0,00€

Nessun prodotto nel carrello.

0,00€

Nessun prodotto nel carrello.

TematicheItalia ed EuropaL'Estonia va alle urne con in testa la guerra...

L’Estonia va alle urne con in testa la guerra in Ucraina

-

Il 5 marzo 2023 gli estoni saranno chiamati alle urne per eleggere i 101 membri del Riigikogu, ovvero il Parlamento unicamerale della Repubblica d’Estonia. Parlamento che poi concederà la fiducia al nuovo esecutivo con la conseguente nomina del Premier. L’attuale prima ministra e leader del Partito Riformatore Estone, Kaja Kallas, punta a guidare anche il prossimo governo.

Alle scorse elezioni, del 2019, in seguito all’esito delle urne fu designato premier Jüri Ratas, leader del Partito di Centro estone, in coalizione con il Partito Socialdemocratico e Patria, un partito democratico-cristiano conservatore.

Il 13 gennaio 2021 dopo un’inchiesta per corruzione del Partito di Centro estone il Premier in carica, Jüri Ratas, presenta le dimissioni e viene formata una nuova coalizione di governo.

Sotto la guida del leader del Partito Riformatore Estone, Kaja Kallas, prima donna a capo del Paese, è nato un esecutivo basato su una linea europeista e riformatrice in coalizione con il Partito di Centro Estone. 

Ad agosto dello stesso anno è stato invece eletto Presidente della Repubblica Alar Karis, con il sostegno di tutto l’arco parlamentare, eccetto il Partito Popolare Conservatore Estone (EKRE), di estrema destra ed euroscettico.

In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, come negli altri Stati baltici, il governo ha avviato una politica di rimozione dei monumenti di epoca sovietica su tutto il territorio nazionale, in quanto potenzialmente fonte di scontri tra la composizione etnica russa e quella estone. Il governo estone si è schierato fermamente a supporto dell’Ucraina, ritenendo responsabile unicamente la Federazione Russa dell’escalation del conflitto ed appoggiando irremovibilmente le politiche atlantiche ed europee. 

Il 14 luglio dello scorso anno, in seguito a dissidi con il Partito di Centro Estone, Kaja Kallas presenta le dimissioni sue e del governo. 

Il giorno seguente ottiene di nuovo la fiducia dal Riigikogu, in seguito ad accordi con il Partito Patria ed il Partito Socialdemocratico, formalizzatisi l’8 luglio, portando all’opposizione, insieme al Partito Popolare Conservatore Estone, il Partito di Centro Estone. 

In vista delle imminenti elezioni il partito favorito secondo i sondaggi (l’Istituto per gli Studi Sociali di Tallinn) è il Partito Riformatore, seguito dal Partito di estrema destra EKRE e Partito di Centro. Secondo Toni Saarts, professore di scienze politiche all’Università di Tallinn, gli estoni possono scegliere tra due progetti politici: uno nazional-conservatore, l’altro social-liberale. In un articolo pubblicato sul quotidiano Postimees il 9 gennaio, afferma che il primo modello vede lo Stato come uno scudo che protegge i cittadini dai pericoli della globalizzazione (movimenti incontrollati della popolazione, erosione dei valori tradizionali, diluizione della sovranità del Paese conseguente della sua appartenenza all’Unione Europea), mentre per il secondo modello, la missione dello Stato è garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine, e fare della protezione del pianeta una priorità assoluta.

Due partiti, il Partito popolare conservatore (EKRE) e Isamaa (I), in misura minore, difendono un progetto nazional-conservatore: gli altri partiti, il Partito riformista (ER), il Partito socialdemocratico (SDE), Eesti 200 e il Partito di Centro (K), favoriscono un progetto social-liberale.

La sicurezza e la politica estera (l’Estonia ha quasi 300 km di confine con la Russia) e le questioni economiche, compresa la crisi energetica e l’inflazione, sono i temi principali della campagna elettorale.

In materia di politica estera e sicurezza tutti i partiti politici condividono obiettivi simili. 

L’aggressione della Russia in Ucraina e la politica dell’UE e della NATO sono al centro delle proposte dei partiti politici dell’Estonia alle prossime elezioni. Secondo la docente dell’Università di Tallinn Catlyn Kirna non ci saranno grandi cambiamenti nella postura internazionale dell’Estonia poiché le parti concordano sulle questioni fondamentali. 

È probabile che i partiti accetteranno di aumentare la spesa per la difesa al 3% del PIL dopo le elezioni aumentando così l’attuale 2,19%. In ambito di difesa e sicurezza è bene ricordare che a Tallin ha sede il NATO Cooperative cyber defence centre of excellence, importante centro di ricerca in materia informatica e che – per aumentare l’effetto deterrente nei confronti della pressione russa – l’Estonia ha partecipato negli ultimi anni a esercitazioni congiunte con le forze britanniche e baltiche, acquistando sistemi missilistici ad alta precisione, migliorando ulteriormente l’interoperabilità con gli Stati Uniti e gli altri alleati.

Corsi Online

Articoli Correlati

Navi russe nel Mediterraneo, sale la tensione

Mosca ha aumentato notevolmente il numero di unità navali militari nel Mediterraneo, come affermato dal Capo di Stato Maggiore...

Il vertice di Ohrid tra Serbia e Kosovo: esito positivo (ma senza firma)

In Macedonia del Nord Kurti e Vučić approvano l’Allegato di implementazione del Piano UE per la normalizzazione delle relazioni...

Dieci anni di geopolitica di Papa Francesco

Papa Francesco, eletto esattamente dieci anni fa, nel corso del suo pontificato ha più di altri papi proposto una...

Tre possibili “vittorie” per la guerra in Ucraina

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, in Occidente stiamo assistendo al vivace dibattito tra quanti ritengono sia...