L’Italia risponde al taglio del flusso di gas russo rivolgendosi all’Algeria, che è di recente diventata il primo fornitore del nostro paese. La maggiore disponibilità algerina implica però una riduzione dell’export verso la Spagna. La partita del gas si intreccia così con la questione del Sahara Occidentale, sulla quale Madrid si è di recente allineata alla posizione marocchina.
L’Algeria diventa primo fornitore di gas all’Italia
Negli ultimi mesi l’Italia è stata impegnata in un notevole sforzo diplomatico nei confronti dell’Algeria. Dopo la visita del ministro degli esteri Di Maio alla fine di febbraio, in aprile Mario Draghi si è recato ad Algeri, concludendo un accordo per aumentare le importazioni di gas naturale di 9 miliardi di metri cubi l’anno entro due anni, di cui 6 attraverso il gasdotto Transmed, che attraverso la Tunisia giunge a Mazara del Vallo, e 3 sotto forma di GNL. Il mese successivo il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha fatto visita in Italia e per l’occasione Eni e Sonatrach, la compagnia petrolifera algerina, hanno siglato un Memorandum of Understanding che ricalca l’accordo concluso da Draghi. Più recentemente, il 18 luglio si è tenuto il quarto vertice intergovernativo italo-algerino, in occasione del quale sono stati siglati 15 accordi in diversi ambiti, dalle rinnovabili alle infrastrutture, e sono stati sottoscritti gli accordi raggiunti precedentemente, facendo dell’Algeria il primo fornitore di gas dell’Italia, per un totale di 30 miliardi di metri cubi all’anno (Il Sole 24 Ore, 18/07/22). Pochi giorni prima dell’incontro, Sonatrach aveva annunciato che già entro la fine dell’anno avrebbe aumentato le forniture di 4 miliardi di metri cubi.
In questo modo il governo italiano ha prontamente rimpiazzato la Russia, fino a poco tempo fa primo fornitore di gas al nostro paese, in modo da far fronte al progressivo taglio dei rifornimenti che il Cremlino sta portando avanti nei confronti dell’intero continente europeo e in particolare di quei paesi, tra cui il nostro, che dipendono in buona misura dal gas russo. Nonostante anni di rapporti stabili e profittevoli, la guerra in Ucraina e le relative sanzioni adottate dall’Unione Europea hanno reso il Cremlino un partner inaffidabile. Tuttavia, riallocare le forniture perse da Mosca verso Algeri comporta il rischio di incappare nella stessa situazione che si è presentata col Cremlino. Per quanto sia una scelta obbligata, dettata da necessità di breve periodo, e per quanto l’Algeria non sia la Russia – per capacità produttiva e rapporti diplomatici – nel lungo periodo è fondamentale che l’Italia diversifichi il più possibile i propri fornitori e che investa nella produzione domestica di energia, possibilmente attraverso fonti rinnovabili.
Dal canto suo, aumentando l’export verso l’Italia, l’Algeria centra due obiettivi. In primo luogo, il governo algerino punta a risollevare la propria economia, in condizioni precarie durante la pandemia a causa dell’abbassamento dei prezzi di gas e petrolio, ma che sembra aver preso una boccata d’aria proprio grazie alla mutata situazione internazionale, che ha fatto schizzare alle stelle il prezzo degli idrocarburi. Sonatrach ha quindi annunciato di voler rivedere i contratti con i propri clienti, legandoli al prezzo del gas sul mercato spot, mentre finora erano indicizzati al petrolio greggio (Brent crude), il cui prezzo ha visto una crescita nettamente inferiore rispetto al gas naturale. Altre fonti riportano che questa decisione colpirà solamente i clienti europei che importano il gas algerino tramite il gasdotto Medgaz, il quale collega l’Algeria a Spagna, Portogallo e Francia attraverso il Marocco, escludendo così l’Italia (Reuters, 28/06/22).
