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Il coronavirus: una battuta d’arresto per la Cina di Xi

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Lo scoppio dell’epidemia del coronavirus, originatasi a Wuhan e diffusasi velocemente in molte parti del mondo, rappresenta una battuta d’arresto per l’ascesa della Cina ma potrebbe costituire un’opportunità per il potere personale di Xi Jinping. La natura emergenziale del virus, infatti, determina due conseguenze importanti per la Cina.

In primo luogo, il virus è una battuta di arresto nell’internazionalizzazione politica, culturale ed economica della Repubblica Popolare poiché ha esposto il paese alle critiche e alla disapprovazione dei leader internazionali che, a volte anche in maniera superficiale, hanno attaccato il governo di Pechino, colpevole di un nuovo contagio all’apparenza incontrollabile. Mentre Pechino è in procinto di rilassare le restrizioni sociali imposte durante l’apice della crisi, il virus si è, infatti, diffuso a macchia d’olio in paesi che, a causa del ritardo, non sono preparati ad affrontarlo e che, non potendo fare affidamento sulla struttura autoritaria della governance cinese, non dispongono degli stessi strumenti preventivi. L’impatto sull’economia mondiale è difficile da prevedere ex ante ma le stime parlano di un rallentamento (se non di una recessione) significativo dei ritmi di crescita anche per i paesi ad economie avanzate. Per alcuni di questi, tra cui l’Italia, ciò comporterebbe un pesante aggravio per la già precaria ripresa economica. In questo senso si deve leggere il tentativo dell’Ambasciatore cinese alle Nazioni Unite Zhang di celebrare gli sforzi che il suo paese sta facendo per debellare il virus e convincere che la «Cina non sta combattendo solo per sé stessa, ma per il mondo intero». Quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito una “emergenza sanitaria globale” avrà necessariamente effetti sulla capacità di persuasione e attrazione del sistema Cina all’estero. Il soft power cinese, già relativamente basso, sarà, quindi, pesantemente scosso dal caso coronavirus.

Come ci spiega Joseph Nye nel suo “Leadership e potere”, però, le «urgenze e le crisi» hanno anche un secondo risvolto rilevante per i leader politici: permettono loro di assumere poteri maggiori e imporre una narrazione preferita sugli eventi all’interno dei confini nazionali. È questo che la Presidenza di Xi Jinping starebbe cercando di fare e in questo senso il virus potrebbe rappresentare un’opportunità per Xi. Ovviamente non si intende che il virus avrà effetti positivi assoluti, anzi esso rappresenta un «test serissimo per il sistema e la capacità di governo del Partito comunista cinese», come lo stesso Xi ha più volte sottolineato, e voci di dissenso si sono alzate in tutto il paese, dalle strade di Wuhan alle Università della capitale. Tuttavia, se il Presidente riuscirà a sfruttare l’emergenza a proprio vantaggio potrà limitare i danni alla sua immagine e rafforzare l’autorità della corrente del Partito Comunista a lui più fedele. Durante l’acme della crisi sanitaria in Hubei, ad esempio, a tutti era apparsa sorprendente l’assenza di Xi da Wuhan e, in generale, dai media nazionali ed internazionali. La sensazione è che Xi preferisse attendere e capire se la crisi potesse compromettere seriamente il comando politico del Partito. Al suo posto, il Segretario ha preferito inviare in avanscoperta il premier Li Keqiang così da poterlo incolpare nel caso in cui l’emergenza sociale si fosse aggravata. In aggiunta, la purga del Segretario del Partito in Hubei si era dimostrata provvidenziale per poter scaricare la colpa delle inefficienze nel contenimento del virus a livello locale e per poter sostituire i quadri regionali con funzionari più fedeli (in questo caso, il sindaco di Shanghai). A tal scopo, la Commissione centrale per l’ispezione disciplinare di Zhao Leji si dimostrerà ancora una volta uno strumento fondamentale per la leadership di Xi. Infine, l’epidemia ha permesso al Partito di stringere ancor di più il regime di controllo sociale della popolazione attraverso un capillare utilizzo di tecnologie per il monitoraggio e l’identificazione dei cittadini.

Fin quando Pechino non si scrollerà di dosso questo drammatico episodio, un minor apprezzamento all’estero e il tentativo di conseguire un maggior controllo interno saranno due tratti ricorrenti per la Cina di Xi Jinping.

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