Da diversi anni gli analisti parlano di un rischio bolla cinese; da tempo si discute di soft landing vs hard landing della crescita cinese ma, nonostante tutto, la Repubblica Popolare continua a crescere a ritmi impensabili per le mature economie occidentali. Eppure qualcosa sta cambiando.
Sarà perché i cicli non sono infiniti, sarà per la guerra sui dazi, sarà infine perché un’aria di correzione (per non dire recessione) si respira a livello mondo, da più parti è aumentata l’attenzione all’economia del drago asiatico. A preoccupare però non è tanto il rallentamento in atto (qualsiasi governo occidentale metterebbe la firma su una crescita pari anche solo ad un terzo del dato cinese del 6,6%), quanto i possibili rischi di una bolla finanziaria, ovvero di una crisi in stile Lehman Brothers innescata dai NPL (crediti deteriorati).