le opzioni, sia in ambito militare che economico, sembra sempre più l’indirizzo di policy per nazioni di questo tipo.
Rimane da vedere se al di là degli impegni solenni, tali promesse si tradurranno in impegni concreti. Resta però il fatto che una Potenza Europea quale la Francia dimostra sempre più di non voler rimanere ai margini delle vicende regionali dell’Indo-Pacifico, nel tentativo di ricavarsi un ruolo autonomo, ad ulteriore riprova di quanto la sicurezza di questo quadrante di mondo possa influire anche nell’economia e negli interessi del Vecchio Continente.