Nel 2007, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha istituito la Giornata europea contro la pena di morte, che viene celebrata il 10 ottobre di ogni anno. Sebbene da oltre 20 anni, nessun Paese membro del Consiglio d’Europa abbia inferto la pena capitale, a livello globale sono ancora molti gli Stati che la praticano sistematicamente. Il Consiglio d’Europa, congiuntamente con l’Unione Europea, si batte da anni per l’abolizione della pena di morte, sostenendo che, come dimostrano dati statistici, questa non è un deterrente contro la criminalità, che i sistemi giudiziari sono fallibili e che il rispetto dei diritti umani va garantito anche ai condannati per crimini gravi. Nonostante siano 106 i Paesi abolizionisti, e più di 140 quelli che nella prassi non applicano tale pena, nel 2019 le esecuzioni nel mondo sono state più di 650. Inoltre, bisogna tenere presente che i dati della Cina e di alcuni altri Paesi non sono fruibili perché coperti da segreto di Stato, ma si stimano migliaia di casi. Si può affermare che rispetto agli anni precedenti il trend sia al ribasso: fa eccezione solo il 2015, anno in cui le esecuzioni sono aumentate esponenzialmente, principalmente a causa di Stati come l’Iran (970 esecuzioni) e il Pakistan (326).