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TematicheItalia ed EuropaL’influenza politica della chiesa cattolica in Polonia

L’influenza politica della chiesa cattolica in Polonia

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Nella storia della Polonia, la Chiesa cattolica dalla caduta del muro di Berlino ha aumentato gradualmente la propria influenza politica, soprattutto grazie al governo PiS, il partito di estrema destra di vocazione conservatrice al potere nel paese. Questo sviluppo affonda in realtà le sue radici molto prima, sarebbe possibile individuarlo andando molto indietro nel tempo, visto che la Chiesa cattolica polacca vanta l’essere un punto di riferimento per la popolazione da molti secoli.

Dopo la caduta del muro, la posizione della Chiesa cattolica è emersa in maniera ancora più forte, in quanto si è sentita chiamata a dare una spinta di rinascita (anche religiosa) alla nuova Polonia, rafforzata dalla presenza di un pontefice polacco e dalla trasformazione di Solidarnosc in partito. E oggi i politici polacchi cercano in tutti i modi di preservare la tradizione cattolica nelle loro scelte, evitando il dibattito con questa. In questo modo, la Chiesa cattolica di Polonia si è guadagnata il titolo di “quarto braccio” del governo. Attualmente il 93% della popolazione in Polonia è battezzata con il rito cattolico, nonostante le fasce più giovani della popolazione si stiano allontanando a causa delle posizioni anti-LGBT e della dialettica pro-life.

La rinascita dopo il 1989

Dopo il 1989, la situazione in Europa Centro-Orientale era lontana dal trovare un equilibrio: quarant’anni di regime comunista avevano plasmato gli ideali della popolazione e la caduta dell’ideologia aveva lasciato le persone con un vuoto a livello morale. In questo spazio, molto spesso, si è andata ad inserire la religione, con una preminenza cattolica a causa della storia polacca: ci si aspettava un orientamento e la Chiesa ha iniziato a dare una direzione alla gente. Il ruolo della religione cristiana in Polonia riprendeva quindi il suo posto alla luce del sole, contribuendo alla creazione di una società civile che il comunismo aveva plasmato in una direzione totalmente diversa, nonostante i ripetuti tentativi di proteste. In fondo, il cattolicesimo non era mai scomparso in Polonia nonostante i tentativi dei comitati di turno: la Chiesa non si era solo opposta al comunismo, ma aveva anche partecipato alla sua caduta, prima con Solidarnosc, poi con l’elezione di Giovanni Paolo II al pontificato, e infine con la partecipazione a una tavola rotonda che ha permesso una transizione il più pacifica possibile. È infatti con la creazione di Solidarnosc che c’è una novità nella posizione polacca nella protesta contro il regime comunista. Grazie al sindacato, la Chiesa come istituzione ha potuto avallare delle richieste già prima della caduta del muro, come il ripristino dell’educazione religiosa nelle scuole pubbliche, una maggiore rappresentazione da parte dei media e una maggiore libertà per l’attività lavorativa dei religiosi. 

A partire dal 2015, la Chiesa cattolica ha un forte peso grazie all’alleanza con il governo PiS, il quale si è reso spesso protagonista di riforme che hanno portato a contestazioni e polemiche, sia con Bruxelles che nella stessa Polonia. In questo governo fortemente conservatore, essa ha potuto portare avanti le sue battaglie contro l’aborto (andando a inserire nella dialettica politica termini come “bambini non nati” riferendosi ai feti) e le richieste della comunità LGBT, ottenendo in cambio privilegi economici, esenzioni fiscali e una dialettica accogliente con il governo, il quale mantiene una linea molto accomodante con l’istituzione religiosa. Non è infatti un caso che Pryzemyslaw Czarnek, ministro dell’Istruzione, abbia proposto l’obbligo dell’ora di religione a scuola, in quanto negli ultimi tempi il numero di studenti esonerati era notevolmente cresciuto. Un terreno fertile per la Chiesa cattolica polacca è anche la dialettica nazionalista; PiS usa molto il sentimento patriottico della popolazione intrecciandolo a quello religioso, quasi come volesse ristabilire il connubio polacco-cattolico presente alcuni decenni fa. Questo linguaggio ha una forte presa sull’elettore medio del partito: un uomo o una donna di reddito medio-basso ed età avanzata, che normalmente ha terminato gli studi prima dell’università, proveniente dalle aree più rurali del paese e fortemente attaccato/a ai valori cattolici. 

Gli strumenti di influenza della Chiesa cattolica

La Polonia ha una garanzia costituzionale riguardo la separazione tra Stato e Chiesa, ma la realtà dei fatti appare molto diversa. La Chiesa cattolica opera con una forte influenza in varie aree della società, quali l’educazione, l’assistenza sanitaria, il welfare e l’influenza politica, agendo in maniera pesante sulla popolazione  tramite il suo strumento di guida religiosa. Questa immersione nella società polacca la rende quindi un attore molto influente, e gli studiosi hanno individuato tre principali strategie politiche tramite le quali la Chiesa è penetrata nella società nel primo decennio dopo la fine del comunismo. Inizialmente, essa ha agito tramite influenza diretta sulla scena politica grazie al supporto di partiti apertamente cattolici; successivamente si è vista una smussatura dei suoi valori politici, tramite il sostegno di partiti democratici di stampo cattolico; infine, dopo l’espansione ad est dell’Unione Europea, l’istituzione cattolica ha visto un coinvolgimento politico tramite strumenti come Radio Maria, radio nazionale vaticana definita quasi come un prolungamento dell’influenza cattolica nella società. Tale fase è stata esasperata da esternazioni di pieno supporto all’attuale deriva conservatrice della Polonia, con l’Arcivescovo Stanislaw Gadecki che ha definito i gemelli Kaczynski (militanti nel PiS) come un dono di Dio, ha condannato l’Europa a una rovina a causa di una crisi morale, o che, andando contro i diritti civili, ha affermato che la forza di una nazione si può basare solo sulla sua possibilità di avere una continuità biologica, ossia una natalità sostenuta. 

Concludendo, si può affermare che nel suo sviluppo post-sovietico la Chiesa cattolica in Polonia ha adottato una posizione ambigua:  per molti anni portavoce di ideali di libertà e autodeterminazione per un paese da sempre conteso (tanto da sparire dalle cartine geografiche), ora si vede in prima linea per una deriva illiberale e conservatrice, con spinte che limitano la libertà individuale, l’autodeterminazione produttiva, i diritti civili e, attraverso una posizione non chiara, i diritti dei migranti.

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