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TematicheRussia e Spazio Post-sovieticoIl ruolo della Crimea nella controffensiva ucraina

Il ruolo della Crimea nella controffensiva ucraina

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La controffensiva ucraina si sta articolando principalmente come una lenta avanzata via terra. Una riproposizione della guerra di posizione del 1914-1918 con le armi del XXI secolo.
La riconquista della Crimea occupata dalla Russia è l’obiettivo strategico che Kyiv punta a raggiungere; la “rivendicazione massima” è difficile da soddisfare. Ma la penisola incastonata al centro del Mar Nero settentrionale non è solo un obiettivo politico per gli ucraini ma anche una base di primaria importanza per i russi, dunque uno dei bersagli principali delle operazioni militari delle AFU.

Il bombardamento missilistico su Sebastopoli, base della Flotta russa del Mar Nero, è stata solo l’ultima azione militare ucraina condotta contro installazioni ed infrastrutture del nemico in Crimea. Si è trattato di una operazione intrinsecamente legata al contrasto del blocco navale russo ed alla tutela della rotte del grano verso il Danubio e verso i Dardanelli.

Aver colpito il bacino di carenaggio del porto di Sebastopoli e danneggiato gravemente il sottomarino classe Kilo migliorata “Rostov sul Don” e la nave da sbarco classe Ropucha “Minsk”, il primo potenzialmente impiegabile nei pattugliamenti del blocco navale e la seconda con un ruolo chiave ricoperto nel corso delle operazioni navali russe. 

La Russia dispone solo di un’altra struttura per la manutenzione delle navi militari nel Mar Nero, quella di Novorossisk, che diventa ora di fondamentale importanza proteggere da eventuali attacchi ucraini. Avendo attivato la convenzione di Montreux allo scoppio del conflitto russo-ucraino, la Turchia impedisce il transito in entrata ed in uscita dal Mar Nero del naviglio militare dei Paesi belligeranti, ed in quelle acque si svolge, così, un conflitto “chiuso” con risorse limitate sia a livello di mezzi ed armi che di infrastrutture.

Tant’è vero che molte delle navi che sono andate ad ingrossare la Flotta russa del Mar Nero, hanno attraversato i Dardanelli tra gennaio e febbraio 2022, distaccate dalla Flotta del Nord, proprio in previsione della chiusura degli Stretti da parte di Ankara.  

Ma, se collegato, ad esempio, agli attacchi contro i ponti di Kerch e di Chongar o ai sabotaggi contro i depositi ed i centri logistici dell’Esercito russo, si comprende che anche il bombardamento del porto di Sebastopoli possa essere utilizzato ai fini della Materialschlacht che sostiene la spinta dell’offensiva terrestre ucraina.

In una sorta di reciproca utilità, se la Linea Surovikin difende il “corridoio di Crimea”, che parte da Melitopol e corre verso sud, il sistema dei rifornimenti e della logistica nella penisola alimenta la resistenza nelle trincee di Zherebianky, Kopani o Robotyne. 

Il “corridoio di Crimea”, scendendo da Melitopol, è disseminato di fortificazioni e trinceramenti, a cominciare da Vovchanske, fino ad arrivare a Novooleksiivka, al confine settentrionale della penisola occupata.

Accanto agli attacchi contro le linee logistiche più vicine al fronte, gli ucraini stanno portando avanti una campagna diretta a disarticolare il meccanismo dei rifornimenti nemici in Crimea. È il “modus operandi” di stampo “ossidionale”, che tenta di stringere la Crimea in una morsa aerea e marittima, con l’obiettivo di isolarla e fiaccare la resistenza russa più a nord.

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