In secondo luogo, l’Algeria utilizza il gas come strumento diplomatico. Nonostante gli introiti derivanti dall’export di energia previsti per il 2022 siano di gran lunga superiori a quelli dell’anno scorso – 50 miliardi di euro, contro i 35 del 2021 (Startmag, 30/06/22) – questo aumento è dovuto all’innalzamento dei prezzi piuttosto che ad un incremento della produzione. Nel primo semestre di quest’anno, infatti, il gas algerino esportato in Europa è diminuito quasi del 20% (ISPI, 18/07/22). L’aumento delle forniture all’Italia è quindi possibile solo grazie ad un dirottamento dell’export: tra maggio e giugno il transito di gas attraverso il gasdotto Medgaz, che collega l’Algeria alla Spagna, è diminuito del 15% (MEED, 12/07/22).
Tramite il gas, l’Algeria sta portando avanti un’offensiva nei confronti della Spagna, soprattutto da quando nel marzo di quest’anno il governo di Madrid ha deciso di appoggiare il piano di autonomia del Marocco sul Sahara Occidentale. Proprio questa porzione di deserto affacciata sull’Oceano Atlantico gioca un ruolo fondamentale nelle relazioni tra i due paesi maghrebini e lo stato spagnolo.
La questione del Sahara Occidentale
Sin dalla sua indipendenza nel 1956 il regno marocchino reclama la sovranità sull’allora provincia spagnola del Rio de Oro, soprattutto dopo che negli anni 60 furono scoperti enormi giacimenti di fosfati. A partire dalla metà degli anni 70, con la caduta del regime di Franco, la presenza marocchina si fece sempre più importante, tanto che il Marocco considera il Sahara Occidentale come parte del proprio territorio, nonostante diverse pronunce delle Nazioni Unite abbiano dichiarato come illegittima tale pretesa e attribuiscono la sovranità su questa porzione di deserto alla popolazione Sahrawi, riunita nel movimento indipendentista del Fronte Polisario.
L’Algeria si è sempre opposta alle pretese marocchine, tanto che il Fronte è basato proprio in territorio algerino e da qui porta avanti una guerriglia contro la presenza straniera.
I rapporti tra Algeria e Marocco hanno raggiunto un minimo storico da quando, nel dicembre 2020, l’amministrazione USA di Donald Trump riconobbe la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale, in cambio della normalizzazione dei rapporti tra Marocco e Israele nel quadro dei cosiddetti Accordi di Abramo.
A partire da agosto 2021, l’Algeria ha sospeso le relazioni diplomatiche col Marocco e ha interrotto il transito di gas attraverso il gasdotto Maghreb-Europe, privando così Rabat degli introiti derivanti dal diritto di transito. Marocco e Spagna hanno poi tentato di aggirare la mossa algerina, decidendo unilateralmente di invertire il flusso attraverso il gasdotto, in modo da portare in Marocco GNL rigassificato in Spagna.
Madrid volta le spalle ad Algeri
Storicamente, la Spagna si è sempre opposta alla posizione marocchina e le relazioni tra i due paesi sono state spesso tese a causa di questa diatriba. Nell’aprile del 2021, il governo spagnolo ha accolto e curato il leader del Fronte Polisario, affetto da covid-19. Il governo marocchino reagì diminuendo i controlli al confine tra il proprio territorio e l’exclave spagnola di Ceuta, provocando una crisi migratoria che mise in difficoltà Madrid. Proprio per far rientrare la crisi, la Spagna ha deciso di appiattirsi sulle posizioni marocchine riguardo lo status del Sahara Occidentale
L’Algeria si è sentita tradita dal voltagabbana spagnolo tanto che a giugno di quest’anno, il governo di Algeri ha sospeso unilateralmente un trattato di amicizia con Madrid in vigore dal 2002.
L’Algeria dunque si serve del gas come arma di ricatto nei confronti sia della Spagna, che si trova costretta ad aumentare l’acquisto di GNL, assai più costoso, che del Marocco, storico rivale di Algeri sulla questione del Sahara Occidentale. Approfittando della propria posizione di forza in quanto produttore ed esportatore di gas, Algeri preferisce dunque vendere all’Italia, storico partner sin dai tempi di Enrico Mattei.