Le esercitazioni congiunte intraprese nelle scorse settimane dalle forze navali di Giappone e India, pochi giorni dopo l’annuncio di un’ulteriore espansione della cooperazione tra i due Paesi nel campo della difesa, confermano il consolidamento dell’asse tra le due maggiori potenze asiatiche dopo la Cina. Tokyo infatti intende migliorare le sue capacità militari e aumentare il budget destinato alla difesa per fronteggiare la posizione, sempre più aggressiva, della Cina nella regione indo-pacifica, mentre Nuova Delhi cerca alleati in tutto il continente per dare solidità alle sue ambizioni di sviluppo.
La decisione di ampliare le aree di collaborazione è stata raggiunta nel secondo Dialogo Ministeriale 2+2 tenutosi a Tokyo nelle settimane scorse, una forma di cooperazione strutturata tra i rispettivi ministri della Difesa e degli Esteri. Dopo gli Stati Uniti, il Giappone è stato il secondo Paese al mondo a condurre colloqui ministeriali nel formato “2+2” con l’India, una evoluzione nata dopo il 2019, quando le forze armate dei tre Paesi hanno tenuto per la prima volta esercitazioni congiunte. Nel 2020, Tokyo e Nuova Delhi hanno firmato un accordo di acquisizione e “cross-servicing” tra le rispettive forze armate. Il progressivo rafforzamento dell’asse tra i due Paesi è vitale anche per la tenuta del dialogo di sicurezza Quad. Come recentemente evidenziato dal quotidiano giapponese “Nikkei”, infatti, diverse voci a Nuova Delhi contestano all’amministrazione Biden di aver distolto il Quad dal suo focus strategico, caricandolo di “dispersive agende politiche globali” come il contrasto ai mutamenti climatici, la cooperazione nel campo dei vaccini e le tecnologie emergenti. I Ministri hanno anche espresso l’intenzione di compiere continui sforzi verso un esercizio bilaterale più complesso e sofisticato, con colloqui congiunti del personale di servizio tra i rispettivi staff militari, che dovrebbe portare a una maggiore cooperazione nell’area marittima, per sviluppare il vasto potenziale e ampliare la cooperazione nei settori degli equipaggiamenti e della cooperazione tecnologica.
Il Giappone, infatti, tenta con sempre maggiore determinazione di ridimensionare gli storici legami tra l’India e la Russia nel campo della difesa, giudicati da Tokyo un assist indiretto alla Cina sul piano globale. L’India, d’altro canto, conta sul Giappone affinché richiami gli Stati Uniti del presidente Biden alla funzione istitutiva del Quad, ovvero il contenimento strategico della Cina. Per il Giappone, la sfida posta dalla Cina, ma anche da avversari regionali come Corea del Sud e Russia, richiede anzitutto l’acquisizione di un deterrente in grado di neutralizzare le basi missilistiche nei territori di Paesi terzi, prima che questi ultimi possano colpire il Giappone. Rientra in quest’ottica lo sviluppo congiunto di droni e sistemi robotizzati terrestri e la possibile adozione di missili da crociera e balistici, che costituiscono un ambito tecnologico nel quale l’India ha accumulato una significativa esperienza, in virtù del suo confronto con il Pakistan.
Pur volendo esaminare tutte le opzioni necessarie per la difesa nazionale, comprese le cosiddette “capacità di contrattacco”, la parte giapponese al Dialogo ha espresso la propria determinazione a rafforzare radicalmente le capacità di difesa entro i prossimi cinque anni e garantire un aumento sostanziale del bilancio della difesa del Giappone necessario per realizzarlo. Per Tokyo, che persegue da tempo una “normalizzazione” basata sulla definitiva archiviazione del pacifismo costituzionale, l’India rappresenta un partner ideale, anche come potenziale mercato estero di esordio per l’industria della difesa giapponese. Quest’ultima, soffocata per decenni dai divieti autoimposti allo sviluppo e all’esportazione di sistemi d’arma avanzati, potrebbe rappresentare una risposta per i tentativi di Nuova Delhi di edificare un’industria bellica autonoma.
In questo contesto i ministri hanno riaffermato il loro impegno per un ordine globale basato su regole che rispettino la sovranità e l’integrità territoriale delle nazioni e hanno sottolineato inoltre la necessità che tutti i paesi si impegnino a cercare una risoluzione pacifica delle controversie in conformità con il diritto internazionale, senza ricorrere alla minaccia o all’uso della forza o qualsiasi tentativo di modificare unilateralmente lo status quo. Secondo la dichiarazione congiunta del Dialogo 2+2, i ministri hanno evidenziato l’obiettivo strategico comune di raggiungere un Indo-Pacifico libero e aperto, inclusivo e resiliente, basato sullo stato di diritto e libero da coercizione. In una prospettiva più ampia del dialogo bilaterale, le parti hanno anche riaffermato con forza ciò che i loro Primi Ministri si erano recentemente impegnati a fare nella loro Dichiarazione Congiunta del 19 marzo 2022 (“Partenariato per un mondo pacifico, stabile e prospero post-COVID”) rispetto alle sfide alla sicurezza regionale e globale, con un riferimento implicito all’Ucraina, riconoscendo anche il valore e l’importanza di rafforzare il dialogo nel campo della sicurezza economica.