La leadership climatica si conquista soprattutto con le nuove tecnologie. La Cina lo ha capito da tempo ed è oggi in netto vantaggio sui concorrenti. Gli Stati Uniti, dopo aver perso contro il gigante asiatico la battaglia del fotovoltaico, cercano di recuperare terreno puntando sul protezionismo (auto elettriche made in USA) e altre tecnologie (come il CCS). E l’Europa? Dopo anni di leadership climatica fondata sul soft power del buon esempio, deve stare attenta a non consegnarsi a una totale dipendenza tecnologica dalla Cina. La politica estera e la diplomazia climatica UE ritengono la partnership con la Cina possibile e desiderabile. Non vi è in questa strategia nulla di paragonabile alla ricerca di autonomia tecnologica di Biden. Né un tentativo di avviare una fattiva cooperazione con gli Stati Uniti, all’interno di una ribadita centralità dell’alleanza atlantica.