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Repubblica d’India e Repubblica Islamica dell’Iran: il ruolo della diplomazia culturale

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Nonostante il fatto che la politica estera iraniana sia stata schiacciata, e lo sia ancora, in età contemporanea, dall’instabilità dell’area – così detta “mediorientale” – è innegabile la relazione primordiale, originaria, che lega l’eredità culturale persiana con la più ampia ecumene di origine indo-iranica. Non solo da un punto di vista prettamente religioso, ma anche sotto il profilo socio-antropologico ed etnolinguistico, si possono riscontrare similitudini e parallelismi di una certa rilevanza. In questo articolo si investigheranno, da un punto di vista storico, le relazioni bilaterali fra la Repubblica Islamica dell’Iran e la Repubblica d’India attraverso un serie di fonti che metteranno in luce la stretta dipendenza linguistica e culturale che lega le due nazioni. Non solo, si cercherà anche di mettere a fuoco l’importanza dello Zoroastrismo come elemento latente ma imprescindibile nella comprensione dei rapporti di queste due storie millenarie.

India e Iran: una storia radicata nei secoli

Negli ultimi centocinquant’anni i rapporti fra l’Iran e l’India sono stati molto stretti ed articolati soprattutto durante il controllo inglese del continente indiano.  Le relazioni fra i due Paesi non solo hanno avuto come perno la regolamentazione di aspetti più prettamente securitari e il commercio internazionale, ma hanno visto una certa rilevanza anche temi riguardanti l’eredità culturale e linguistica che li accomuna. Nonostante la complessità che lega la necessità di mantenere una ferrea politica nazionale di integrità territoriale e, dall’altra parte, un continuo dialogo con le minoranze etnico-linguistiche, possiamo riscontrare alcuni flebili riconoscimenti dell’intera eredità storico-culturale da parte dei due governi.

Non è secondario che, durante la visita del Presidente indiano Modi in Iran nel 2016, dei dodici accordi sottoscritti e firmati da entrambe le parti, tre hanno come oggetto una più stretta intensificazione ed una più marcata sinergia riguardo la cooperazione culturale fra i due Paesi. 

Zoroastrismo e relazioni internazionali 

Uno degli elementi che accomuna e caratterizza i due Stati è la presenza di importanti comunità zoroastriane che durante il XX secolo hanno sviluppato una serie di relazioni economico-finanziarie che hanno influenzato parte della politica estera dei due Paesi. Sebbene il numero di fedeli sia esiguo rapportato alle popolazioni di Iran ed India, il loro apporto in ambito politico-economico non è indifferente. 

Nel XIX secolo la comunità Parsi della regione del Gujarati acquisì una certa rinomanza e ricchezza: da un lato ebbe la forza di essere riconosciuta come un importante punto di riferimento all’interno degli snodi commerciali che collegavano l’altopiano iranico al continente asiatico; dall’altro riuscì a ritagliarsi une certa indipendenza da un punto di vista religioso-filosofico che le permise una non completa assimilazione da parte del governo indiano. Diverso desino ebbero le comunità Zoroastriane in Iran, le quali subirono un’importante campagna di ghettizzazione e conversione forzata durante la dinastia Qajar, per poi ritrovare una certa legittimità durante gli Shah, fino a vivere, oggigiorno, in una quotidianità, sebbene instabile, quantomeno parzialmente attenta ad alcune loro istanze. Durante i viaggi che i fedeli zoroastriani compivano per trovare pace e tolleranza dall’Iran all’India, i Parsi ebbero modo di comprendere la situazione drammatica in cui essi vivevano e decisero di intervenire dapprima con la fondazione della Society for Amelioration of the Conditions of the Zoroastrians in Persia, nel 1854 e, successivamente, con l’intervento del primo emissario Parsi, Maneckji Limji Hataria, che ebbe la forza, tra le altre, di convincere il sovrano Nāsir al-Din Shah ad abolire la jizya (la tassa per le comunità non musulmante) imposta alla comunità zoroastriana. 

Le relazioni fra le comunità Zoroastriane in Iran ed India tra il 1890 e il 1950 permisero una certa ricchezza e possibilità economica che si tradusse in una serie di azioni politiche che oggi potremmo definire di vero e proprio lobbying. Una delle più interessanti, che oggigiorno ha ancora una declinazione politica, è il caso della storia travagliata di un pezzo di terra a sud di Teheran denominato Qasr-e Firuzeh, un tempo adibito a cimitero zoroastriano ora una landa su cui le diverse ramificazioni dello Stato vogliono imporre la propria legittimità. 

Modi, Rouhani e il MoU siglato nel 2016

Il MoU for Cooperation between the National Archives of India and the National Library and Archives of the Islamic Republic of Iran, siglato da Modi e Rouhani nel 2016, potrebbe rappresentare la necessità di mantenere aperto un canale di comunicazione socio-culturale come strumento stesso di costruzione e ridiscussione dell’identità nazionale dei due Paesi. Non a caso l’Art.2 del memorandum ricorda che: «the Parties shall facilitate exchange of information and knowledge in the field of archival matters through exchange of manuals, guidelines, rules, publications, and other special literature on archival topics». È opportuno anche ricordare l’Art.7: «the Parties shall facilitate training of officials in deciphering documents in Persian/Arabic in India»; e l’Art.8: «the Parties shall invite the archivists of the other archival institutions to participate in conferences and workshops of interest to each party in the field of archival activities and oral history». 

Questo documento non solo evidenzia un legame storico tra i due Paesi, ma anche un importante agenda politica per gli anni futuri: a Qom, per esempio, molti studenti indiani si possono perfezionare in studi di teologia e il governo indiano finanzia ogni anno decine di borse di studio per studenti iraniani che si apprestano a completare i loro studi nel continente. 

In una recente intervista al Sunday Gurdian Live, l’Head Iran Culture House e Cultural Counselor presso l’Ambasciata iraniana a Nuova Delhi, Mohd Ali Rabbani ha riconosciuto: un legame artistico-culturale indissolubile con l’India, la corretta strategia di implementare le relazioni fra i due Paesi, e il rapporto “umano” millenario che caratterizza i due Stati. 

Egli ha evidenziato come, nonostante un rapporto politico ed economico altalenante dovuto al contesto geopolitico contemporaneo, la tradizione e l’eredità culturale, in comune dei due Paesi, svolgono un ruolo primario nel mantenimento di un cordiale e costruttivo rapporto tra i soggetti in gioco, chiudendo alla possibilità di una rottura definitiva dettata da attori esterni. Con l’elezione del Presidente Raisi la situazione non sembrerebbe prendere una direzione diversa da quella indirizzata dal suo predecessore. Le relazioni fra i due Paesi sembrano solide, non solo da un punto di vista culturale, ma anche economico: le posizioni strategiche dei due Stati obbligheranno Teheran e Delhi a mantenere un canale di comunicazione aperto e duraturo.

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