Domenica 10 aprile la République è stata chiamata al voto per scegliere il Presidente dei prossimi 5 anni. Emmanuel Macron e Marine Le Pen sono risultati vincitori del primo turno, e si sfideranno al prossimo ballottaggio.
In un momento delicato a livello internazionale ed europeo, la Francia si è recata alle urne per decidere chi sarà Presidente della République per i prossimi cinque anni. Il 74% degli aventi diritto si è recato ai seggi per votare, secondo le ultime proiezioni. Dato in calo rispetto alle elezioni del 2017, ma comunque maggiore rispetto alle previsioni più pessimiste.
Secondo i primi exit poll, vincitore del primo turno di elezioni risulta La République en Marche! di Emmanuel Macron, con il 27,6% delle preferenze espresse. A seguire il partito Rassemblement National di Marine Le Pen, con il 23,4% dei voti, che permettono alla candidata di destra di competere al ballottaggio del 24 aprile prossimo con il Presidente uscente Macron.
Al terzo posto si pone La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, con circa il 21,9% delle preferenze, il quale distanzia di molti voti il partito Reconquête di Eric Zemmour (7%), al centro di dibattiti nelle scorse settimane per le posizioni considerate estremiste.
Les Républicains di Valerie Pécresse si posizionano al sesto posto, con quasi il 5% dei voti, mentre il partito Europe-Ecologie-Les Verts di Yannick Jadot raggiunge il 4,5% delle schede e, di conseguenza, la settima posizione. Particolarmente basso è il risultato del Parti Socialiste di Anne Hidalgo, ex sindaco di Parigi, che raggiunge solo l’1,7% delle preferenze.
Di notevole interesse, e meritevole di analisi approfondite, è il risultato globale dei partiti con tratti antisistema (La France Insoumise, Rassemblement National, Reconquête), che raggiungono insieme più della metà delle preferenze espresse.
Si delinea così la forma della competizione per il prossimo ballottaggio: il presidente uscente Emmanuel Macron, rappresentante il polo di centro-sinistra, progressista ed europeista, contro il polo conservatore e nazionalista di destra di Marine Le Pen.
Già nella sera della giornata elettorale sono giunti i primi endorsement da parte dei partiti che non hanno raggiunto il ballottaggio nei confronti dei due candidati principali: a fornire supporto a Emmanuel Macron, e dunque a costituire uno sbarramento contro l’“estrema destra” saranno Anne Hidalgo, Valerie Pécresse, Yannick Jadot e soprattutto Jean-Luc Mélenchon, il quale ha definito la situazione “uno stato d’emergenza politica” e ha esortato i propri elettori “a non lasciare un singolo voto” a Marine Le Pen.
Dal lato opposto, il fronte di destra si compatta attorno al partito Rassemblement National. Il candidato Eric Zemmour ha già chiamato i propri elettori a votare per Marine Le Pen, nonostante i disaccordi personali, per fermare il Presidente “che ha fatto entrare milioni di immigrati” nel Paese.
La stessa Marine Le Pen si è rivolta a tutti i cittadini francesi “di destra, di sinistra o di altro, di tutte le origini”, che non hanno votato per Emmanuel Macron, ad unirsi al Rassemblement National, promettendo anche di essere la futura “Presidente di tutti i francesi”. Le Pen ha definito le elezioni di quest’anno “una scelta di società e di civiltà”. Molto probabilmente la leader cercherà in queste due settimane di pescare dal bacino dell’astensionismo di questo primo turno.
Lo scontro politico tra Macron e Le Pen sarà particolarmente acceso nelle prossime settimane. Il timore comune tra le fila progressiste è che un’ipotetica vittoria di Marine Le Pen al ballottaggio possa danneggiare il ruolo della Francia a livello europeo e internazionale. Valerie Pécresse, in un primo discorso agli elettori dopo gli scrutini, ha dichiarato, riferendosi a Marine Le Pen: “La sua storica vicinanza a Vladimir Putin discredita la sua promessa di difendere gli interessi del Paese in questi tempi tragici. La sua elezione significherebbe che la Francia diventi irrilevante sulla scena europea e internazionale.”
Un’eventuale elezione di Marine Le Pen a Presidente della Repubblica francese costituirebbe infatti una forte punto di rottura con la linea adottata dal Presidente uscente Emmanuel Macron, sia sul piano delle politiche interne, sia su quello delle relazioni europee, con conseguenze per adesso solo immaginabili.
Si ripropone così, dopo 5 anni, lo stesso scontro tra Macron e Le Pen, sul quale si giocherà il futuro della Francia e l’orizzonte dell’Unione Europea. Appuntamento, con la scelta finale, il 24 aprile.