La studio della politica internazionale ha trovato e continua a trovare nella sicurezza degli Stati la sua principale dimensione di indagine. Nelle società industrializzate quest’ultima è intimamente legata alla disponibilità di risorse energetiche, che influiscono in misura determinante sullo sviluppo di un Paese, sul suo grado dipendenza dai partner esteri e sulla formulazione del suo concetto di “interesse nazionale”. Le risorse energetiche, di conseguenza, si sono attestate al vertice dell’agenda globale e del dibattito politico e scientifico.
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Tanto tra gli analisti quanto nell’opinione pubblica si è radicata l’idea per cui gli Stati sono ormai ridotti a meri esecutori di volontà dettate dai centri di potere economico. Le crisi più recenti, tuttavia, hanno messo a nudo la fragilità di tale assunto, fornendo un’ulteriore prova della complessità del rapporto tra poteri pubblici e privati nel settore delle risorse energetiche. Superando le generalizzazioni, l’osservatore si imbatte in dinamiche radicalmente eterogenee. Da un lato,Stati che utilizzano, in tempo di pace, gli operatori economici e, in tempo di guerra, gli eserciti per difendere o rafforzare il controllo sulle risorse energetiche. I conflitti in Iraq, Ucraina e Libia sembrano riaffermare l’idea che “il commercio segue la bandiera” e diventa strumento della politica di potenza degli Stati e non viceversa. Dall’altro, governi che non solo rinunciano alla gestione del settore delle risorse, ma che abdicano alla propria responsabilità regolatoria, divenendo ostaggio di interessi privati.
Prende così forma la“cattura del regolatore”,un’immagine che ben descrive la crisi delle istituzioni pubbliche. È questa eterogeneità di scenari che rende necessaria un’analisi puntuale dei singoli contesti politici ed economici nei quali prende forma la geopolitica dell’energia. La Scuola Geopolitica dell’Energia. Risorse, scenari, sicurezza si prefigge di fornire agli studenti gli strumenti necessari a decifrare le dinamiche geopolitiche e geoeconomiche delle regioni che appaiono più profondamente interconnesse con l’Italia.
Dopo una prima giornata di full immersion sul tema dell’energia, ogni sessione di lavoro sarà suddivisa in due momenti: 1) un primo intervento volto a presentare il contesto politico dell’area oggetto dell’incontro; 2) un secondo intervento in cui saranno presentati gli interessi energetici dei principali attori sul campo e i possibili scenari legati alla conservazione o al mutamento, dei loro rapporti di potere. Le relazioni saranno presentate da dirigenti delle principali società italiane operanti nel settore energetico, diplomatici, professori universitari e ricercatori dei principali istituti italiani di politica internazionale.